È ORGIA CLIENTELARE. Tutti zanniani: l’ente d’Ambito dei rifiuti assume Silvio Di Sarno, con parenti problematici, un congiunto dell’autotrasportatore Peppe Ucciero, pluri-indagato per camorra, e il figlio di un ex di Oliviero, oggi magliocchian-zanniniano

13 Maggio 2024 - 19:50

Il tutto nell’ente presieduto dal “puro di cuore”, da colui che ci scriveva su whastapp di non condividere certe politiche del consigliere di Mondragone. Ormai è un sistema che permetterebbe oggi allo Zannini, se solo volesse, di raccogliere anche 60 mila vota di preferenza personali

CASERTA (g.g.) – Chi scrive questo articolo conserva ancora – ad imperitura memoria – certi messaggini via whatsapp scritti a suo tempo da Gino Pellegrino, sindaco di Parete in nome e per conto di Salvatore Falco, più che per Michele Falco, vicesindaco, ma soprattutto imprenditore di grido che recentemente ha effettuato significativi investimenti immobiliari in area abruzzese di cui scriveremo prossimamente.

Non abbiamo mai pubblicato quei messaggini, ma siamo stati costretti qualche volta a riassumerne il senso: una roba caramellosa in stile puri di cuore, un qualcosa che stava in mezzo tra le facce pie e comunque speranzose del popolo ebraico costretto all’esodo e una preghiera estatica di santa Maria Goretti.

“Io non accetterò mai la carica di presidente dell’Ente d’Ambito dei Rifiuti. A Giovanni (Zannini, ndd.) gliel’ho detto. Anzi, ti dirò, direttore, mi sto anche staccando da lui perché non condivido il modo in cui fa politica”.

E meno male! Dopo 10 giorni Pellegrino fu eletto (anzi, forse meglio dire nominato) come presidente dell’Ambito rifiuti di Caserta.

L’estate scorsa, per i suoi 50 anni, Zannini sembrava Marilyn Monroe al compleanno di John Fitzgerald Kennedy e oggi Gino Pellegrino fa le stesse cose, se non peggio, di tutti quelli che si muovono agli ordini del mondragonese.

Non ci credete? Ecco la prova che vi daremo non prima di aver sottolineato che questi enti d’Ambito provinciali sono l’ennesima sovrastruttura clientelare e sprecona finalizzati a drenare soldi della spesa pubblica per alimentare le mangiatoie clientelari dei politici, nel caso specifico quella di Zannini che, oggi, se volesse spingere al massimo il voto per se stesso in questo provincia, supererebbe di gran lunga le 50 mila preferenze personali, toccando forse anche quota 60 mila.

Non contano nulla questi enti d’Ambito provinciali perché tutte le fasi esecutive, le autentiche decisioni di potestà vengono assunte a Napoli, in regione, dagli speculari enti d’Ambito della monnezza e delle risorse idriche, così come abbiamo dimostrato più volte e così come ha dimostrato di recente l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, o Antitrust, che dir si voglia, che in tribunale, precisamente al Tar, non ha trascinato l’ente d’Ambito provinciale presieduto da un altro zanniniano “che ve lo raccomando”, ossia il sindaco di San Marcellino, Anacleto Colombiano, bensì l’Ente idrico campano, autore di quella porcheria grazie alla quale il Consorzio Idrico Terra di Lavoro, al quale sono stati abbonati centinaia di milioni di euro di debiti, si è trasformato in Idrico Terra di Lavoro Spa.

A Gino Pellegrino, che nella sera del suo compleanno era vestito come il personaggio dello spot del tonno Nostromo, vanno legate, come autore di fatto, tre assunzioni che parlano da sé e che fanno capire a cosa servano questi enti d’Ambito provinciali: a fregare i soldi dei canoni alle amministrazioni comunali obbligate a parteciparvi, soldi che arrivano sempre da pantalone, per mettere “a posto” determinati personaggi che appartengono sempre allo stesso “bottone”.

IL COMMERCIALISTA

Assunzione numero uno: Silvio Di Sarno da San Cipriano d’Aversa, nuovo istruttore direttivo contabile del servizio Bilancio e Risorse umane ex Cat. D. Già assessore comunale in una giunta capitanata da Vincenzo Caterino, presidente della Gisec, l’ente provinciale dei rifiuti che Zannini dirige attraverso Magliocca, ed eletto al consiglio in cui capitanava un’unica lista in campo, situazione totalmente sovrapponibile a quanto successo a San Marcellino, con il sindaco Colombiano, come detto, presidente dell’ente di Ambito delle acque provinciale.

Silvio Di Sarno fa parte della struttura familiare maggiormente connessa a Giovanni Zannini. E non solo politicamente.

Come scrivevamo in un articolo del 7 novembre 2022 (CLICCA E LEGGI), Silvio Di Sarno è il figlio della sorella di Giuseppe Peppe Mastrominico, imprenditore 56enne, cugino dei Mastrominico, innocenti a sentenza passata in giudicato, ma ancora oggi alle prese con il processo in Appello ordinato dalla corte di Cassazione che ha annullato la sentenza di assoluzione, pronunciata sempre dai giudici napoletani di secondo grado, in riforma radicale delle dure condanne emesse dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel processo che ha visto e vede ancora come personaggio principale l’ex sindaco di Villa Literno ed ex consigliere regionale, Enrico Fabozzi.

Esiste una parentela, seppur lontana, tra Giuseppe Mastrominico e la famiglia Zannini. Infatti, il nonno di Michele Zannini, papà di Giovanni, era fratello della nonna del citato Peppe Mastrominico, insomma, cugini di secondo grado.

