CONSORZIO IDRICO DA CINEMA: il neo direttore generale scelto da Graziano vuole fare una convenzione con un albergo di lusso milanese che l’ha accolto bene
29 Ottobre 2019 - 13:53
CASERTA – Si chiama Maurizio Desiderio, ci dicono sia romano (il che però è incerto) e che sia stato messo lì da Stefano Graziano (il che, invece, è certo).
D’altronde, l’affinità tra le due figure, quella del politico e quella del – come possiamo chiamarlo, mmm…- burocrate, risulta evidente dalla elaborazione amministrativa del Desiderio. Questi avrebbe partecipato, di recente, così almeno lui dichiara in una nota ufficiale, ad un convegno organizzato dalla Fondazione Ambrosetti, di cui ora non stiamo qui a raccontare l’identità, dato che chi segue almeno mezzo telegiornale al giorno nei mesi di settembre-ottobre di ogni anno ne sente parlare molto spesso in merito all’ormai noto e tradizionale Forum.
In quella occasione Maurizio Desiderio si è trovato particolarmente bene. Non con gli argomenti trattati dal convegno ma, come lui stesso scrive testualmente, con l’ospitalità dell’Hotel Portello di Milano, teatro dell’evento.
Si è entusiasmato e lo ha fatto ancor di più quando ha consegnato la fattura-nota di rimborso al ragioniere del Consorzio Idrico di Terra di Lavoro. Sì, perché Maurizio Desiderio è colui che Stefano Graziano ha messo al comando operativo di un Consorzio letteralmente distrutto dalla lottizzazione politica, dallo spreco indicibile del pubblico danaro, e che oggi, forse anche grazie a questo sedicente management, cerca con qualche espediente (di cui il presidente Di Biasio ha già parlato in Prefettura) di alleggerire il pesantissimo carico debitorio che ammonta a decine e decine di milioni di euro.
Ok, va bene direttore Desiderio: lei è andato a questo convegno della Fondazione e ha dormito a spese del Consorzio all’Hotel Portello.
Ma adesso veramente, come si suol dire, “vuole fare” quando scrive al direttore dell’hotel a 4 stelle chiedendo di rendere effetto della sua personale soddisfazione del vitto e dell’alloggio la stipula di una convenzione tra l’albergo milanese e il Consorzio Idrico?
Perché, lei e altri dipendenti avete intenzione di andare a Milano spesso? E a far che? Qui a Caserta c’è da risanare un buco che neppure se si consorziassero i maghi Silvan e David Copperfield ci si riuscirebbe. E lei, direttore, cosa fa? Progetta di spendere altri quattrini, di utilizzare altro denaro pubblico, per fare la convenzione con un albergo di lusso a Milano, dove una camera doppia costa, al netto delle offerte last minute, 250 euro a notte e che in convenzione magari costerebbe solo qualcosa in meno?
Ma è la parola convenzione che inquieta. Chi pensa di stipularla con un ristorante, con un’impresa che eroga servizi o, come in questo caso, con un albergo, ha in testa di usufruire molto spesso di quel ristorante, di quei servizi o di quell’albergo.
Ma perché, hanno trasferito a Milano la sede di questo autentico sconcio a cielo aperto, che ha erogato ed eroga prebende a totali ignoranti della materia, a totali analfabeti della gestione amministrativa, nell’ordine di 3-4mila euro al mese, rendite parassitarie che hanno risolto (a fronte di risultati raggiunti pari a zero) la vita a persone senza arte né parte e senza un lavoro reale?