ELEZIONI PROVINCIALI E IL RUOLO DELLE DONNE. Ma Giovanni Sferragatta vuole il bene di sua sorella? Candidarla su pressione di Marzo ed esporla ai pericoli del peggior posto che c’è significa essere un kamikaze

30 Ottobre 2023 - 18:20

L’altra sera, nella solita cena dei soliti noti si è parlato di una professoressa al liceo peadagogico (per capirci, l’ex magistrale), che già in quanto tale, non si capisce cos’abbia da rapportarsi con tutte le porcherie che, di qui a poco, potrebbero determinare anche clamorosi sviluppi giudiziari

MADDALONI (g.g.) – Quesito di premessa: il Consiglio provinciale di Caserta è o meno un luogo ospitale per le donne? Dipende. Dipende da che punto guardi il mondo, tutto dipende cantava e si asseriva una canzone di gran successo di qualche anno fa.

Se la valutazione è di tipo esclusivamente aritmetico, fondato, cioè, sul rapporto numerico tra i due sessi, non c’è dubbio che il Consiglio provinciale e, più in generale, l’amministrazione provinciale, non lo siano affatto, stante la netta minoranza nelle cifre della rappresentanza, del genere biologico femminile, rispetto a quello maschile.

E lo stesso si può affermare, nel momento in cui l’analisi valutativa va a considerare le modalità, paternalisticamente, e, secondo noi, iper maschilisticamente devolutive che, diciamocela tutta, hanno consentito a Maria Gabriella Santillo la quale, tradendo il mandato elettorale, di pietire alla magnanimità di Giorgio Magliocca un brandello, quand’anche apparente e non certamente sostanziale, di potere, facendo fare una pessima figura al partito di Fratelli d’Italia, a cui appartiene, e che hanno, poi, consentito ad Olga

Diana di chiedere alla magnanimità di Giovanni Zannini, peraltro già altre volte frequentata, una poltrona di vanità per indossare la fascia blu in qualche cerimonia, ma irrilevante nella ponderazione dell’effettivo peso politico, di un vicepresidente che ha contato come il due di spade alla briscola.

Il Consiglio provinciale resta, quindi, un luogo inospitale per tutte quelle donne che vedono in un’autentica, realizzata, risolta e non solo asserita, parità dei sessi, la condizione necessaria, emotivamente consapevole, della propria partecipazione ad un processo elettorale e poi, di conseguenza, a un consesso istituzionale.

Nel tempo presente, l’amministrazione provinciale, per quello che è successo negli ultimi anni, è un postaccio poco raccomandabile, in cui le pochissime donne presenti hanno riempito il piatto della bilancia dei propri obiettivi di vecchi arnesi dello stereotipo femminino, ravanati dappertutto, ma proprio dappertutto nella stanza della subalternità, eccetto che tra le attrezzature utili a tenere si la testa della sempre complicata affermazione delle proprie capacità culturali, intellettive, cerebrali, a valere su ogni altro tipo di talento, che può, al contrario, conservare, in un contesto, quello delle istituzioni, in cui non si dovrebbe, certe peculiarità e certe attitudini che confermano prima e poi alimentano una rappresentazione di pesante subalternità delle attitudini peculiari e percepite da un certo tipo di pensiero debole, come irrimediabilmente ancestrale rispetto a quelle del maschio dominante e magnanimo, solo alle donne che accettano la caratterizzazione di questo discrimine.

LA CENA DI PAOLO MARZO, SFERRAGATTA E CO.

È risaputo che Paolo Marzo ci risulti simpatico. Abbiamo sempre apprezzato una sua caratteristica: l’essere, a proprio modo, una persona sincera e sincera perché lineare, in quanto non ha mai voluto apparire diverso da quello che è, ossia tutt’altro che un lord, ma una persona molto concreta, di una concretezza distante anni luce dalla possibilità di incrociare i principi in cui crediamo, ma manifestata sempre con apprezzabile e, osiamo dire, con stimabile schiettezza.

Ogni tanto se n’esce fuori con qualche idea bizzarra come quella di candidare a sindaco di Caserta il padrino dei suoi figli Gennaro Iannotti, Genny per gli amici. Ma noi gli perdoniamo anche questi momenti di sogno, di immersione in una dimensione immaginifica, si pura fantascienza, perché finanche Paolo Marzo ha pieno diritto di viaggiare qualche volta in un mondo fatto di marzapane.

