DUPLICE OMICIDIO dell’avvocato e di suo fratello: quante stupidaggini scritte da tutti, noi compresi. Nessun’asta fallimentare diretta. E poi, sulla dinamica…..

17 Giugno 2024 - 10:23

Il nostro mea culpa: la corsa al click non può spargere epidemie di fake news, ma gli inquirenti, nel rispetto della segretezza delle indagini, devono aiutare i giornalisti veri anche nelle ore immediatamente successive a fatti gravi come quello verificatosi ieri

CESA (Gianluigi Guarino) – Il duplice omicidio, avvenuto ieri pomeriggio nel territorio al confine tra Orta di Atella e Succivo, ha provocato un effetto tragico per la famiglia di Marco e Claudio Marrandino che, in pochi secondi, si è vista strappare due vite preziose, due giovani freddati con spietatezza dal 53enne Antonio Mangiacapre, ma rappresenta anche un segno chiaro e, purtroppo, inquietante dei tempi, rispetto al quale anche noi di Casertace, purtroppo, ci siamo fatti risucchiare dalle necessità di un’informazione usa e getta, a dirla tutta più getta che usa, rincitrulliti dalla necessità di essere primi o secondi sulla notizia, al di là della veridicità al di là della capacità seria di verifica della stessa.

Ieri pomeriggio è successo letteralmente di tutto. È vero che le cosiddette fonti istituzionali fanno poco, molto poco per indirizzare per quel che è possibile – perché non è certo nostra intenzione scrivere articoli che nuocciano alle indagini – le ricostruzioni fondamentali e iniziali. E allora, tutti a cercare una fonte secondaria, terziaria nel territorio.

Il più delle volte, chiacchiere da bar, spacciate per dritte illuminanti, che poi si rivelano totalmente infondate e, conseguentemente, fuorvianti. Da questo vivaio di dicerie è venuto, fuori, infatti, il fantasioso movente riconducibile a beghe, divenute dissidio e sfocate, poi, in furia omicida, relative a una vendita fallimentare di un immobile.

Quando, dopo un paio d’ore, noi di Casertace ci siamo messi a fare di nuovo, dopo l’ubriacatura dell’inizio, i giornalisti seri, abbiamo consultato diverse fonti informatissime, incrociandone le valutazioni, e abbiamo constatato che nessuna di queste ci ha parlato di un impegno professionale diretto diretto dell’avvocato Marco Marrandino e di suo fratello Claudio nel settore delle aste fallimentari.

Potrebbe darsi che Marco Marrandino abbia assunto il mandato di qualche parente di Mangiacapre su questioni inerenti a eredità immobiliari E dentro a questo mandato ci possa essere qualche cespite oggetto di asta fallimentare Quindi, questo pseudo movente, diffusosi come il venticello di una famosa aria del Barbiere di Siviglia, va, a questo punto, va escluso almeno come fatto diretto scatenante la furia omicida di Antonio Mangiacapre.

Seconda questione: nel caravanserraglio delle ricostruzioni, erogate a caldo come si faceva un tempo con i mattoni della Duchesca napoletana, si è scritto, ripetiamo, purtroppo anche noi, che l’appuntamento, l’incontro tra l’auto dei Marrandino e quella di Antonio Mangiacapre fosse avvenuto in una sorta di mini area di sosta o comunque di disimpegno dell’asse mediano nei pressi dell’uscita di Orta di Atella e Succivo.

Anche questo è totalmente sbagliato. L’ auto dei fratelli ha infatti, imboccato l’uscita e, alla fine della corsia di decelerazione, è avvenuto l’ingaggio tra le due auto che si sono incrociate di fronte e questo da ritenere che la Golf di Mangiacapre non avesse proceduto lungo l’asse Mediano.

. A quanto pare e stavolta la formula dubitativa è doverosa, quando anche legata ad una constatazione diretta della posizione dei due veicoli e da conferme ufficiali, arrivate dagli organi inquirenti, ci sarebbe accesa stata una violenta discussione tra i guidava l’auto dei Marrandino e Mangiacapre che conduceva un’altra auto. Una discussione a veicoli ancora in movimento.

Successivamente, il veicolo di Mangiacapre si sarebbe messo di traverso ostruendo la strada all’auto dei Marrandino e, a quel punto, quando tutto lasciava presagire un qualcosa di forte, magari una rissa, che rientrasse comunque nell’alveo delle liti stradali, Mangiacapre ha stravolto lo schema, il cliché.

Ha estratto la pistola e, sorprendendo i fratelli Marrandino, ha esploso immediatamente dei colpi che hanno ucciso all’istante Claudio Marrandino, posizionato sul sedile del passeggero. L’avvocato è uscito dall’auto dopo aver aperto lo sportello, ma Mangiacapre, da una distanza di quattro, cinque ha esploso prima un colpo e poi altri due, risultati fatali Ordunque, l’ipotesi, ripetiamo, l’ipotesi che tutto sia stato determinato da un ingaggio casuale non è assolutamente da scartare, come non è da scartare quella che i Marrandino o uno di loro conoscessero o conoscesse Mangiacapre anch’egli di Cesa, pur se residente a San Cipriano.

Ma questo lo potrà dire solamente lo stesso Mangiacapre, torchiato per tutta la notte da uno dei pubblici ministeri della procura della Repubblica di Aversa. Quest’ultimo elemento narrativo chiarisce che quest’ omicidio non ha una matrice camorristica. Opera, infatti la Procura di Aversa – Napoli Nord, visto che la Dda non ha ritenuto ci fossero i motivi per chiedere un proprio intervento e una trasmissione dei primi elementi di indagine allo scopo di assumere la competenza del l’inchiesta.

Terza questione: quello che Antonio Mangiacapre, infine, ha fatto alla clinica Pineta Grande dove ha cercato di mettere in scena una sorta di sceneggiata simulando maldestramente, al cospetto di Benedetto Zoccola, persona che da anni viaggia sotto scorta per gli attentati di camorra subiti, un malore, fa ritenere che si tratti di una persona molto lesta di mano e di grilletto, ma che certamente non porta con sé un cervello astuto.

L’intervento dei Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Marcianise è stato veloce ed efficace quand’ anche favorito dai movimenti grossolani di Mangiacapre. Intervento efficace perché averlo catturato a pochissimo tempo di distanza dal momento in cui ha esploso i suoi colpi letali, ha consentito sicuramente di sottoporlo all’esame dello Stub, una volta si chiamava guanto di paraffina, che consente di accertare se una persona abbia o meno sparato nelle ore precedenti. Nelle prossime ore, massimo domattina, è atteso un comunicato chiarificatore della procura della Repubblica di Aversa – Napoli Nord.

Noi per primi ci assumiamo la responsabilità, scusando i con i nostri lettori, di tutte le stupidaggini scritte parimenti a tutti gli altri organi di informazione, a partire da quelli nazionali. Rappresenteranno un monito, un riferimento esperienziale da ora in poi. Meglio concedere qualche click, qualche visita ad altri siti che andare appresso a fake news che poi mettono in cattiva luce tutto il sistema dell’informazione propinata attraverso il web.

Detto questo, va detto, però, con la stessa franchezza, che se un minimo di chiarimento fosse arrivato dall’autorità giudiziaria, dagli inquirenti quanto meno nei minuti successivi al fermo di Antonio Mangiacapre, avvenuto nel pronto soccorso della clinica Pineta Grande, si sarebbe potuto limitare il profluvio di stupidaggini che su questo duplice omicidio si è rovesciato sui lettori e sui telespettatori.