ELEZIONI EUROPEE. Strasburgo e Bruxelles trasformati in meta per gruppi vacanze. Caputo e Patriciello sotto attacco

2 Marzo 2019 - 13:54

CASERTA – Non sono certo le elezioni più calde, ma hanno, tutto sommato, il loro perché.

Costituito fondamentalmente, se non, addirittura, unicamente, dai danari con la pala che intascano quelli o quelle che risultano elette.

Stiamo parlando delle elezioni europee. E perché euro-entusiasti ed euroscettici possono litigare su tutto, ma su una cosa si troveranno sempre d’accordo: il Parlamento Europeo deve esistere almeno fino a quando chi ci va intascherà 20mila euro al mese netti più benefit assortiti, aerei, treni gratis e portaborse a go-go.

Al momento, la Provincia di Caserta, è utile ricordarlo, visto che nessuno di loro ha lasciato una traccia, anche minima, in questi 5 anni, è rappresentata da Pina Picierno e Nicola Caputo del Pd.

Possiamo ascrivere a Caserta anche Aldo Patriciello, un vero e proprio decano, molto bravo soprattutto a intercettare grandi finanziamenti per le sue strutture sanitarie, molto blasonate, almeno a livello di documentazione ufficiale e di pubblicistica corrente, sul fronte della ricerca.

Ovviamente gli uscenti difendono la loro poltrona, mentre quelli che vogliono entrare li criticano aspramente.

Ad esempio, sarà sicuramente argomento oggetto di polemica la defatigante attività di alcuni di questi parlamentari europei, soprattutto di Nicola Caputo e dello stesso Aldo Patriciello, che hanno trasformato i palazzi e, diciamocela tutta, anche i ristoranti e le birrerie della nord-francese Strasburgo e della belga Bruxelles, in una sorta di meta turistica.

Ospitalità, visite e bisboccia, tutta a carico dei conti corrente, evidentemente pienissimi, degli europarlamentari.

Siccome i gruppi vacanze li organizzano soprattutto i sindaci, ecco che gli altri candidati, coloro che aspirano ad essere eletti e a garantirsi almeno un tranquillo quinquennio da ricchi sfondati, si lamentano e contestano questa modalità un po’ laurina, quand’anche ammantata di un velo istituzionale, in realtà inesistente.

Perché quando vediamo certe fotografie, spedite dagli europarlamentari, per non piangere ci facciamo delle grasse risate di fronte a quelle facce rubizze e a quelle improbabili cravatte, pensando a cosa succederebbe se qualcuno andasse vicino ai vacanzieri ponendo, per esempio, una domanda da quiz show preserale sul numero e sull’identità dei paesi fondatori del primo nucleo comunitario che dette vita alla Ceca.

Sarà un tema della campagna elettorale

Troppo poco rispetto alle questioni ciclopicamente importanti relative alla struttura degli attuali trattati, alla moneta unica, alla rigidità delle norme comunitarie, anche in previsione di una Brexit che non si sa bene se sarà pilotata pacificamente o se avverrà con un cortocircuito dalle conseguenze imprevedibili?

Beh, ora non esageriamo.

Questo passa il convento. C’è solo il problema che l’ampiezza dei temi e dei contenuti europei fa risaltare ancor di più “l’insostenibile…inesistenza dell’essere” dei nostri politici o presunti tali.