CLAN DEI CASALESI. Nessuno sconto di pena per Romoletto: deve scontare altri 12 anni di carcere

19 Agosto 2024 - 13:18

Rigettato il ricorso per la rideterminazione del termine finale della condanna

CASAL DI PRINCIPE – Nessun calcolo sbagliato nell’indicare il fine pena per Romolo Corvino, alias Romoletto. E’ quanto stabilito dalla prima sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Monica Boni, sul ricorso presentato dall’affiliato del clan avverso l’ordinanza della Corte di Assise d’Appello che aveva respinto la richiesta di rettifica del provvedimento di esecuzione di pene concorrenti emesso dalla Corte di Appello di Napoli.

A parere del ricorrente il provvedimento di cumulo indicava come fine pena da espiare la data del 16 novembre 2039 anziché il 25 maggio 2036.  Corvino, per mezzo dei suoi legali, lamentava l’inosservanza e l’erronea applicazione della legge nella sua istanza alla Suprema Corte ritenendo che nel calcolo della pena finale non erano stati considerati i periodi di pena presofferta.

Infondato per la Cassazione il ricorso del cassiere del clan dei Casalesi, accusato – tra l’altro – di aver preso parte all’omicidio di Antonio Diana, avvenuto a San Cipriano d’Aversa nel 1991, nell’ambito della faida tra il gruppo Schiavone-Bidognetti-De Falco e quello guidato da Antonio Bardellino. “Il

residuo pena da espiare decorrente dalla data di arresto nel 2019 per l’omicidio di camorra, andava fissato al 29 maggio 2036 e non il 16 novembre 2039 così erroneamente considerato dalla procura generale. Errore che però era già stato corretto dal giudice dell’esecuzione. Quindi la lamentela sull’indicazione della data di fine pena, già corretta, è infondata”.