Consiglieri e sindaco «prigionieri» nel palazzo, dopo Consiglio comunale fiume

27 Marzo 2025 - 16:41

«…e l’ultimo chiuda la porta» si è rivelata una regola fatale. Assenti: vie di fuga e maniglioni antipanico

TEANO (Elio Zanni) – L’ultima e più recente seduta di Consiglio comunale a Teano, quella di lunedì 24 marzo 2024, si è trasformata in un episodio degno di una commedia all’italiana. Ma si è anche venuta a creare una situazione paradossale con un risvolto da brividi: l’assenza di adeguate vie di fuga e dispositivi di sicurezza all’interno del palazzo comunale. Porte tagliafuoco inesistenti, maniglioni antipanico assenti. L’evidenza di un fatto noto, ma sul quale si dorme da anni.

La maratona di discussioni, con un ordine del giorno extra-lungo con ben 11 punti – come è ormai usa fare il presidente Pasqualino Tammaro – ha portato i consiglieri, gli assessori e il sindaco a protrarre i lavori ben oltre un umano e consueto orario. Fino a quando, verso le 23.15

l’ennesimo consigliere comunale di minoranza, in questo caso pare si trattasse di Nino Cataldo, forse per sfinimento ha tentato di lasciare il palazzo. E qui la brutta sorpresa: porte sbarrate, con tanto di lucchetto. Il consigliere ha rifatto le scale ed ha dato l’allarme. Cosa era successo? La chiusura involontaria del palazzo comunale aveva lasciando i membri dell’assemblea del Civico consesso intrappolati nelle sale di Palazzo San Francesco. In realtà un Consiglio comunale – di buona norma – dovrebbe essere presidiato da almeno un vigile urbano. Per cui viene da pensare che il Comando non fosse stato nemmeno minimamente informato della seduta di lunedì scorso.

«… e l’ultimo chiuda la porta»

Il resto lo ha fatto la regola non scritta che ci riporta a SuperGulp! Fumetti in Tv «… e l’ultimo chiuda la porta» che si è rivelata fatale. I vigili urbani, ignari, evidentemente, della seduta o del protrarsi del mega-Consiglio comunale, avrebbero diligentemente chiuso il palazzo, lasciando i politici «prigionieri». Per uscire da questa situazione paradossale, è stato necessario chiamare in soccorso i vigili urbani. In due hanno risposto all’appello e hanno prontamente riaperto le porte del palazzo. La vicenda, seppur bizzarra, ha scatenato da un lato l’ilarità e dall’altro meraviglia per la grande ed evidente disorganizzazione, con molti commenti sui social media.

Consiglieri in «trappola»: l’allarme sulla sicurezza

Certo «galeotta» sarà stata pure l’abnorme e inesauribile lista di argomenti posti all’ordine del giorno, che prolunga le sedute e impedisce di fatto anche al più sveglio dei consiglieri di minoranza una adeguata preparazione per affrontare tremi come quelli del Bilancio e del programma delle opere pubbliche. Ma, al di là della situazione paradossale, l’incidente ha fatto emergere una questione ben più grave: l’assenza di adeguate vie di fuga e dispositivi di sicurezza all’interno della casa comunale, palazzo San Francesco. Carenza di porte tagliafuoco e maniglioni antipanico.

Un quadro allarmante che ha sollevato interrogativi sulla conformità dell’edificio alle normative vigenti in materia di sicurezza. Edificio al quale un giorno si metterà mano, ma che già adesso, da subito avrebbe dovuto suggerne ai signori politici di turno un uso ben più cauto, fatto di mille precauzioni e zero superficialità.  

Fortunatamente, l’incidente si è risolto senza conseguenze gravi, ma avrebbe potuto avere un esito ben diverso. Ora, è fondamentale che vengano accertate le responsabilità e che vengano presi provvedimenti immediati per adeguare il palazzo comunale alle norme di sicurezza, a tutela di chi vi lavora e di chi lo frequenta.