ELEZIONI REGIONALI, ormai è un circo. Stefano Graziano farebbe candidare Massimo Schiavone anche con il partito tirolese, purché freghi i voti a Gennaro Oliviero

10 Agosto 2020 - 18:21

CASERTA – Quanti paradossi attorno alla vicenda della candidatura sì e candidatura no dell’eccentrico Massimo Schiavone!

Paradossi, abbiamo detto. In realtà, nella figura di Massimo Schiavone, che il ruolo di archetipo se l’è andato proprio a cercare, insieme a suo padre, si riassume tutta l’essenza della politica locale.

Schiavone è un distillato di relativismo che scade nel nulla, badate bene, non nel nullismo, che è sempre un atteggiamento che può essere ispirato da una forma di provocazione anarcoide o para-anarcoide.

Massimo Schiavone diventa oggetto di discussione, relativamente alla sua candidatura, non perché questa abbia un senso politico, non perché il suo impegno può rappresentare un’occasione per mettere a valore delle idee di un giovane che possiede una vera sensibilità per i problemi del territorio in cui vive, ma semplicemente perché questo 23enne “deve salire”, come si dice in gergo “elettoralese”.

E perché “deve salire”? Perché è forte elettoralmente. E perché è forte elettoralmente? Perché, si dice, sia “impaccato” di soldi che gli uscirebbero dalle orecchie, la cui entità non sarebbe neppure lontanamente rappresentata da quella barca da 1 milione di euro ormeggiata nel porto di Gaeta, perché se volessero, padre e figlio, potrebbero permettersi uno yatch.

Questa è condizione necessaria e anche sufficiente per sbarcare il lunario nella politica regionale.

In verità lo è anche a livello nazionale.

Ma per gli Schiavone esiste un’anomalia: loro i soldi li hanno fatti grazie ai contratti stipulati con il Servizio Sanitario Nazionale, che li ha inondati di quattrini attraverso le convenzioni di cui la Regione Campania ha gratificato, negli anni, le loro strutture di accoglienza, soprattutto Rsa.

Per cui, quando Bosco e Mastella, che evidentemente non hanno tra i loro obiettivi quello “di farsi una cosa di soldi” in questa campagna elettorale, hanno deciso che Schiavone andava depennato dalla lista, anche perché avrebbe potuto complicare i piani del citato Mastella, che punta ad eleggere con sicurezza i possibili due consiglieri regionali della sua lista “Noi Campani”, a Benevento e a Napoli e non a Caserta, è iniziata una sorta di giostra in cui da un lato Schiavone si è mosso a 360 gradi, offrendosi, al di là di quelle che sono le sue smentite di maniera, anche a Giorgio Magliocca e a Forza Italia, dall’altro vari esponenti di quell’autentico circo Barnum messo in piedi da De Luca, che addirittura dovrebbe metter in campo una 15ina di liste.

Tra quelli di De Luca si vanno consolidando due categorie di valutatori della posizione di Schiavone. La prima è formata da quelli che somigliano alle persone le quali, davanti a una tavola, si indignano quando vedono sprecare il cibo. “Ma guardate un po’ che peccato sciupare tutti questi quattrini che sono lì pronti a essere investiti in campagna elettorale”.

A questa categoria appartengono diversi personaggi del bosco e del sottobosco.

Ad esempio, un pensierino ha percorso, chissà perché, la testa di Mario Caputo, fratello di Nicola Caputo, se è vero come è vero che nonostante il fatto che la lista di Italia Viva venga definta chiusa e blindata, continua a girar voce di un possibile inserimento in extremis di Massimo Schiavone.

La seconda categoria si pone obiettivi diversi dalla prima, dalla quale però non è disconnessa. Il comandante in capo di questo gruppo di neo-fan del ragazzo di Sessa Aurunca è Stefano Graziano, il quale sa bene che Schiavone non è candidabile nel Pd e dunque, se questa ipotesi viene ventilata, è solo per far risuonare forte l’eco del veto apposto da Gennaro Oliviero, che in questo modo dovrebbe apparire come l’uomo che piega ai propri interessi elettorali la consistenza dei democrats casertani.

Graziano, invece, la partita la gioca su altri piani.

A lui interessa che Massimo Schiavone si candidi a prescindere. Non gliene frega un tubo se per sostenere De Luca o un altro candidato governatore. L’importante è che si candidi perché la funzione, l’unica riscontrabile in questo impegno, deve essere rappresentata dal cuneo elettorale che, soprattutto Schiavone senior può conficcare nella struttura principale del consenso costruita negli anni da Gennaro Olivieri a Sessa Aurunca e dintorni.

Altri commenti non li facciamo, perché potete ben immaginare quanto apprezziamo noi una politica esplicitata in tal guisa.