DROGA e CAMORRA. Assolto Gaetano Diana, figlio di Elio Diana. Ecco perchè il verdetto della corte di appello su Teresa Vitolo e Stefano Fusco ha aperto la strada a quello di oggi

15 Luglio 2022 - 14:04

Condanna a 10 anni per l’albanese Erjon Bixi. Gli altri imputati che hanno scelto il rito abbreviato hanno già incassato significative condanne dalla corte di appello di Napoli

 

VITULAZIO – Che il processo con rito ordinario nei confronti di Gaetano Diana, di Casal di Principe, figlio del noto pregiudicato ed esponente del clan dei casalesi Elio Diana e dell’albanese Erjon Bixi andasse verso l’epilogo scritto pochi minuti da uno dei collegi giudicati del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, si era abbastanza capito dagli eventi sviluppatisi nel binario parallelo, e sicuramente principale, di questa vicenda giudiziaria che lo scorso 10 giugno ha vissuto un altro momento importante davanti ad un altro collegio, stavolta della Corte di Appello di Napoli che ha emesso il verdetto di secondo grado nei confronti di Teresa Vitolo, già moglie del boss del clan dei casalesi Carlino Del Vecchio e sorella del collaboratore di giustizia Pasquale Vitolo, e di Stefano Fusco, per un periodo, non sappiamo se ancora oggi, suo nuovo compagno in quel di Vitulazio, dove entrambi, come abbiamo scritto in passato, con tanto di video allegati, sono stati molto attivi nelle ultime campagne elettorali.

Il 10 giugno, infatti, la Corte d’Appello aveva emesso la sentenza che faceva seguito a quella di primo grado, pronunciata in tempi abbastanza rapidi in quanto ala maggior parte degli imputati avevano chiesto ed ottenuto il rito abbreviato, al cospetto di un gip in funzione giudicante monocratico.

Le pene erano state dure, 8 anni e 3 mesi per Teresa Vitolo, 14 anni per Fusco con significativi verdetti anche a carico di Michele Fusco, (6 anni e 9 mesi), Pasquale Vitolo (4 anni e 6 mesi), Antonio Nespoli (4 anni e 6 mesi) Antonio Merola (4 anni e 10 mesi), Tommaso Nigro (2 anni), Rita Fusco (un anno e 4 mesi), ma allo stesso tempo la sentenza dell’appello ha escluso l’aggravante mafiosa nel meccanismo organizzativo, ampio ed articolato, di un vasto traffico di stupefacenti tra i comuni di Vitulazio, Camigliano, Capua, Bellona.

Escludendo questa aggravante Gaetano Diana, figlio di Elio Diana, considerato nell’indagine il punto di riferimento dei concorrenti al reato commesso dell’area di Casal di Principe e delle strutture ancora operanti del clan dei casalesi, ha potuto guardare con più fiducia e con più ottimismo all’esito del rito ordinario di primo grado, che ovviamente si è sviluppato con molta più lentezza rispetto a quello abbreviato.

E infatti, a fronte di una richiesta di condanna a ben 18 anni di reclusione per il reato mafioso, formulata dal pubblico ministero della Dda, Maurizio Giordano, i giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere lo hanno assolto stamattina, accogliendo pienamente le tesi del suo avvocato difensore Alfredo Santacroce.

Diverso l’esito per l’albanese Erjon Bixi, difeso dall’avvocato Raffaele Russo e condannato a 10 anni di reclusione che costituiscono comunque una pena inferiore a quella invocata dal pubblico ministero. Una sentenza dunque, abbastanza logica e anche in apparenza coerente con quella pronunciata il 10 giugno dalla corte di appello.