CORONAVIRUS. MARCIANISE C’É: Dispositivi per la terapia sub-intensiva realizzati con le maschere da snorkeling di Decathlon. Un designer marcianisano aderisce al progetto
30 Marzo 2020 - 17:45
MARCIANISE (Maria Concetta Varletta) – Un vecchio adagio sostiene che in situazioni critiche “si fa di necessità virtù“.
É esattamente quel che è successo, due settimane fa, in un ospedale di Brescia: le valvole per uno strumento di rianimazione stavano finendo e il fornitore non riusciva a consegnarle in tempi brevi. Sarebbe stato un danno incredibile, alcune persone forse avrebbero perso la vita. Di lì, l’idea: possibile stampare questa valvola in 3D?
Numerosi giri di telefonate ai Fablab di Milano e Brescia (CLICCA QUI) e poi per fortuna un’azienda della zona ha portato una stampante 3D direttamente in ospedale: in poche ore ha ridisegnato, e poi prodotto, il pezzo mancante.
Ma la virtù, in questo caso, è stata anche quella di avere un’intuizione geniale, consistita nell’utilizzare un oggetto di primo acchito insolito quanto improbabile: una maschera da snorkeling di Decathlon, la cui struttura pareva ben prestarsi al montaggio delle valvole stampate in 3D.
Un’idea vincente: adattare le maschere subacquee rimuovendo il filtro e realizzando una valvola appositamente ideata per poterle collegare all’ossigeno.
I tecnici di Brescia si sono subito messi in contatto con la nota azienda di sport: hanno iniziato a dialogare e così, in poche ore, sono partite le sperimentazioni all’ospedale di Brescia con ingegneri, medici e tecnici.
Quel che ne è risultato è stato, di lì a poco, il progetto di una maschera respiratoria di emergenza sostitutiva delle maschere Cpap, ovvero dei presidi utilizzati in terapia sub-intensiva o per la cura domiciliare in caso di difficoltà respiratore. Un connubio di creatività, tecnologia e umanità.
Attenzione, va chiarita una cosa importante: per quanto utile ed efficace la maschera respiratoria così realizzata non può essere considerata un presidio medico sanitario certificato. Quel che si verifica, in sostanza, è che in situazioni critiche, nelle quali non esiste alternativa, ai pazienti viene chiesto di firmare una liberatoria per l’utilizzo della maschera di emergenza e il caso rientra nei ranghi legislativi delle “cure compassionevoli”.
Ciò detto, i primi test effettuati su 500 maschere eseguiti a Brescia hanno dato risultati più che soddisfacenti e altre strutture ospedaliere mancanti di forniture hanno richiesto questi dispositivi.
A questo punto, perché non coinvolgere altri professionisti, possessori di stampanti 3D, in tutta Italia?
Tre giorni fa, il 27 marzo, Decathlon ha cominciato a spedire alle varie Regioni le maschere, in media 500 a capoluogo, per un totale di 10.000 pezzi.
Ma cosa porta questa storia in Campania, precisamente a Marcianise?
É presto detto: la risposta a questa “chiamata alle armi” di Claudio Formicola, designer 40enne, che ci ha spiegato pazientemente il progetto in tutti i suoi dettagli:
“Data la mia formazione in Design Industriale, posseggo due stampanti 3D. La mia disponibilità alla causa è stata immediata. In Campania abbiamo fatto un gruppo con tutti i maker che vogliono mettere a disposizione le loro competenze e attrezzature per dare una mano agli ospedali che hanno difficoltà a reperire i presidi medici. Ci coordiniamo costantemente per non disperdere risorse ed energie. Abbiamo ricevuto indicazioni precise per stampare le valvole e ci siamo subito messi all’opera”.
https://www.facebook.com/claudio.formicola/videos/10218960485236600/
La Campania è risultata destinataria di 900 maschere di questo tipo, che poi la Protezione Civile provvederà a distribuire. Claudio Formicola ha contribuito alla realizzazione di 30 kit di valvole richieste dall’ospedale Rizzoli di Ischia.
“Io ne ho realizzate 10, che hanno completato il lavoro di altri makers campani. Questa mattina mi sono recato a Napoli per consegnare i kit, appositamente disinfettati e confezionati, a uno spedizioniere che si è occupato di farli pervenire al nosocomio ischitano. Nei nostri gruppi di coordinamento abbiamo contatti diretti con la Regione e la Protezione Civile, ma anche con medici e dirigenti ospedalieri, che possono inoltrare richieste specifiche”.
“Ma quello delle maschere subacquee non è l’unico progetto a cui i maker stanno lavorando – conclude Formicola – Stiamo realizzando anche le maschere protettive per gli operatori sanitari, alcuni di noi con materiali di fortuna. Ma è veramente importante permetter loro di proteggersi. Io, per esempio, oggi sto stampando proprio queste. Medici e sanitari che avessero bisogno di supporto o altre informazioni, possono rivolgersi a noi”.