ENNESIMO DISASTRO CONSORZIO IDRICO. “Impolpettato” nella nuova (e illegale) spa: un giudice lo condanna a pagare quasi un milione di euro a un Comune casertano
24 Novembre 2023 - 13:30
Pienamente accolte le tesi dell’avvocato Tommaso Castiello. Abbiamo voluto ricostruire, punto per punto, questa vicenda, in quanto emblematica rispetto a tantissime altre che segnano la mala gestio del presidente Pasquale Di Biasio e del vero dominus di questo ente, ossi il consigliere regionale Giovanni Zannini, a cui lo Stato italiano consente, dopo anni e anni di strage del pubblico danaro, di continuare a fare il bello e il cattivo tempo.
FRIGNANO (gianluigi guarino) – Per capire cosa sia stato il Consorzio idrico Terra di Lavoro e cosa sia oggi nella sua diretta filiazione, cioè la Idrico Terra di Lavoro spa, un vero e proprio atto di furbizia, finalizzato a buttare a mare e a nascondere, di fatto, tutto quello che si può nascondere della gestione consortile, basta leggere gli atti di questa ennesima sconfitta in sede giudiziaria, che costerà alle casse della nuova (si fa per dire) società, partecipata dai Comuni che in passato, per motivi non certo collegati all’efficienza economica, bensì l’appartenenza ad una filiera tossica di tipo clientelare, basta riportare il contenuto di una recentissima sentenza con cui il Tribunale di Aversa-Napoli Nord ha condannato il Consorzio Idrico Terra d lavoro, ora Itl spa, a corrispondere al comune di Frignano la somma di 911mila
Una vittoria su tutta la linea, ottenuta dall’avvocato avesano, esperto in contratti della Pubblica amministrazione, Tommaso Castiello, coadiuvato dall’altro avvocato, Gabriele Piatto, che ha espresso una speciale motivazione in questo giudizio, essendo stato lui, per un periodo, parte in causa, da primo cittadino del Comune di Frignano.
Per come Pasquale Di Biasio, presidente e legale rappresentante, chiamato in causa come destinatario della sentenza di condanna, gestisce queste procedure, attuando delle resistenze-kamikaze, fondate sul fatto che i soldi, tutto sommato “non li caccia lui”, né il suo capo vero ed autentico dominus del Consorzio e dei suoi derivati, ossia il consigliere regionale Giovanni Zannini, meriterebbe una seria atenzione, quantomeno da parte della Procura presso la sezione regionale della Corte dei Conti.
Questo aspetto è stato colpevolmente trascurato, visto che la Corte dei Conti, quando vuole, va ben al di là della semplice presa d’atto del rispetto formalissimo delle procedure, in funzione di un epilogo di soccombenza che al Consorzio Idrico Terra di Lavoro e alla sua derivata costano tanti quattrini, tutti, naturalmente, scuciti dal cittadino-contribuente e, andrebbe aggiunto, complice indiscutibile di questo stato di cose, in quanto privo della capacità di formarsi un’opinione con la quale spingere sulle autorità preposte affinché il tanto schifo che abita la pseudo politica di questa provincia possa essere, quantomeno, contenuto.
Ed è chiaro che professionisti all’altezza, quale è senza dubbio l’avvocato Tommaso Castiello, attuano facilmente la prassi cesariana del veni, vidi, vici.
E così è capitato anche in quest’occasione. La solita triangolazione: il Comune di Frignano firma, a suo tempo, una transazione con il Consorzio Idrico, con la quale si impegna a corrispondere delle somme a titolo di canoni per l’erogazione del servizio idrico nel corso di diversi anni. Siccome poi, il Consorzio Idrico ha 150 milioni di euro di debiti con Eni Acqua, poi trasformata in Acqua Campania (debiti poi vergognosamente amnistiati, almeno per un 50%, da una legge regionale pignorata colpevolmente dalla Corte dei Conti), la stessa Eni Acqua, poi Acqua Campania, attua un classico pignoramento presso terzi.
In pratica, tu Comune di Frignano devi corrispondere al Consorzio Idrico la somma di un milione e 200mila euro e, a quel punto, Acqua Campania fa partire una procedura esecutiva che blocca quella somma, in modo da poter recuperare una parte, seppur minima, del credito che vanta con il consorzio.
Ma la vicenda, come capita spesso nelle procedure in cui c’entrano i contratti pubblici, ma anche le norme del Codice Civile, è complicata da capire. Per cui, mettendo a disposizione delle persone che nutrono interesse reale per questi fatti, il testo integrale in link della sentenza emessa dalla Seconda sezione del tribunale civile di Aversa-Napoli Nord, giudice Cristina Capone, proviamo a riassumere, in 14 punti, il corso degli eventi, da quando questi sono partiti, fino all’esito sancito dalla sentenza di mercoledì scorso, cioè l’altro ieri, 22 novembre.
1.- Con atto di transazione del 16.02.2005 il Comune di Frignano transigeva con il Consorzio Idrico Terra di Lavoro il giudizio allora pendente innanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, avente ad oggetto l’accertamento degli importi dovuti dallo stesso Comune al Consorzio per l’approvvigionamento idrico relativo al periodo 28.09.1990 a tutto il 1994.
