Come avevamo largamente previsto. Grazie alla nostra inchiesta giornalistica Marcello De Rosa indagato perché, unico al mondo, si è votato un’osservazione al Puc riguardante casa sua

7 Giugno 2024 - 13:17

Basta cliccare sul link che precede l’articolo di oggi e leggere il titolo che facevamo nel settembre scorso quando denunciammo, naturalmente in totale solitudine, la vicenda. Ma questa è solo la punta di un iceberg di illegalità e irregolarità. Noi, negli anni, ne abbiamo viste di porcherie con i PRG con le varianti e poi con i Puc ma quello che è successo a Casapesenna veramente mai. Se cercate in Google la frase “Casapesenna Puc CasertaCe” e vi leggete le diverse puntate di quell’inchiesta, se foste dei cittadini normali vi dovreste mettere letteralmente le mani nei capelli.

CASAPESENNA (g.g.)   CLIKKA QUI per leggere l’articolo del settembre scorso in cui predivamo facilmente che Marcello De Rosa sarebbe stato accusato di abuso d’ufficio.

Ci sono articoli facilissimi per noi in quanto consistono solo nel ritornare su argomenti che CasertaCe  ha  già portato all’attenzione delle persone, usiamo questa parola non a caso, visto che se in questa terra  ci fossero cittadini veri e, conseguentemente,  un’ opinione pubblica, non saremmo combinati così come siamo combinati e, soprattutto,  gente come Marcello De Rosa  non ricoprirebbe la carica di sindaco di un qualsiasi Comune e, incredibilmente, clamorosamente, quella di vice presidente della Provincia.  

Per mesi abbiamo pubblicato, in splendida solitudine, un lungo focus sulle malefatte del Puc del Comune di Casapesenna. Ci accorgiamo oggi che una parte, seppur minima, di quella nostra trattazione, ha allargato il suo spettro conseguenziale, dalla sola giurisdizione amministrativa del Tar a cui un cittadino si è rivolto impugnando in pratica quello che ai nostri occhi è apparso un vero e proprio sconcio, altro che Puc, al perimetro che delimita l’area del codice della giurisdizione penale.

Ben inteso, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, realizzate dal pubblico ministero presso la Procura di Aversa-Napoli Nord, Paola Izzo, costituisce solo una piccolissima parte, la punta di un enorme iceberg che dà forma ad una struttura di irregolarità e di illegalità di un Puc che andrebbe tassato per intero, lavorando, contestualmente, alla verifica di nuovi spunti interessanti per il diritto penale e per la procedura penale.

L’avviso di conclusione delle indagini che, com’è arcinoto ai nostri lettori, vale anche come avviso di garanzia a chi ne è oggetto riguarda la contestazione del reato di abuso di ufficio, ai sensi dell’articolo 323 del codice penale. L’indagato in questione è proprio il sindaco di Casapesenna Marcello De Rosa che questa notifica ha ricevuto lo scorso 8 aprile. Per cui, sono già trascorsi ampiamente i 20 giorni di tempo durante i quali, ai sensi dell’articolo 415 bis del codice di procedura penale, l’indagato, il quale in sede di elezione del suo domicilio per la notifica degli atti giudiziari ha con ogni probabilità, nominato un avvocato di fiducia che nell’avviso in questione non c’è ancora, sostituito com’è da un avvocato d’ufficio, ha avuto la possibilità di chiedere un interrogatorio, di presentare carte e documentazione a proprio discapito etc…

Siccome l’indagine della Procura di Aversa-Napoli Nord è scaturita da una querela, nel caso in cui il pubblico ministero, alla luce di ciò che ha eventualmente acquisito, o acquisirà  dall’indagato  nell’eventuale interrogatorio o nel deposito di documenti difensivi decidesse di chiedere l’archiviazione di Marcello De Rosa, il querelante potrebbe opporsi con la conseguenza di una convocazione, ad opera di un gip del tribunale normanno, di una camera di consiglio in cui le parti, ossia il pm, l’indagato  e  la parte offesa sarebbero chiamati a esporre le proprie tesi davanti al giudice che, alla fine potrebbe confermare la richiesta di archiviazione, rilasciata dal pm chiudendo la partita con il proscioglimento di Marcello De Rosa oppure  sposare al tesi della parte offesa disponendo il rinvio a giudizio del sindaco di Casapesenna oppure ancora ordinando al pubblico ministero un supplemento d’indagine.

Declinato il novero delle possibilità in tema di procedura, diventa, a nostro avviso pressochè impossibile trovare delle ragioni che possano indurre il pubblico ministero a modificare l’idea che ha maturato durante le indagini e che lo porterebbe, oggi, a chiedere, non l’archiviazione di Marcello De Rosa bensì il rinvio a giudizio

La vicenda è quella incredibile dell’osservazione su Puc, presentata da Raffaele De Rosa, per gli amici Lello fratello di Marcello De Rosa, da anni e anni ingegnere ricercatissimo, chissà perché poi, negli uffici tecnici dei comuni della provincia di Caserta e oggi planato in quello del capoluogo dove, a nostro avviso, con Franco Biondi, imputato in questi giorni da un processo istruito dalla Dda, relativo al parcheggio di via San Carlo, e con Luigi Vitelli, anche lui sotto processo per il reato di concussione che avrebbe consumato ai danni di un operatore del grande mercato ortofrutticolo di San Tammaro quando proprio Vitelli ne guidava l’ufficio tecnico.

Raffaele De Rosa e Marcello De Rosa con comproprietari di una casa. Raffale presenta l’osservazione per emendare il Puc in modo che quella casa possa beneficiare di una riclassificazione urbanistica dell’area in cui insiste.

Ciò allo scopo di modificarne la struttura.

La legge non ammette ignoranza, altrimenti Marcello De Rosa andrebbe assolto in questo processo per ignoranza e per incapacità di intendere e di volere nella materia specifica. Affermiamo ciò, così come abbiamo affermato nell’articolo, il cui link posizioniamo all’inizio di quello odierno perché il suo voto in giunta comunale non era affatto decisivo.

Nonostante questo, Marcello De Rosa in occasione dell’approvazione delle osservazioni, non si è alzato e assentato quando all’attenzione della giunta è arrivata l’osservazione del fratello relativa ad una casa di cui il sindaco è anche comproprietario e, incredibilmente, ha approvato anche con il suo voto la stessa.

Di qui l’ipotesi di reato che gli attribuisce lo status di indagato per abuso d’ufficio, al fine di trarne un vantaggio personale, questo secondo l’accusa del pubblico ministero.

Entro due, massimo tre mesi si capirà se, com’è largamente probabile, il pubblico ministero Paola  Izzo  chiederà il rinvio a giudizio del sindaco di Casapesenna nonché vice presidente della Provincia.