CONSORZIO DI BONIFICA. Cominciamo bene: il nuovo commissario Todisco, nominato da De Luca, dà subito un incarico da 5mila euro a un proprio collega conterraneo, Due paroline chiare e inemendabili

15 Ottobre 2021 - 17:16

Volutamente, per tre mesi, non abbiamo scritto una sola riga su un target la cui azione giornalistica di denuncia appartiene alla nostra storia.
Ma la tregua finisce qui. Todisco deve limitarsi solo a rispettare, senza se e senza ma, in maniera integrale, la delega ricevuta nel decreto della sua nomina, firmata dal governatore Vincenzo De Luca (in calce la sua versione integrale)

 

CASERTA – La solita domandina, un po’ retorica, ma anche reale, rivolta ai nostri lettori: Casertace esagera quando è costretta a ricalcare le orme di una certa narrazione giornalistica?

Narrazione purtroppo simile a quella che nell’immediato dopoguerra Guglielmo Giannini espresse sul suo giornale “L’Uomo Qualunque”, da cui tirò fuori addirittura un partito di successo, che in verità fece capire subito l’indole degli italiana, avvezzi all’innamoramento e al disinnamoramento di personaggi, di uomini soli al comando, prima eroi e dopo un anno coglioni.
Quando parliamo di costrizione è perché la nostra natura culturale ci porterebbe in teoria a stare dalla parte opposta a quella occupata dai demagoghi e dai qualunquisti, per l’appunto, cioè da quelli per i quali “è

tutto un magna magna”.

In una sorta di processo di revisione (come siamo stati costretti, l’altro giorno, a chinare la testa e ad appendere la nostra personalissima cedra al salice dello sconforto, quello descritto da Salvatore Quasimodo in una sua celeberrima poesia, al cospetto del “ragionamento su Caserta” fatto da Tanzarella, cioè da colui che da liberale un po’ snob definivamo un normale “cattocomunista”) così dobbiamo fare purtroppo ogni giorno davanti all’evidenza di una totale apparentemente irreversibile gestione ribalda, miserabile, della cosa pubblica nel perimetro di questa provincia.
Abbiamo torto, dunque, nel momento in cui lo stato di fatto delle cose ci costringe a immedesimarci (ma guardate un po’ cosa ci doveva capitare) nella figura del giornalista napoletano Guglielmo Giannini, grazie al quale fu coniato il termine “qualunquismo” .
È tutto un magna magna.

Come qualcuno avrà notato, questo giornale dalla metà di luglio in poi ha cessato la pubblicazione degli articoli relativi alla lunga battaglia contro i soprusi e la distruzione del pubblico danaro operata nel Consorzio di Bonifica del Basso Volturno, quello con sede in via Roma a Caserta.
Una lunga marcia, professionale, la nostra, che a differenza di quella di Mao Zedong non ha condotto da nessuna parte se non dentro al binario morto dell’inazione della magistratura e di chi dovrebbe svolgere la funzione costituzionale dell’obbligatorietà dell’azione penale.

Non abbiamo scritto, non per mancanza di argomenti, ma per consentire a Francesco Todisco, nuovo commissario nominato dalla Regione Campania, di ambientarsi e capire il modo con cui realizzare il mandato strettissimo, circoscritto, assegnatogli dal decreto di nomina a firma del governatore De Luca, datato 16 luglio 2021.

Il testo integrale lo leggete in calce a questo articolo, ma qualcosa ve la anticipiamo: “Provvedere alla convocazione dell’assemblea dei consorziati per l’elezione del nuovo consiglio dei delegati e assicurare l’ordinaria amministrazione dell’ente”.

Il tutto nell’arco di un tempo definito di 6 mesi, precisamente 180 giorni, con un mandato che termina il 15 febbraio 2022.