2.- In questa transazione si contemplava, benché non espressamente oggetto di accertamento giudiziale, anche l’ulteriore debito in cui era incorso il Comune di Frignano nei confronti del Consorzio, per il periodo successivo a quello in lite, ricomprendendo le annualità ulteriori maturate dal 1995 al 2003.
3.– All’art. 2 della convenzione si prevedeva che il Comune si obbligava a corrispondere al Consorzio Idrico relativamente al periodo 28.09.1990 fino al 31.12.1994, nonché relativamente agli anni 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000, 2001, 2002 e 2003 l’importo di € 1.200.000,00.
4.– Detto importo sarebbe stato pagato in rate semestrali da € 60.000,00 ciascuna a partire dal 31.12.2004 al 30.06.2014.
5.– All’art. 5 della detta convenzione le parti prevedevano espressamente che il Consorzio Idrico di Terra di Lavoro “ …libera il Comune di Frignano nei confronti dell’Eni Acqua per le somme pignorate dall’Eni Acqua all’Ente e per le quali pende giudizio di accertamento dell’obbligo del terzo presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere …”.
6.- L’intesa di cui innanzi era stata sottoscritta sul presupposto della detta liberazione dell’obbligo di cui sopra nei confronti della società Eniacqua, ora Acqua Campania Spa.
7.– La somma oggetto di transazione veniva integralmente corrisposta dal Comune di Frignano al Consorzio Idrico Terra di Lavoro come risulta dalle reversali n. 733 del 24.07.2013 per euro 810.480,00; n. 413 del 13.05.2014 per euro 156.450,10; n. 414 del 13.05.2014 per € 233.069,90.
8.– Nonostante l’obbligo assunto in sede transattiva, il Consorzio non provvedeva a liberare il Comune ricorrente nei confronti dell’Eniacqua, sì che l’Ente si sobbarcava sia il pagamento di euro 1.200.000,00 euro nei confronti del Consorzio Idrico di Terra di Lavoro che la medesima somma nei confronti dell’Eniacqua (assegnataria nel procedimento di esecuzione di cui agli appena citati capi 5 e 6). Insomma, per farla breve, una truffa bella e buona, al di là della rozza violazione di un articolo della convenzione, firmata dal legale rappresentante pro tempore del Consorzio Idrico Terra di lavoro.
9.- Il Consiglio di amministrazione del Consorzio Idrico di Terra di Lavoro, in ragione della sua evidente e palese inadempienza, adottava la delibera n. 2 del 03.01.2017, con cui dava atto dell’incasso degli importi di cui al precedente capo 5), cioè l’incasso delle 20 rate semestrali anticipate, numero che ricaviamo dal punto 4 della transazione che parla, per l’appunto, di rate da corrispondere ogni sei mesi, per la somma di 60mila euro l’una, a partire dal 31 dicembre 2004, fino al 20 giugno 2014. Sempre nella stessa delibera, il Consorzio Idrico riconosceva il fatto che, non avendo manlevato il Comune di Frignano dalla procedura esecutiva attivata presso terzi da Acqua Campania, avrebbe dovuto corrispondere allo stesso Comune la somma di 1 milione e 200mila euro. Insomma, una vera e propria macchietta. Questa somma, che in 10 anni era stata pagata dal Comune di Frignano al Consorzio Idrico, per saldare il proprio debito, poi ritornava alla base, perché la cialtroneria amministrativa dello stesso Consorzio lo aveva reso inadempiente rispetto all’art.5 della convenzione firmata dal Comune. Per cui, la procedura esecutiva di Acqua Campania avrebbe avuto successo impedendo al Consorzio debitore, anzi stra-debitore, di introitare il milione e 200mila euro del Comune, in quanto pignorato dall’ente regionale.
10.– A partire dall’adozione dell’appena citata delibera ricognitiva del debito, quella del 3 gennaio 2017 il Consorzio Idrico restituiva al Comune di Frignano il solo importo di € 150.000,00, come da relative reversali incassate rispettivamente in data 13.02.2017 ed in data 19.09.2017.
11.-In data 14.05.2018 i responsabili finanziari del Comune di Frignano, dott.ssa Anna Maria Del Vecchio, e del Consorzio Idrico, dott. Giuseppe Farbo, riconoscevano, come da documentazione posta a base della spiegata opposizione da parte della Difesa del Consorzio, quanto segue, in un contenuto che riportiamo integralmente:
“ …- che il Comune di Frignano è titolare di un credito di € 1.200.000,00 nei confronti del CITL, giusta deliberazione n. 2 del 03.01.2017 del Consiglio di Amministrazione ad oggetto restituzione somme al Comune di Frignano;
– che il CITL in base al suindicato atto deliberativo era tenuto a trasferire al Comune di Frignano fino al soddisfo dell’intero debito;
– che alla data odierna il Comune di Frignano ha ricevuto solo la somma di € 150.000,00 … a fronte di € 750.000,00;
– che attualmente il CITL è debitore nei confronti del Comune di Frignano della somma di € 1.050.000,00 che il Comune è debitore di € 468.846,12 nei confronti del CITL.
