Continua il feeling tra la presidente dell’Asi Raffaela Pignetti e Fratelli d’Italia, che ha cercato di aiutarla contro De Luca. Incontro con Delmastro, alter ego di Cirielli e Schiano

13 Luglio 2023 - 13:29

Dopo gli insulti che per l’ennesima volta ha sciorinato ieri nei nostri confronti, non possiamo non commentare questa foto e questo post che pubblichiamo integralmente, come sempre, in calce

CASERTA – Naturalmente, noi continuiamo a scrivere sull’Asi e su chi la rappresenta nonostante le continue intimidazioni, nonostante gli insulti che la presidente Pignetti ci e mi propina ogni volta che un articolo di qualsiasi genere viene pubblicato.
L’Asi è un ente pubblico, un consorzio tra Comuni. Gestisce soldi pubblici, perché pubblici sono quelli versati dagli imprenditori che investono, attivando un opificio all’interno delle aree perimetrale dello stesso consorzio. L’ultima cosa al mondo che faremmo sarebbe quella di occuparci della signora Pignetti qualora questa fosse una privata cittadina o un’imprenditrice che rischia con i suoi soldi.
D’altronde nessun trattamento speciale è stato riservato all’Asi rispetto alla normale attività di questo giornale, che si occupa da anni del modo in cui vengono spesi i soldi pubblici dai Comuni e dagli enti di sottogoverno.

Pensate a tutto quello che abbiamo scritto e documentato sul consorzio idrico.

Del presidente Pasquale Di Biasio in quanto tale pensiamo tutto il male del mondo. Ma come presidente, non certo come persona.

Va dato atto, a lui come a tanti altri, di aver capito che il mestiere di un giornale è quello di controllare e soprattutto di non avere riverenze nell’usare il registro della polemica e della satira, perché questo fa parte del gioco.

Un sindaco, un presidente di ente pubblico, un presidente di un’Asi hanno già tantissimi vantaggi. Intascano stipendi sontuosi. Sarà almeno possibile controllare il modo con cui gestiscono questo fiume di danaro o qui siamo in una monarchia assoluta, in una dittatura in cui se fai una battuta su un potente vieni inchiodato alla croce e subissato di querele tutte incredibilmente pagate dalla cassa contenente il pubblico danaro.

Vabbè, l’avremo ripetute cento volte queste cose, ma evidentemente la presidente Pignetti si ritiene un essere speciale, al di sopra di ogni critica, di ogni satira, e magari se ci fosse un Crozza a occuparsi non di lei in quanto tale, ma di lei in quanto presidente di un ente pubblico, ne vedremmo delle belle.

Purtroppo, queste stancanti premesse sono rese necessarie dalle sortite della presidente (CLICCA E LEGGI QUELLA DI IERI) che – pensate un po’ – si è messa a fare una questione su un articolo sereno, in cui abbiamo anche salutato positivamente come una sorta di pace fatta le parole di elogio regalate all’Arma dei Carabinieri dopo la polemica che non avevamo certo inventato noi.

Perché non abbiamo scritto noi di Casertace che avevamo la sensazione strana, e cioè che lo smartphone del presunto stalker della Pugnetti (presidente, possiamo usare l’aggettivo presunto o in quanto suo stalker, abbiamo già fatto Tribunale, Appello e Cassazione?) in quanti questi era amico del figlio di un generale dei Carabinieri.

L’ha scritto lei, non noi.

Quando abbiamo fatto considerato questo post a dir poco sorprendente lo abbiamo scritto perché in passato abbiamo conosciuto anche quelli che sono normalissimi rapporti che la presidente ha anche con alti ufficiali dell’Arma, con generali.

Pure io conosco capitani, colonnelli, un paio di generali. La presidente, portando dentro al ragionamento una sua forma caratteriale ha detto che quella citazione nostra fosse una minaccia, un monito, per farle capire che noi sappiamo chi frequenta.

Ma quando mai. Questi sono film. Il discorso della sua conoscenza con uno o più generali dei Carabinieri va contestualizzato in un articolo che affronta una tematica, una questione, che la presidente Pignetti ha attivato con quel post, non certo – ripetiamo – noi di Casertace.

E allora oggi, evidenziando prima di tutto il carattere istituzionale dell’incontro che ha avuto a Roma con il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro, da noi spesso criticato per aver candidato da commissario provinciale di Napoli di FdI un condannato a 8 anni e mezzo di reclusione, non possiamo non ipotizzare, senza avere la presunzione di possedere la verità in tasca, che le iniziative pubbliche assunte a Napoli da alcuni esponenti di FdI, tipo Edmondo Cirielli, Michele Schiano, Carpentieri, tutte persone rapportatesi stabilmente a De Mastro quando questi era commissario a Napoli, possano avere una connessione con la cordialità di questa visita, di questa fotografia, di cui non neghiamo certamente la valenza istituzionale, visto che si tratta di iniziative che l’Asi ha assunto da qualche tempo in favore del reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro.

Ma se la presidente Pignetti incontra Delmastro, cioè una sorta di alter ego di Michele Schiano, di Edmondo Cirielli, motore di quella interrogazione che interferendo in una bega interna al centrosinistra, andava nettamente a dar ragione alla presidente Pignetti rispetto alla nomina nel comitato direttivo di Giuseppe Razzano, possiamo almeno maliziare un po’, da retroscenisti politici, su questa cosa, o anche questa è lesa maestà di un cantaballe (pardon, cantaballe seriale) così come ha carinamente definito il sottoscritto (avrei voluto vedere se questa espressione fosse stata utilizzata da me nei suoi confronti, sarebbero arrivati i caschi blu)?

IL POST SULLA PAGINA DI RAFFAELA PIGNETTI: https://www.facebook.com/photo/?fbid=10232825661126846&set=pcb.10232825662086870