Se Francesco Todisco ha ricevuto questo incarico, che riteniamo gli sia lautamente e, fino a prova contraria legittimamente remunerato, lo deve esclusivamente a Casertace.
Perché, senza i nostri articoli, le decine di inchieste multipuntata da noi pubblicate, al suo posto siederebbe ancora beatamente l’ottimo (si fa per dire) Carlo Maisto, ancora oggi segretario cittadino del Pd di Frignano, sponsorizzato e protetto da sempre da Stefano Graziano, divenuto da più di un anno anche un ex consigliere regionale.
Va anche riconosciuto, per onestà intellettuale, che seppur si tratti di un politico a sovranità limitatissima, un po’ il buon Nicola Caputo 8un grande incassatore perché, non ce ne vorrà, ma spesso lo maltrattiamo anche al di là dei suoi demeriti) ha inciso nella rimozione di Carlo Maisto, dovendosi però fermare lì perché quando ha formulato la proposta di una persona da lui ritenuta adatta al ruolo commissariale i tre cannibali Vincenzo e Piero De Luca e Fulvio Bonavitacola gli hanno detto gentilmente fatti più in là e non esagerare con le richieste perché ti diano già uno stipendione da assessore.

Dunque, da Francesco Todisco ci aspettiamo tanto, che poi a Caserta, che è un mondo alla rovescia, significa nulla; significa limitarsi a compiere le azioni delegate da un mandato precisamente definito nei suoi contenuti.
Non deve fare nulla, Francesco Todisco, se non restituire all’assemblea del Consorzio una potestà da troppi anni sottratta.
Perché, attenzione, i Consorzi di Bonifica sono una roba molto diversa dagli altri enti strumentali e dalle cosiddette aziende speciali.
La potestà, cioè il potere di determinare gli indirizzi della sua gestione, non è infatti belle mani di un altro ente pubblico, come per esempio capita in quella autentica pattumiera del Consorzio Idrico dove l’assemblea è costituita da comuni aderenti o come possono essere gli Ato dei rifiuti, dell’acqua o delle risorse idriche, ugualmente attivi nella propria azione di gestione attraverso il voto assembleare parimenti manifestato dai Comuni di questa provincia.
I Consorzi di Bonifica sviluppano una funzione di alto contenuto pubblico, perché l’irrigazione delle aree produttive del settore primario, non può essere considerata la somma dei pur legittimi interessi privati dei proprietari dei fondi.
Non a caso, a monte dell’irrigazione c’è la bonifica idraulica delle zone depresse.

Ecco perché i Consorzi di Bonifica non possono essere considerati esclusivamente persone giuridiche di diritto privato.
Però, assodato questo, la quota di partecipazione di ognuno dei suoi soci è in capo ad una persona fisica titolare di diritti individuali e privati.
Dunque, la parte pubblica, quando interviene, deve limitarsi a ripristinare condizioni di agibilità in modo che l’organo assembleare formato da tanti privati cittadini possa deliberare la vita o, perché no, anche la morte attraverso la procedura di liquidazione.
Ora, è mai possibile che da più di cinque anni i proprietari del consorzio, in maggioranza agricoltori privati cittadini, debbano essere espropriati di quello che è un diritto riconosciuto dalla costituzione e che solo per indolenza o quieto vivere non fanno valere ancora davanti al giudice naturale?
Questa è la situazione ereditata da Francesco Todisco.
Se è stato messo lì è perché De Luca lo considera all’altezza del proprio compito, all’altezza di affrontare e risolvere quelle sovrastrutture di illegalità da noi denunciate tante volte, che si manifestano attraverso una serie di delibere che andrebbero revocate.
Questo è il nostro punto di vista, Todisco può averne uno diverso.
D’altronde lui è stato nominato perché è un avvocato amministrativista che costa ai contribuenti svariate migliaia di euro al mese.
Dei 180 giorni del mandato ne sono trascorsi 90. Siamo arrivati al giro di boa.
A che punto sta Todisco nella sua attività finalizzata all’unica mission possibile, cioè alla convocazione dell’assemblea dei consorziati e al ripristino di una condizione di regolare, ordinaria, statutaria gestione?