Questo solo per dire che, esistendo un vincolo parentale, seppur lontano, c’è un legame con la famiglia Di Sarno, in grado interagire direttamente, senza l’intermediazione politica, con Zannini. Ora, può anche darsi che questo non abbia inciso nell’assunzione di Di Sarno nell’ente d’Ambito dei rifiuti, ma nessuno potrà dire che non esiste una connessione di normale rispetto parentale tra le due famiglie.

I Di Sarno, però, vantano anche qualche parente più problematico. Emilio Di Sarno è da anni considerato dai magistrati della Dda vicino al clan dei Casalesi, come è stato anche dichiarato dal collaboratore di giustizia Nicola Schiavone. Ha collezionato qualche avviso di garanzia, in quanto accusato di aver preso appalti in nome e per conto del clan. Anche per questo Emilio Di Sarno è stato imputato nel processo Normandia.

Va specificato che Emilio Di Sarno è stato assolto per questa vicenda.

Problemi speculari li ha avuti il figlio Nicola. Quando si parla di lui, ci si ricorda – sempre stando alle parole dei pentiti – della presunta riunione tenuta a casa sua in cui i vertici del clan dei Casalesi, al tempo c’era ancora in giro Francesco Schiavone Cicciariello, crearono tutto il meccanismo complicato che potò alla morte di Sebastiano Caterino l’evraiuolo, ucciso in una agguato a Santa Maria Capua Vetere il 31 ottobre del 2003.

Emilio Di Sarno è lo zio del papà di Silvio Di Sarno che, dunque, di Emilio è il pronipote. Conseguentemente, Nicola Di Sarno è suo cugino diretto.

IL GEOMETRA

Seconda assunzione: geometra Giuseppe Ucciero. Da qualche tempo opera negli uffici dell’ente d’Ambito dei rifiuti, sito a Santa Maria Capua Vetere, nella sede di via Caserta, assunto come istruttore tecnico.

Naturalmente, la procedura è stata anticipata dalla solita barzelletta dell’interpello di verifica della ricerca di personale per questa posizione all’interno degli esodati del Cub. Fosse una volta, eppure di concorsi ne abbiamo esaminati a centinaia, che siamo riusciti a trovare un esito positivo, a meno che, seppur raramente, tutta l’operazione non fosse stata già determinata a monte dalla politica, come è successo, ad esempio, in un paio di circostanze, al comune di Marcianise.

Il Cub, questa volta, ha addirittura risposto, segnalando la presenza di soggettivo che potevano ricoprire la figura di istruttore tecnico, senza però mandare i titoli di queste persone al dirigente Antonio Sorà, vecchia conoscenza di CasertaCe e mastro di festa in questi concorsi.

Giuseppe Ucciero è un congiunto diretto di un altro Peppe Ucciero, imprenditore degli autotrasporti liternese, reduce da una vita avventurosa che l’ha portato, ad esempio, ad essere coinvolto nella vicenda del sequestro operato a suo tempo dalla DDA della società La Castellana di Castel Volturno. Su di lui si può trovare un’ampia letterature sfogliando Google, ma sfogliando anche CasertaCe che, spesso e volentieri, ha scritto degli appalti aggiudicati dalla Gisec di Magliocca e Zannini proprio agli Ucciero, in coabitazione con l’imprenditore Fontana, anche lui con qualche fatica giudiziaria alle spalle o attuamente in corso, e all’altro imprenditore Raffaele Parente che, sfortunatamente, qualche anno fa venne sparato al volto in un attentato a Gaeta, dove era riparato, agitatosi però e non poco, dopo l’esilio, ordinato da Schiavone, di tutti quelli che erano stati bardelliniani o che comunque avevano fatto della sfera del capo della Nuova Famiglia.

L’imprenditore Giuseppe Ucciero ha stretto un rapporto di ottima amicizia con il ragioniere capo, dirigente della Gisec, Carmine Napolano. Un esperto del settore molto defilato ma che, a quanto pare, ha creato un solido rapporto anche con Giovanni Zannini, al quale dà anche una mano, dispensandogli consigli sulle politiche riguardanti i rifiuti che Zannini affronta da presidente della Commissione del consiglio regionale che si occupa proprio di questa materia.

Esiste, dunque, un fluido rapporto tra il consigliere regionale e due esperti del settore quali Peppe Ucciero e Napolano.

L’assunzione di Peppe Ucciero junior all’ente d’Ambito dei rifiuti casertano è conseguenza di ciò? Chissà.

L’INGEGNERE

Terza ed ultima (per ora) assunzione: ingegnere Roberto Del Prete da Sant’Arpino. Oggi ha 37 anni, tra poco 38. E’ un collega di università del Ministro delle risorse agricole Francesco Lollobrigida, cognato della premier Giorgia Meloni.

Del Prete si è infatti laureato nello stesso ateneo, in ingegneria, presso l’università privata telematica Niccolò Cusano. Una chiamata vocazionale, quella della scienza ingegneristica, arrivata un po’ tardi, insomma, una roba tipo Sant’Agostino o San Francesco d’Assisi. La sua laurea specialistica risale al 2021, mentre l’iscrizione all’Ordine degli ingegneri è avvenuta qualche mese dopo il bando di concorso dell’ente d’Ambito.

Il papà di Roberto è Elpidio Del Prete. Fino a qualche anno fa era vicinissimo a Gennaro Oliviero, ma da qualche tempo si è iscritto alla squadra dell’ex sindaco di Sant’Arpino Eugenio Di Santo, magliocchiano e, quindi, per l’ultra verificata proprietà transitiva, uno zanniniano.

Altre grane per noi di CasertaCe. Per non allungare ulteriormente l’articolo non ci soffermeremo su altri dettagli del tipo che l’esito degli orali e i bandi di concorso sono indisponibili sul sito dell’EdA dei rifiuti. Ma vabbè, non stiamo a spaccare il capello.