ELEZIONI REGIONALI. Nomi, strategie e “bacchette” casertane in casa Forza Italia, Lega, PD, FdI e civiche

20 Novembre 2019 - 19:09

CASERTA (g.g.)Giorgio Magliocca, come abbiamo già anticipato nei giorni scorsi, resterà in Forza Italia, Sta aspettando un comando dal comune di Roma per entrare a far parte della struttura di staff del gruppo parlamentare berlusconiano. In pratica (noi siamo fatti cos’, un po’ dissacranti rispetto alla politica), Giggino la Porpetta lo chiamerà e lui correrà, mettendosi a disposizione. Sul fronte liste, la famosa dichiarazione di Matteo Renzi, il quale, al momento della fondazione del suo nuovo partito, escluse la partecipazione alle elezioni regionali, sta facendo la fine delle altre dichiarazioni di Matteo Renzi in questi anni, d’altronde, è più forte di lui, da “Enrico, stai sereno” in poi, passando dall’impegno a ritirarsi dalla politica in caso di sconfitta al referendum costituzionale, si è mosso sempre così. Tutto sommato è uno trasparente: lui dice una cosa, il cittadino elettore, come in un gioco di Jerry Scotti, deve pensare esattamente il contrario e stabilisce la modalità reale della strategia del politico toscano. E allora, non stupisce se la lista civica “Campania Popolare”, di cui si parla da settimane come l’obiettivo del consigliere regionale uscente Luigi Bosco, pare che stia cambiando nome, modificandolo in “Campania Viva”, cioè un’Italia Viva regionale, che tanto lista civica non sarebbe più, andando a corrispondere ad una lista di partito.

All’identificazione dei candidati, oltre a Bosco sta lavorando l’ex assessore regionale Pasquale Sommese. In maniera un pelo defilata, visto i problemi giudiziari che ha dovuto affrontare negli ultimi anni. Sul fronte Lega, invece, situazione aperta. Al momento non si hanno notizie certe sulle intenzioni del coordinatore regionale Nicola Molteni, che tutto sommato ci farebbe piacere se fosse imparentato con il famoso salumiere lombardo, divenuto famosissimo per aver ingaggiato negli anni 70′ nella sua squadra ciclistica il cannibale Eddy Merckx. Quello che vediamo è una piena e attiva condivisione della classe dirigente (forse) solo apparentemente ridimensionata, dei vari Cantalamessa e Castiello che operano in concordia, a stretto contatto di gomito con il neo-coordinatore. Ovviamente difficile parlare di liste. Possiamo registrare la volontà del sindaco di Frignano Gabriele Piatto, il cui impiego, anche se non si può stabilire se l’origine della sua candidatura, fortemente sponsorizzata da Gennaro Coronella, sia legata all’area Nespoli-Castiello-Cantalamessa o ad altre aree. Per Fratelli d’Italia sono già in campo le candidature dell’aversano Alfonso Oliva, primo eletto in città con poco meno di 900 voti personali, e del luscianese, già consigliere provinciale, Giuseppe Mariniello. Per il resto, vacci a capire. Gimmi Cangiano dovrebbe dare anche una dimostrazione di sé, per giustificare la scelta operata dal partito qualche tempo fa di nominarlo coordinatore regionale. Se la Meloni ha puntato su di lui per questa importante carica, è evidente che ora si attende un riscontro elettorale, che poi è l’unico vero riconoscimento di leadership che in caso contrario uscirebbe piuttosto malconcia dall’appuntamento delle Regionali.

Capitolo PD: ci dicono che Emidio Cimmino prima ha annunciato le dimissioni da segretario provinciale e poi ci ha ripensato. per capire come andrà a finire bisogna aspettare la cadenza del contratto da super-consulente a 60 mila euro l’anni, senza obbligo di badgare, che gli ha fatto avere Stefano Graziano. Voi direte che cosa c’entra questo con quello? beh, se leggete CasertaCe la domanda è quantomeno superflua, oziosa. Graziano sta tentando seriamente di impedire a Gennaro Oliviero di candidarsi nella lista dem. Si appella alla norma statutaria che impone una deroga speciale per una nuova candidatura a chi ha già consumato 3 mandati. Abbiamo letto l’articolo dello statuto nazionale del partito e ci siamo accorti che questa riguarda le candidature alle elezioni politiche ed europee. Ora, siccome esiste anche uno statuto regionale, può darsi che ci sia lì un articolo che assimili la prescrizione anche alle elezioni locali. Ma perdonateci, oggi proprio non ce l’abbiamo fatta ad attraversare il supplizio di leggere lo statuto regionale del PD, un partito che, d’altronde, gli statuti li scrive e poi se li mette sotto ai piedi, come è successo clamorosamente nel 2016 con la scelta di Antonello Velardi come candidato sindaco a Marcianise. Ci dicono che stanno provando a convincere l’evergreen Lucia Esposito a rimettersi in gioco. Dall’area Stellato, invece, non si capisce chi si candiderà o se, magari, l’avvocato e la moglie Camilla Sgambato vorranno provare di nuovo l’ebrezza di vivere pericolosamente, riproponendo nel 2020 il loro appoggio a Stefano Graziano, che poco ci mancò, tra Dda e carabinieri, che il povero Pasquale Stellato, figlio della coppia tra le più in vista di Santa Maria Capua Vetere, passasse (suo malgrado) un guaio. Ci dicono, inoltre, che dovrebbe candidarsi di nuovo la figlia di Pasquale Di Biasio, presidente del Consorzio idrico. Lo farà solo se vedrà posta in pericolo la sua poltrona che gli garantisce quei 3/4 mila euro al mese, che non so se ci spieghiamo. Il resto è paccottiglia, candidati per riempire.

Chiudiamo l’articolo tornando a Forza Italia. In campo scenderà Massimo Grimaldi, consigliere regionale uscente che a questo punto dovrebbe godere dell’appoggio di Giorgio Magliocca, si parla di quello Pietro Smarrazzo dell’università, l’amico di Armandone Cesaro. Per quanto riguarda le donne, boh. Con la lista Caldoro, qualora dovesse essere lui il candidato, scenderà in campo Gianpiero Zinzi, con una sorta di patto federativo attuato dal movimento Cambiamo, con la compagine del candidato presidente, il quale sarebbe espressione diretta comunque di FI. Questo schema, naturalmente, è tutt’altro che solido. Uno come Grimaldi i conti se li fa. Qualora gli dovesse convenire di candidarsi nella lista di Caldoro e non in Forza Italia, dove Cesaro potrebbe mettere due piedi in una scarpa al prode Magliocca, caricandolo di fac-simili di Pietro Smarrazzo, lo farà senza indugio. A quel punto per Zinzi si aprirebbe un bel dilemma e dovrebbe ridefinire un accordo con Caldoro su una base diversa che, perché no, potrebbe anche essere quella di un capitano-non giocatore di una lista di persone a lui vicine in grado di aprirgli la strada, in caso di vittoria del centrodestra, verso la poltrona da assessore.