Abbiamo sbirciato nei suoi primi, pochi, atti prodotti. E ne abbiamo trovato uno che ci ha colpiti particolarmente.
In un primo tempo, distrattamente, avevamo pensato si trattasse di una delibera di colui che si definì la mano lunga della Regione Campania, cioè Carlo Maisto.
Ci siamo fatti ingannare perché si tartta di un “normale” incarico diretto attraverso cuiun commissario, chiamato in quanto competente del processo amministrativo, ha bisogno di un altro professionista “esperto della materia”.
Ma di quale materia, Todisco?
Della floricultura, del gioco degli scacchi, che magari lei vuole inserire nella giornata dei dipendenti affinché almeno per una volta possano avere un incontro ravvicinato con l’ingegno?
No, leggiamo che si tratta di un esperto in materia di atti amministrativi.
E purtroppo la nomina non l’ha fatta mano lunga, bensì proprio Todisco, avvocato di Avellino, a favore di Francesco De Beaumont, avvocato di Avellino, incaricato di esaminare una serie di delibere che, così leggiamo dall’atto a firma di Todisco, la direzione generale ritiene siano illegittime e dunque da revocare, a partire da quella roba incommestibile dei compensi ai componenti dell’Ufficio Legale interno, da pagare però come professionisti esterni, ovviamente ad integrazione dei loro non striminziti stipendi.

Scusi, Todisco, ma lei che professione svolge? Se De Luca l’ha nominata e la gara profumatamente, ciò avviene o quantomeno dovrebbe avvenire perchè lei è considerato un professionista quantomeno all’altezza di stabilire se una delibera sia o meno legittima.
Siccome, a quanto abbiamo scritto, le delibere da esaminare sono tre più due disposizioni di servizio, per quale motivo bisogna spendere altri 5mila euro dei contribuenti per fare una cosa per cui lei, Todisco, è stato nominato?
Guardi, avvocato, a luglio quando lei è stato nominato avendo incrociato il lavoro di Casertace, si è informato e si è fatto referenziare da qualche suo amico casertano a cui rispondemmo che, per carità, avevamo già deciso di attuare una tregua di qualche mese, in modo da consentirgli un legittimo ambientamento.
Queste persone dovrebbero spiegare a Todisco che dall’angolo visuale di un politico che inciarmo con i soldi pubblici e/o di un burocrate che gli presta bordone, questo è un giornale che ha, come si suol dire “la guerra in testa”.
Todisco, siamo gente strana, degli evidenti disadattati, felici però di esserlo, rispetto al sistema purulento di cui lei ha davanti ai suoi occhi un esempio tra i più esposti ed emblematici.
Noi non ne abbiamo mai fatta una questione nominalistica: non abbiamo mai parlato per anni e anni, non conoscendolo di persona assolutamente, con il suo predecessore Carlo Maisto, men che meno con il signor Mastracchio, men che meno con un qualsiasi altro dipendente del Consorzio di Bonifica.
Qualcuno di loro lo conosciamo in fotografia. Per cui, noi esaminiamo i fatti, gli atti amministrativi, dunque se questi non ci convincono, se ci fanno schifo, è del tutto irrilevante che rechino la firma di Maisto, di Todisco e anche di un congiunto diretto del sottoscritto, rispetto al quale come del resto è capitato in giornali da me diretti, non ci sarebbe alcuna indulgenza, anzi un trattamento ancora più duro.
Per cui facciamoci il segno della croce.
Lei ha tre mesi per convocare l’assemblea. In questo periodo dovrà limitarsi all’ordinaria amministrazione, che è cosa assolutamente diversa, anzi antitetica, rispetto ad ogni singola assunzione di atti che impegnino il bilancio dell’ente, dato che questa è un’azione attuabile solo da chi è legittimato da un mandato statutariamente ineccepibile dell’assemblea.
La luna di miele finisce oggi, allo scadere del terzo mese del suo mandato e, sia detto con franchezza, questa roba dell’avvocato De Beaumont, con tutto il rispetto della persona e del professionista, va esattamente nella direzione opposta a quella che ci indurrebbe a elogiarla per il lavoro da svolgere a favore della legalità e della buona gestione.

 

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