Molto più concrete e reali sono, invece, le cene di amicizia che il simpatico Paolone organizza da diverso tempo con il suo amico maddalonese Giovanni Sferragatta.

Negli anni tra il 2011 e il 2015 i convivi erano dedicati per l’ottanta per cento a chiacchierate riguardanti gli affari, nel senso di business, quelli dell’imprenditore di Casal di Principe trapiantato a Caserta, Ubaldo Caprio, nel cui indotto ampiamente finanziato al tempo dall’amministrazione comunale di centrodestra capitanata da Pio Del Gaudio, hanno campato e campato molto bene, sia le imprese del costruttore Giovanni Sferragatta, sia quella di forniture di materiali edili della famiglia Marzo.

L’altro venti per cento dei discorsi venivano dedicati alla politica ed erano in funzione direttamente proporzionale alle ragioni dell’ottanta per cento.

Col passare degli anni, Marzo è cresciuto sempre di più sotto il profilo elettorale e Sferragatta ha mantenuto la sua influenza economica che si è tradotta nella possibilità di tenere sempre qualcuno che, direttamente o indirettamente, lo rappresentasse nel Consiglio comunale di Maddaloni, luogo che, al di là delle valutazioni politiche di diverso segno, è indubbiamente ripulito da influenze improprie, da retaggi antichi, messi alla porta da un sindaco, simpatico o antipatico che sia, ma dotato di una personalità, di spalle larghe e, soprattutto, di quell’autonomia dal desiderio di accrescere le proprie ricchezze che gli consente di tenere chiuse le porte del Comune a figuri, figuranti, nani, ballerine e figuranti che affollano invece le aree di ingresso e le stanze della magna pars delle municipalità di Terra di Lavoro.

Un ambiente sano in cui Angela Sferragatta, sorella di Giovanni, professoressa al liceo pedagogico, nuova forma del liceo magistrale, può effettivamente avere la possibilità di misurare il valore di un’idea frutto del proprio bagaglio di conoscenze, costruito con il sacrificio dei propri studi, che le hanno consentito di conquistare con merito i titoli che le permettono oggi di essere una stimata professoressa.

A quanto se ne sa, Angela Sferragatta non ha partecipato alla cena tra Paolone Marzo e suo fratello Giovanni Sferragatta. Meglio così. Si sarebbe trovata, garbata com’è, probabilmente a disagio di fronte a certi discorsi di cui avrebbe a fatica percepito i suoni scomposti, comprendendo quanto poco conti lo studiare, il conoscere, il buon esprimersi per crescere nella funzione istituzionale che qui è potere e nulla più.

Paolo Marzo sa – e lui lo sa, eccome se lo sa – di aver compiuto un atto di cinismo nel momento in cui ha chiesto a Giovanni Sferragatta di far candidare sua sorella alle elezioni che il prossimo 10 dicembre eleggeranno il Consiglio provinciale.

LA PROVINCIA È UN LUOGO A RISCHIO

Lo sa bene, Paolo Marzo, che, all’ombra di Giorgio Magliocca e di Giovanni Zannini, le donne ottengono solo se si genuflettono al loro cospetto, se hanno le attitudini di relazione tra comportamenti e azione politica mostrate da Olga Diana e da Maria Gabriella Santillo.

La Provincia è un posto che mortifica le donne, il loro orgoglio, la loro sacrosanta istanza di indipendenza, di autentica libertà, del “respect” (clicca e ascolta) cantato da Aretha Franklin in una sua famosissima canzone.

La Provincia è un luogo pericoloso, dove fino ad ora non è successo nulla rispetto a ciò che potrebbe succedere nei prossimi due anni sul fronte degli scandali giudiziari che, al momento, hanno riguardato solo l’ex vicepresidente ed ex consigliere Pasquale Crisci, fatto fuori, peraltro, da un’indagine della Dda riguardante le presunte attività criminali esercitate dallo stesso Crisci nel suo comune, ovvero quello di Santa Maria a Vico.

E se Paolo Marzo è abituato a queste cose e, di riflesso, lo è anche Giovanni Sferragatta, ci si chiede per quale motivo questi abbia assistito con soddisfazione all’evoluzione culturale di sua sorella.

Per mandarla, poi, nella fossa dei leoni e delle leoncine? Per mandarla, poi, nel posto peggiore della nostra terra che vive ogni giorno il pericolo di essere travolto da un terremoto giudiziario? Mah.