Cresce l’uso del digitale nelle PMI: aziende esperte su del 7%
2 Dicembre 2022 - 14:11
Da vezzo a necessità, le tecnologie digitali sono sempre più diffuse anche all’interno delle piccole e medie imprese, che non possono più trascurare il cambiamento in atto se intendono restare al passo coi tempi e non perdere in competitività. Il punto della situazione è stato fatto di recente dall’Osservatorio dei Punti Impresa Digitali delle Camere di Commercio, che ha evidenziato un trend positivo ma non del tutto soddisfacente: vediamo insieme i dettagli.
Tecnologie digitali nelle piccole e medie imprese: un trend in crescita
Ciò che emerge dai dati resi noti dall’Osservatorio PID è una situazione abbastanza controversa, in cui all’aumento delle tecnologie digitali nelle PMI italiane corrispondono ancora livelli non soddisfacenti in termini generali: insomma, la situazione migliora ma in maniera ancora un po’ lenta. Il tasso di imprese con un basso livello di competenze digitali, per esempio, si è ridotto del 16% ma è tuttora fermo al 44% delle imprese totali, una percentuale piuttosto alta soprattutto se confrontata con i passi da gigante fatti da altre realtà a livello europeo.
Aumentano al contempo del 7% le PMI definite “esperte”, che cioè utilizzano regolarmente il digitale e ne sfruttano al massimo le potenzialità in ogni area dell’organizzazione, e salgono al 17% i “campioni digitali”, ossia le eccellenze considerate un esempio da seguire per ottimizzare l’uso degli strumenti più innovativi.
Il quadro può essere dunque considerato positivo se si guarda alle variazioni avvenute nell’ultimo anno, sicuramente non trascurabili, ma in linea generale con una società che corre sempre di più verso l’uso
PMI e digitali: sei imprese premiate da Unioncamere e Dintec
L’indagine pubblicata recentemente punta l’obiettivo anche su quelle che sono considerate come le migliori PMI dal punto di vista dell’uso del digitale. In particolare, nell’ambito dell’iniziativa Top of PID promossa da Unioncamere e Dintec, sono state premiate sei imprese italiane che hanno adottato efficacemente soluzioni innovative in termini di transizione digitale.
La Family Days Events di Milano, per esempio, ha ideato un portale e-commerce dedicato alle esperienze di intrattenimento rivolte alle famiglie, mentre la Pikered, sempre di Milano, ha sviluppato il progetto Zaiux, un software che permette alle aziende di effettuare penetration test automatizzati attraverso l’emulazione di attacchi informatici.
Il sestetto premiato nell’ambito del Top of PID include poi l’azienda Didanet di Venezia, che ha sviluppato una piattaforma innovativa per effettuare qualsiasi tipo di votazione online, la Caldarola di Matera, con il suo simulatore di macchine movimento terra e la Cube Controls di Sassari, abile a implementare un nuovo sistema ERP interno.
L’importanza del digitale nelle piccole e medie imprese
Gli esempi sopra citati ci fanno ben comprendere quanto le tecnologie digitali possano essere dirompenti in qualsiasi settore di intervento: se in questi anni abbiamo infatti conosciuto il boom di servizi globali incentrati per esempio sull’intrattenimento o sull’uso di passatempi come slot e altri giochi, oggi siamo di fronte a una rivoluzione molto più vicina a noi, che deve vedere protagoniste proprio le piccole imprese private e pubbliche, chiamati a sfruttare i benefici della tecnologia per migliorare l’approccio al mercato, ottimizzare tempi e costi delle operazioni e gestire al meglio i rapporti con i clienti finali.
Adottare strumenti digitali nelle PMI significa infatti agire sia sulla dimensione interna che su quella esterna, andando cioè al tempo stesso a razionalizzare i processi che avvengono a livello produttivo e all’interno degli uffici e a semplificare il lavoro verso l’esterno, comunicando meglio e più velocemente con tutti i soggetti presenti sul mercato.
Le opzioni a disposizione delle piccole e medie imprese sono oggi tante e di diversa valenza: pensiamo, per esempio, ai social network divenuti strumenti essenziali per promuoversi e restare in contatto con clienti e fornitori, ma anche a soluzioni che permettono di organizzare in maniera più razionale ogni tipologia di attività.
Problemi centrali restano però quello degli investimenti e della formazione del personale, elementi di debolezza che tuttora mantengono un buon 44% delle imprese su livelli bassi di digitalizzazione. Non tutte le aziende infatti destinano attualmente adeguate risorse a questo tema e ancora basso risulta il livello medio di alfabetizzazione informatica e tecnologica dei dipendenti, un nodo da sciogliere rapidamente anche con aiuti pubblici per non perdere l’importante treno della ripresa.