CORONASEX. Salvini tiè! Beccati questa. I bulgari chiedono ufficialmente all’Asl di scopare in letti matrimoniali nel centro Covid di MADDALONI e l’hanno vinta

30 Giugno 2020 - 19:12

Beh, questo è un grande passo in avanti in termini di diritti umani. Immaginate le scene notturne di medici, infermiere e infermieri costretti a camminare in punta di piedi per non disturbare. MA SE STANNO IN OSPEDALE, NON SONO AFFLITTI DA SINTOMI DEL COVID?

MADDALONI (g.g.) – Chiariamo subito: noi siamo goliardi, non razzisti. D’altronde, è più facile che un comunista sia razzista. E purtroppo è successo, soprattutto nell’Unione Sovietica stalinizzata. E’ più facile rispetto ad un liberale. I liberali vero pongono i diritti umani sopra ogni cosa e questi sono universali, connaturati all’identità stessa dell’uomo in quanto tale, rispetto ai quali il colore della pelle non è fatto secondario, ma insignificante e irrilevante. Però, come detto, siamo goliardi e quindi se capita, com’è capitato in queste ultime ore, all’interno del presunto ospedale Covid di Maddaloni, che quei simpaticoni dei bulgari provenienti dai Palazzi Cirio di Mondragone abbiano chiesto e puntualmente ottenuto di consumare cibo arrivato da fuori, che se effettivamente fossero lì perché malati di Covid, sarebbe veramente un fatto deleterio e rischioso. E fin qui il goliardo ci azzecca fino ad un certo punto.

Ma se il bulgaro imposta al primario De Lucia, richiamato dalla pensione, la seguente richiesta e lo stesso primario, che forse si augura una degenza lunga affinché lunga sia una vita di una struttura che al momento non serve un tubo, visto che i bulgari sono tutti asintomatici, l’accetta senza battere ciglio, allora qui scatta una roba in stile Amici

Miei. Dunque, il bulgaro è ufficialmente arrapato e lo significa formalmente allo Stato italiano. Non si accontenta di una copula intrepida e veloce, di un piacere catturato negli spazi angusti di un lettino, ma chiede e si avvia ad ottenere un lettone matrimoniale perché, sostiene il bulgaro, il sesso, l’amore coniugale, eterosessuale, e il liberale che è in noi ha il dovere di precisare e rivendicare anche l’amore omosessuale, deve svilupparsi nelle comodità. E se il letto matrimoniale l’hanno chiamato talamo ci sarà anche un perché.

Ora, bisognerà capire se il bulgaro si accontenterà di due letti d’ospedale riuniti. Ma è difficile, perché questa sarebbe una pezzotta di un letto a due piazze. Ci vogliono una rete e un materasso che, misurati da un perito dell’Asl, risultino avere la larghezza minima per compiere quei movimenti birichini e un po’ ribaldi che rendono il sesso gaio, allegro e soprattutto soddisfacente.

Peccato che Matteo Salvini, dopo aver fatto visita a Castel Volturno, sia tornato a Roma, altrimenti avrebbe potuto prendere nota e spedirlo lui un lettone matrimoniale ai suoi amici bulgari. Ai tempi dell’ottimo Umberto, era la Lega ad “avercelo duro”. Ora, ‘sticazz di bulgari hanno invaso, oltre ai territori del Belpaese (beh, bel paese a Mondragone non esageriamo), anche i sacri miti del maschio latino.

Beh, se questa cosa fosse successa un anno fa, è probabile che Checco Zalone non avrebbe utilizzato per il trailer del suo film il “proverbiale negrone”, che si sa, “i negroni…“, ma un bulgaro dei Palazzi Cirio.