Dal campo di calcio alla maratona: la corsa vincente di Diamante Falco e Francesco Nunziata
9 Maggio 2025 - 21:37

Una storia tutta campana di sport vero, dove a contare non sono i secondi ma i gesti: Francesco, spinto da Diamante, corre da anni le gare più importanti, con l’amicizia come motore più forte di ogni record.
SAVIANO (Pietro De Biasio) – «I favori tra amici non si fanno per avere qualcosa in cambio, ma per la gioia di vederli sorridere». Parole semplici e dirette di Diamante Falco che raccontano ciò che accade ogni volta che si allaccia le scarpe da corsa, aggancia la joëlette e parte con Francesco Nunziata al suo fianco. O meglio, dietro di lui. Nel mondo del podismo, abituato a parlare di tempi, split, negative split e ranking, ci sono storie che non entrano nei tabellini ufficiali ma valgono come medaglie d’oro.
Nel podismo che conta, quello che pulsa dal basso e riscalda le strade dei paesi con applausi sinceri e storie vere, ci sono atleti che vincono senza tagliare per primi il traguardo. Tra questi, Francesco Nunziata e Diamante Falco, entrambi savianesi, entrambi innamorati della corsa, entrambi legati da una complicità che si traduce in chilometri di emozione. Saviano, provincia di Napoli. Una piccola patria per due cuori grandi. Francesco, nato in Brasile il 15 dicembre 1986, adottato da una famiglia savianese, vive da sempre con una disabilità motoria. Ma la sua vita è una corsa continua: scrittore, tifoso, sognatore, maratoneta. Diamante, podista, compagno fedele, ha trasformato il gesto atletico in un gesto d’amore.
E insieme, con la maglia dell’Asd Running Saviano, hanno già firmato una delle pagine più belle del podismo campano degli ultimi anni. Si conoscono oltre dieci anni fa su un campo di calcio. Il pallone, si sa, unisce. Ma in questo caso costruisce qualcosa di più: una fratellanza sportiva. Francesco è un volto noto tra gli appassionati delle squadre locali, Diamante corre, si spende. L’amicizia nasce spontanea. Ma è nel 2016, dopo un infortunio che tiene Diamante fermo ai box, che l’idea prende forma. «Corriamo insieme», si dicono. E non è solo una frase. Grazie al supporto del Team Lorenzo di Aversa, che già aveva esperienza con atleti con disabilità, riescono a ottenere una joëlette da corsa. È l’inizio di tutto: «Corriamo Saviano» del 2018 è la prima gara. Ma non l’ultima. Seguono Caserta, Barcellona (21 km il 17 febbraio 2024, con loro anche Vincenzo Santillo e Pasquale D’Ambrosio), fino all’impresa più grande: la Maratona di Valencia, 4 dicembre 2022. Chi crede che spingere una joëlette sia solo un gesto simbolico si sbaglia di grosso. Serve potenza, equilibrio, resistenza. Le braccia lavorano quanto le gambe. Ogni buca, ogni curva, ogni salita impone attenzione e controllo.
Ma non solo. Serve anche una profonda connessione mentale tra chi corre e chi viaggia. «Quando corro con Francesco, racconta Diamante, io non penso ai miei battiti, penso al suo sorriso. Ma in realtà è lui che guida me». Francesco, dal canto suo, non è mai passivo. Incita, osserva, si emoziona. È un compagno di gara attivo, presente, lucido. Insieme formano un’unità completa: uno il motore, l’altro il navigatore. Nel 2023 la Running Saviano si mobilita per acquistare una carrozzina da corsa in carbonio, del valore di 4.000 euro. Sponsor, amici, tesserati: tutti fanno la loro parte. Da allora Francesco ha il suo mezzo personale. Nessun prestito, nessun favore: solo la forza della squadra. Il 4 dicembre 2022, Francesco diventa ufficialmente un maratoneta. Alla partenza della Valencia Marathon, tra 37.000 partecipanti, c’è anche lui. Diamante non corre da solo: si alterna con altri tre atleti per i 42 km. Francesco resta a bordo per tutto il tempo, tra la folla che li acclama, li incita, li fotografa. È una festa, ma anche una sfida vinta: l’ultima curva, lo sprint finale, le braccia al cielo.
Oltre a correre, Francesco scrive. Il suo primo libro, «Viaggio verso Te», racconta la storia di Pedro, giovane argentino in cerca di libertà e amore. Dentro, c’è anche Diamante. «Quando ho scoperto che mi aveva citato in un capitolo, mi sono commosso, dice, perché nella vita non cerco riconoscimenti, ma se lasci un segno nel cuore di qualcuno, vuol dire che qualcosa di vero l’hai fatto». I due non si fermano. Altri progetti sono in cantiere. Nessuno spoiler, per ora. Ma una promessa sì: continueranno a correre, e a far sorridere. Non per salire su un podio, ma per dimostrare che il podismo, quello vero, è anche questo. Cuore, chilometri e mani che spingono insieme. Perché ci sono storie che non finiscono al traguardo. Anzi, cominciano proprio lì.