Doping illegale venduto nelle palestre di MARCIANISE, SAN PRISCO E VITULAZIO. Le parole dei carabinieri contro quelle degli imputati. TUTTI I NOMI
18 Luglio 2022 - 19:39
GRICIGNANO D’AVERSA – Ricettazione, adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari, commercio e somministrazione di farmaci guasti o imperfetti: l’inchiesta sull’importazione e la relativa commercializzazione di sostanze vietate quali Cialis, Nandrolone e l’ormone della crescita (Ghrp-2). Queste le contestazioni ai danni di sodalizio criminale tra cittadini di nazionalità ucraina operante tra le città di Napoli e Caserta dedito alle estorsioni nei confronti degli autotrasportatori impegnati nel trasporto di persone e merci in Campania e Ucraina.
Dal monitoraggio dell’utenza telefonica del personaggio di spicco dell’associazione criminale ucraina Andriy Fesiy ed un soggetto di nazionalità italiana Vincenzo Rocco si scoprirono i traffici di natura illecita aventi ad oggetto le sostanze anabolizzanti con l’esistenza di un’ulteriore sodalizio criminale. A seguito delle indagini dei militari l’attività illecita principale di tale sodalizio risultò esser quella dell’importazione dall’Ucraina di farmaci in genere e sostanze anabolizzanti presso palestre site a Napoli, Casoria, Marcianise, San Prisco, Vitulazio e personal trainer operanti all’interno delle stesse i quali a loro volta ne curavano la cessione.
Durante l’udienza che si è tenuta oggi, lunedì, i periti della procura e i carabinieri della stazione di Gricignano di Aversa , cioè coloro hanno condotto le indagini, hanno portato in aula le prove delle contraddizioni, le intercettazioni che fanno emergere discrepanze tra quello dichiarato dagli imputati e quanto è emerso nell’inchiesta.
L’associazione, oltre alla fase dell’importazione, curava nel dettaglio anche la fase dell’occultamento e dello stoccaggio dei farmaci stessi e la successiva commercializzazione. Per agevolare tale commercio in alcuni casi gli associati procedevano a dotare i farmaci di confezioni false appositamente realizzate allo scopo di occultare la provenienza dei medesimi o di far credere agli eventuali acquirenti che si trattasse di farmaci prodotti in Italia e non già di dubbia provenienza e pertanto potenzialmente ancor più pericolosi per la salute degli assuntori. Coinvolti nell’inchiesta oltre a Fesiy e Rocco anche