ELEZIONI. Ecco il nome del candidato casertano di FORZA ITALIA. La profondità tattica di Martusciello, l’esclusione di Sarro e la rivoluzione di velluto

21 Agosto 2022 - 13:08

Capolista alla Camera sarà Antonio Tajani, mentre la numero due della lista forzista sarà Marta Fascina, ovvero la compagna di Silvio Berlusconi

CASERTA (g.g.)Fulvio Martusciello ha impresso subito, in questi giorni il suo marchio di fabbrica nella complicata fase della messa a punto delle liste dei candidati che correranno alle elezioni politiche del prossimo 25 settembre.

Ma cos’è questo marchio di fabbrica? Per rispondere a questa domanda, occorre riavvolgere un attimo il nastro della storia del partito fondato da Silvio Berlusconi. Correva l’anno 1994, era di luglio e un mese prima l’esito delle elezioni europee, le quali avevano consolidato il risultato ottenuto da Forza Italia nel marzo precedente, quando la discesa in campo di Silvio Berlusconi aveva colpito e affondata quella “gioiosa macchina da guerra“, così definita da Achille Occhetto, leader del Pds – ex Pci – a cui le manette di Mani Pulite avevano servito su un piatto d’argento un’apparentemente ineluttabile vittoria elettorale.

A quelle Europee la provincia di Benevento era stata l’unica in Italia dove Berlusconi non aveva vinto la gara delle preferenze personali, battuto da Pierferdinando Casini, oggi candidato dagli eredi di Occhetto, allora invece, completamente dall’altro lato, nella lista di Forza Italia, con il pieno appoggio elettorale di Clemente Mastella,

il quale, con perfidia democristiana, non aveva sempre fatto votare Casini in coppia con Berlusconi, proprio allo scopo di creare un divario a lui favorevole.


Quel risultato fece incazzare non poco l’allora pimpantissimo Cavaliere, che, avendo capito il gioco di Mastella (“a Benevento comando io e dovrai sempre metterti d’accordo con me“), chiamò Antonio Martusciello, da poco coordinatore regionale, prelevato direttamente dai ranghi dirigenti di Publitalia, e gli ordinò di cambiare tutto a Benevento, facendo partire la rivoluzione dalla rimozione del coordinatore provinciale Giovanni Razzano, mastelliano di ferro di Sant’Agata de’Goti.

Antonio Martusciello non aveva fedelissimi a Benevento, ma solo un fratello molto giovane, un 27enne, impiegato nella sede sannita della Banca d’Italia e che di nome faceva Fulvio.

Lo propose e lo presentò a Berlusconi, che dette il via libera. Tutti lo snobbarono. Il solito fratellino raccomandato, ma dove vuole andare con questi volponi che gli “appicceranno la carta al culo“.

Tre mesi e il sottoscritto, al tempo collaboratore del Giornale di Napoli, quotidiano vicino a Forza Italia in quel periodo, capii che la carta l’avrebbe accesa lui, il mio quasi coetaneo Fulvietto, davanti al culo dei volponi. Capii subito, ripeto, in tre mesi non di più, che quel suo parlare compulsivamente a macchinetta, il moto perpetuo che connotava ogni sua giornata, non erano manifestazioni caratteriali a redditività nulla, ma che quella pallina, apparentemente impazzita, in trench marrone, possedeva un’attitudine naturale per vedere, capire e agire in un lasso di tempo inferiore alla media con cui lo facevano gli altri politici e che produceva, eccome se la produceva, una profondità nell’elaborazione tattica, in grado di rendere imprevedibili le sue mosse, che, accolte, al tempo, da chi lo sottovalutava, con i sorrisini sardonici, tipici di chi ritiene di saperla lunga, trasformarono quei sorrisini nel ghigno dello sconcerto, nella una smorfia di rabbia quando, craxianamente, certe volpi finivano, senza neppure accorgersene, in un’ inattesa pellicceria.

Perciò, proprio in forza di una profonda conoscenza di Fulvietto e, ripeto, di una profonda conoscenza, empiricamente collaudata, della profondità della sua elaborazione tattica, siamo stati molto prudenti, in questi giorni delle candidature, nel formulare previsioni su quelle che sarebbero state le scelte di Forza Italia.

Martusciello sapeva bene che il suo avvento alla carica che fu del fratello era troppo recente, di conio troppo giovane per poter incidere più di tanto nelle decisioni strutturali relative alla composizione delle liste per per la ripartizione proporzionale. E allora si è concentrato su obiettivi possibili.

Il primo: completare il radicale cambiamento della classe dirigente che ha governato Forza Italia dal tramonto di Nicola Cosentino in poi. In seconda battuta, realizzarlo con una logica politica e quindi non vendicativa.

Contrapporre un Massimo Grimaldi, mai appartenuto alla storia di Francesca Pascale, Luigi e Armando Cesaro, a Carlo Sarro, da anni e anni fiduciario politico dei Cesaro in provincia di Caserta, avrebbe assunto la rappresentazione di un colpo di mano.

E siccome Martusciello ci tiene a connotare le sue mosse di ragioni politiche solide, che ritiene, a mio avviso, fondatamente di possedere in questo frangente storico, non ha voluto replicare un metodo che ad esempio cinque anni fa, i Cesaro adottarono quando, dopo averlo portato perfidamente fino all’ultimo giorno, misero praticamente alla porta Giampiero Zinzi, negandogli la candidatura.

Grimaldi ha ben compreso e si è messo a disposizione di Martusciello per iniziare un percorso che lo potrebbe portare, di qui a qualche mese, alla nomina di coordinatore provinciale di Caserta. Il suo passo indietro ha consentito al buon Fulvietto di rendere politicamente più agibile, più logica la mancata ricandidatura di Carlo Sarro.

Allo stesso tempo, l’incasellamento al numero quattro del medico sessano Amelia Forte, seconda classificata nella lista forzista alle elezioni regionali del 2020, e che mai si sarebbe candidata contro la volontà di Massimo Grimaldi, ha completato questa sorta di rivoluzione di velluto, consumata tenendo una posizione di equilibrio e non del tutto privativa nei confronti del consigliere regionale di Carinola.

Questa è la profondità tattica della prassi operativa di Fulvio Martusciello.

Piaccia o meno, si tratta di un marchio di fabbrica ben conosciuto dal sottoscritto, affinato e lucidato dall’esperienza di una modalità originale nel genere dell’esercizio dell’attività politica.


In conclusione, la Forte sarà preceduta di Forza Italia al collegio plurinominale di Caserta e Benevento a ripartizione proporzionale, dal capolista Antonio Tajani, attuale coordinatore nazionale e già presidente del Parlamento europeo, e dalla Marta Fascina, attuale compagna di Silvio Berlusconi.

Infine, nessun candidato di espressione forzista negli uninominali maggioritari. Martusciello non li ha neppure chiesti per i collegi casertani. Ciò in logica armonia con il suo piano tattico, che trasformato ora in strategia, darà, di qui a qualche mese, il primo responso sulla validità delle scelte compiute dal neo coordinatore regionale.