ELEZIONI REGIONALI. Pd, il problema è far scattare il seggio. È allora anche fratellone dice sì all’ex epurato Massimo Schiavone. TUTTI I NOMI DELLA LISTA

21 Settembre 2025 - 13:08

Tanto fumo e poco arrosto della Camusso. Tanta vecchia guardia e l’opzione Renato Natale ancora aperta

CASERTA (g. g.) – Strano partito il Pd. Prima ha negato la tessera a Massimo Schiavone, una sorta di espulsione livello “ci siano capiti, no? Qui da noi non ti vogliamo” e poi la stessa Camusso, artefice di quella decisione, lo candida alle Regionali, Al che, non si capisce perché lo stesso trattamento non debba essere riservato a Gennaro Oliviero, oggetto.  a suo tempo, della stessa pratica depurativa. Vabbè, le starà sulle scatole la castano – fulva tintura per capelli usata dal presidente del Consiglio regionale come elisir di eterna gioventù

A guardar bene, però, la candidatura di Schiavone è il superamento anche di qualche profilo di dubbia compatibilità, al di là di probabili irruzione nelle visure camerale di improbabili prestanomi, con l’attività  sanitaria di famiglia, convenzionata e iper finanziata proprio dalla Regione, è un mistero fino a un certo punto perché, come diceva Dante Cappello, pace all’anima sua,, “ci vogliono li voti” e non è che la politica movimentista della Camusso, incastrata forse ancora nell’idea di una Cgil modello Luciano Lama, cinghia di trasmissione del PCI, abbia prodotto una figura in grado di mobilitare l’ormai stinto sindacato rosso qui a Caserta ,  ammesso e non concesso che ne sia esistito mai uno limpido e monoliticamente pronto, obbedendo agli ordini di scuderia, a convogliare migliaia di voti verso il partito e verso il candidato indicato dai propri vertici . Ci ha provato la Camusso, che pure questo sindacato e le sue trasformazioni disgreganti dovrebbe ben conoscere essendo è stata segretaria, generale, ma che conosce poco la Cgil locale, molto, ma molto casertana, poco ma proprio poco Cgil e di cui si ricordano le figure barbine collezionare alle elezioni da figure di vertice che, in qualche circostanza, hanno provato l’azzardo.

Ci ha provato la Camusso. Più con la teoria che, con la pratica, però, visto che   alla causa del Pd casertano, ha dedicato poco tempo, delle semplici toccate con figa in Freccia rossa incorporate, utili, al più, a individuare, a capo dei circoli, con modalità meramente assertive, dei colonnelli senza esercito. È allora anche il Fratellone nostro, il funambolo, il Fregoli di ogni trasformiamo italiano, ha convenuto che uno come Schiavone ritorna comodo per la bisogna, che, nel caso di specie, prima di ogni altra necessità, è quella di far scattare il seggio in provincia di Caserta, affinché questo lo possa pappare negli auspico tutt’altro che infondati di big brother, proprio lui, il fratellone, attraverso Marco Villano, sua ornai storica controfigura aversana. Dal barbecue cigiellino della Camusso è uscito poco o nulla, tanto fumo e pochissimo arrosto. Giusto il teanese Pier Luigi Landolfi, che materializza anche l ‘atto di semplice devozione simbolica, con molto dubbia presa elettorale, al cosiddetto mondo dei movimenti, visto che Landolfi fa parte del Comitato Rinascita. Insomma, per capirci, Palestina, no war, Imagine the People eccetera eccetera. Per Landolfi dovrebbe rivotare Igor Prata di Falciano del Massico, un altro su cui la Camusso sembrava aver puntato, e, insieme a lui, lo sparuto gruppetto di commissari cittadini, nominati dalla senatrice. Tutte brave persone per carità, ma che hanno fatto sembrare l’attivazione del nuovo processo di leadership come una sorta di lotteria, realizzata estraendo nomi a caso dall’elenco telefonico.

A proposito, dimenticavo: Pierluigi Landolfi, oltre ad essere il suo concittadino, ci dicono sia anche un buon amico di Pina Picierno. Chissà se questo si tradurrà in qualche voto in più per lui, visto che, ornai, la vicepresidente del parlamento europeo, ha assunto un ruolo di rilievo nella corrente riformista del Pd, quella di Guerini e di Franceschini, per giunta un ruolo non carico, com’è successo in passato, ma segnato da un protagonismo finora sconosciuto alla sua storia politica, fatta di prudenza e di circospezione sorniona e non dall’alfabeto della critica aperta. salace e, udite udite, anzi, leggete leggete, cosa “si fida di scrivere il Guarino sulla Picierno, dopo anni e anni di stoccare al cetriolo, finanche coraggiose, con le quali si è espressa ultimamente nei confronti della Shlein e della maggioranza interna che questa sostiene. Mah, forse il matrimonio le avrà fatto bene…… oppure male, chissà, staremo a vedere.

Dunque ricapitoliamo: Massimo Schiavone  di Sessa Aurunca, Marco Villano, cioè Stefano Graziano, di Aversa Teverola, Pier Luigi Landolfi, l’eterna Lucia Esposito, giunta forse alla centesima candidatura della sua vita. , Poi, in quota ex ministro della Giustizia Orlando, l’ex parlamentare  Camilla Sgambato, moglie del noto avvocato Giuseppe Stellato, terza donna Mariana Funaro di Caserta, a cui, tutto sommato, torna utile il fatto di essere stata una figura minore dell’amministrazione e della maggioranza di Carlo Marino, darò che ciò le permette di evitare collegamenti imbarazzanti con una compagine che, comunque, è sempre stata sciolta per decreto da Mattarella a causa di infiltrazioni camorristiche. Settimo candidato probabile il consigliere comunale di Maddaloni Roberto Formato, mentre per l’ottavo gira sempre il nome tutt’altro che banale è irrilevante di Renato Natale, già sindaco dl Casal di Principe e che, se la Camusso  intende almeno fornire percezione di una sua predilezione capace di assumere un senso di concretezza elettorale per il cluster, per la categoria spot sulla “Legalità Rivelata” è sempre  il meglio che c è sulla piazza.