COVID E RETE SCIACALLA. Ecco perché è criminale e disonesto mettere in relazione la morte di un’anziana di S.MARCO EVANGELISTA e il vaccino a cui si era sottoposta

30 Aprile 2021 - 19:13

SAN MARCO EVANGELISTA – Quando la rete gioca narrando storie surreali su azzimati signori della terza età che, in “lapariello”, raggiungono un ospedale dov’è ricoverata un’avvenente badante dell’est europeo, ci facciamo una risata e buonanotte.

Ma se la rete comincia a scherzare con la vita e con la morte delle persone non c’è proprio più nulla da ridere.

Oggi, tra social e dintorni, circola la notizia del decesso di un’anziana di San Marco Evangelista, intervenuto per un malore improvviso quanto repentino, dopo essersi sottoposta alla prima dose del vaccino Pfizer.

Mentre fino a due o tre settimane fa poteva appartenere ad una diversa sensibilità di un publisher della rete collegare, nel titolo a un articolo, l’evento della morte a quello del vaccino, ora farlo significa solamente praticare il mestiere degli sciacalli.

Fino a qualche settimana fa aveva senso non bollare d’infamia chi, per sbarcare il lunario a colpi di “trash news”, compiva questa operazione, in quanto la platea delle persone vaccinate, pur cospicua, non esprimeva numeri tanto grandi da poter sostenere al mille per mille che non esistesse una connessione, quandanche indiretta e mediata dall’esistenza di patologie pregresse, tra vaccinazione e malore fatale.

Siccome oggi si viaggia sulle 500mila dosi al giorno, se uno sostiene che non esiste la certezza sull’inesistenza della connessione tra vaccino e decesso, comunica la stessa cosa di chi, scrivendo la notizia della morte di un pedone colpito da una tegola cascata da un palazzo, chiosa fatalisticamente e giustamente il suo articolo con la frase: “Stiamo sotto al cielo”.

Per cui, la possibilità che una persona possa morire per effetto dell’iniezione di un vaccino non è nulla ma ha la stessa probabilità che si ha di morire centrati da una tegola mentre si passa sotto al palazzo.

Ciò perché la relazione numerica tra numero di vaccinati ed effetti del siero è talmente sbilanciata sul dividendo, cioè sul numero enorme di persona che ogni giorno vengono vaccinate, che la morte di 1 dei 500mila deve essere, fin quando non intervenga una pesantissima prova contraria, ascritta semplicemente alla statistica, all’appartenenza alla serie storica della inevitabile e ineluttabile esistenza della vita e del mistero della morte.

Per cui, se nei social e nella rete escono ancora strilli come quello relativo all’anziana di San Marco Evangelista, uno può essere anche buono e misericordioso nei confronti dei propri simili, ma qui siamo in un alveo extra similes, cioè nel mondo animale assassino e traditore della specie dello sciacallo.