Si conviene quanto segue
Le parti dichiarano di compensare, i rispettivi debiti:
– il Consorzio Idrico Terra di Lavoro la somma di € 1.050.000,00
– Il Comune di Frignano la somma di € 468.846,12
Per differenza solo il CITL alla data del presente accordo è debitore nei confronti del Comune di Frignano della sola somma di € 581.153,88″.
Spiegando un po’ il senso e il contenuto di questa ennesima transazione, è probabile che i 468.846 euro dovuti dal Comune di Frignano al Consorzio Idrico, si riferiscono a successivi canoni maturati, come leggeremo in seguito, dall’anno 2003 all’anno 2009, probabilmente già gravati da interessi legali.
“Il CITL – così continua l’atto transattivo firmato dai due responsabili del settore finanziario del Comune e del Consorzio – si impegna a restituire la somma, nei modi di cui alla delibera del Consiglio di Amministrazione del 03.01.2017. Letto, approvato e sottoscritto“.
12.- Con successivo atto ricognitivo di debito del 20.06.2019 (del quale la Difesa del Consorzio nulla ha riferito poi, quando ha presentato l’opposizione a decreto ingiuntivo presentato dal comune di Frignano e approvato dal Tribunale di Aversa-Napoli nord), le parti, ovvero Comune di Frignano e Consorzio Idrico Terra di Lavoro, nel riconoscere e darsi atto dell’esistenza di una molteplicità di procedure esecutive intraprese in danno del Consorzio Idrico e che vedevano coinvolto quale terzo esecutato anche il Comune di Frignano per debiti del detto Consorzio nei confronti di Acqua Campania S.p.a., ed in ragione della pendenza della precedente procedura esecutiva, che abbiamo individuato con esattezza e di cui, dunque, possiamo addirittura segnalarvi con il suo numero, ossia 1304/2009, in quel caso innanzi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dichiaravano “ … visto che il Comune nel periodo che va dal 13.12.2003 al 18.09.2009 è debitore nei confronti del CITL (periodo procedura RG. ES. 1304/2009) per un importo di € 330.147,08, giusta fattura n. 1 del 31.12.2004 di importo € 305.388,56; fattura n. 6401 del 02.08.2007 di importo € 17.046,40; fattura n. 212012 del 16.06.2009 di € 7.712,12 …” dandosi reciprocamente atto, ancora una volta, del debito riconosciuto e ammesso per € 1.025.000,00 del Consorzio Idrico Terra di Lavoro nei confronti del concludente comune.
13.- Ivi le parti avevano in animo di porre in essere una delegazione di pagamento e/o un’autorizzazione al pagamento da parte del comune al creditore pignoratizio (che tale non era essendo le somme pignorate oggetto di legittima esecuzione), ed il Consorzio Idrico prendeva atto, o meglio “accettava” (per come si dichiara in detto documento) che il Comune di Frignano trasferisse l’importo oggetto di pignoramento per € 330.147,08 direttamente alla creditrice Acqua Campania S.p.a.
E qui dobbiamo di nuovo specificare una cosa. Come avrete potuto leggere c’è un vero e proprio tourbillon di somme. Questo capita perché nelle procedure transattive tra il Comune di Frignano ed il Consorzio idrico, diventa formale e attiva l’esistenza del pignoramento presso terzi da parte di Acqua Campania. Ciò comporta una specificazione e una redistribuzione delle somme, con conseguente uso intensivo della calcolatrice.
14esimo e ultimo punto di questa lunga telenovela. Intanto, la tecnologia digitale è andata avanti e dunque dai probabili fax che hanno segnato la prima parte di questa stucchevole e annosissima vicenda, si passa all’uso delle raccomandate digitali, o pec che dir si voglia. Ed è proprio con nota pec 8475 del 17.07.2020 ricevuta in data 20.07.2020 che la dott.ssa Carmela Russo nella sua qualità di responsabile del settore economico e finanziario del Comune di Frignano attestava, riconfermando gli atti intervenuti tra le parti come innanzi rappresentati, che il credito vantato dal Comune di Frignano ammontava ad € 911.300,96, oltre oneri accessori come per legge. In pritaca, il milione e 200mila euro meno i 330.147 euro corrisposti dal pignorante presso terzi, più probabilmente qualche interesse legale. E sono proprio questi 911mila euro che la giudice Cristina Capone ha sentenziato l’altro ieri debbano essere corrisposti dal Consorzio Idrico, oggi Itl spa, al Comune di Frignano.
Sapete quanto sono costati tutti questi anni, anche in termini di utilizzo delle risorse interne di due enti pubblici? Eppure il sistema Caserta, totalmente abbandonato dall’attenzione dovuta che gli organi preposti del potere esecutivo, ossia la Prefettura e del potere giudiziario, dunque la magistratura, tiene ancora in carica un presidente come Pasquale Di Biasio, che ogni giorno alimenta la potenza che somiglia, come abbiamo scritto più vote, a quella di un antico sultano, del consigliere regionale Giovanni Zannini che fa e disfa a piacimento, ogni giorno, tutto quello che gli pare.
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