ESCLUSIVA CON FOTO CASERTA. Crollano (per fortuna di notte) le controsoffittature. Ancora un pericolo scampato per i bambini della SCUOLA DE AMICIS

25 Settembre 2019 - 11:28

CASERTA (gianluigi guarino) – Tre, forse quattro aule chiuse; controsoffittature venute giù, fortunatamente di notte, durante l’ultimo temporale, avvenuto tra domenica e lunedì. La scuola materna ed elementare De Amicis, uno dei fulcri, dei punti nodali dell’offerta scolastica della città di Caserta, se non altro per la sua posizione che la colloca a venti metri dall’ingresso della Questura e della Prefettura e a 50 metri da quello del Comune, cade letteralmente a pezzi.

E l’uso dell’avverbio “letteralmente”, non è il solito tributo che si paga agli intercalari che si automatizzano nella nostra testa, anche quando scriviamo. Per dar valore a questa parola, come facciamo in certi articoli, operiamo una divisione in sillabe, utile a scandirla meglio: let- te-ral-men-te. Se quella controsoffittatura fosse caduta durante le ore di lezione, poteva finire male e, senza voler enfatizzare più di tanto, qualche bambino o qualche docente poteva farsi male.

Rispetto all’anno scorso, la situazione è nettamente peggiorata. I problemi strutturali della De Amicis la espongono, da tempo, alle intemperie, che divengono strumenti in grado di creare pericoli. E se dodici mesi fa, le infiltrazioni d’acqua, malanno, ormai, incontestabile, producevano enormi macchie di umidità e muffe, ora , mancando una ben che minima attività di manutenzione ordinaria da parte del Comune di Caserta che, com’è noto, ha piena potestà sugli immobili che ospitano tutte le scuole primarie,

oggi, naturalmente, ovviamente, non sorprendentemente, vengono giù le controsoffittature e la scuola De Amicis, anche questa volta usiamo l’avverbio “letteralmente”, cade, come abbiamo scritto prima, a pezzi.

Conseguenza: la dirigente scolastica Tania Sassi non può far altro che convocare gli organi di controllo, riteniamo anche i vigili del fuoco, facendo in modo che queste aule oggetto di crolli, vengano chiuse. L’anno scorso furono due, e i bambini vennero redistribuiti in altri locali, presumibilmente non più accoglienti rispetto a quelli che erano stati costretti a lasciare, sempre interni alla scuola. Quest’anno, chissà.

Il fatto che la pioggia dell’altra notte e i problemi che questa ha determinato non è vicenda da minimizzare, è dimostrato dalla necessità, conseguenza di quell’evento, di emanare un provvedimento di chiusura, non solo delle aule, ma anche di una parte dei servizi igienici. Da lunedì’ scorso, infatti, i bambini e le bambine devono usufruire dello stesso bagno. Il che rappresenta una riduzione evidente, che può impattare anche sulla psicologia di questi bimbi. Siamo all’interruzione di un pubblico servizio.

Qualcuno potrà obiettare: stiamo parlando di eventi atmosferici. Per cui, l’interruzione di pubblico servizio è legato fondamentalmente alla pioggia e al maltempo dell’altra notte. Fino ad un certo punto, aggiungiamo noi. Anzi, l’incidenza dell’imprevedibilità di un evento meteorologico diventa, nel caso della De Amicis, un fattore meno influente rispetto alle inadempienze marchiane dell’amministrazione comunale di Caserta.

D’altronde, finanche negli anni e nei decenni dell’effetto serra, delle lunghe siccità, deve pur piovere qualche volta. L’ha fatto l’altra notte e lo farà ancora. Ma questo non vuol dire che le scuole debbano crollare come se queste fossero localizzate in quelle aree povere, fortemente sottosviluppate, soprattutto nel continente africano, dove si è concentrata l’attività di tanti volontari e di tante volontarie che hanno garantito a quelle genti l’inizio di un percorso di apprendimento scolastico dei loro figli, spesso erogato alla buona (si fa quel che si può) in baracche e prefabbricati.

Per completare questo concetto che mira a esprimere il nostro punto di vista sul peso della responsabilità del pubblico gestore rispetto a quella legata ad eventi fortuiti, va detto forte e chiaro che il crollo della De Amicis non è una novità, non è, per rimanere in tema meteorologico, un fulmine a ciel sereno. Insomma, l’amministrazione comunale di Caserta non si è trovata di fronte ad una questione nuova, piombatagli improvvisamente tra capo e collo. I guai della De Amicis erano chiari, evidenti. Anzi, lo sono da anni ed il crollo dell’altra notte è solamente, ripetiamo, unanuova prevedibilissima tappa dell’inazione, dell’inadempienza, del vergognoso lassismo degli uffici comunali, di quel Biondi, il quale, avendo scelto la strada del benessere ad ogni costo, riempie le sue giornate di alchimie, di stregonerie attraverso le quali riesce sempre a trovare la strada giusta per “mettere a posto le carte” per evitare che le autorità preposte possano prendere in castagna il comune capoluogo, quando appalta, affida, bandisce concorsi, ovviamente, in quest’ultimo caso, rigorosamente parassitari.

La De Amicis dovrebbe essere un fiore all’occhiello di Caserta perché, nella posizione in cui si trova, non può che diventare un biglietto da visita, un indicatore di civiltà. Eccola qua, la civiltà. La vedete impressa in questo kit di fotografie pubblicate a corredo di questo articolo e che danno l’idea di ciò che è capitato, l’altra notte, all’interno di questo plesso.

Pare che il comitato dei genitori degli alunni della De Amicis, costituitosi un po’ di tempo fa, abbia già spedito una lettera-diffida all’amministrazione comunale.

Illusi! Lì, nelle varie cucine degli orrori del comune di Caserta, non leggono più, già da tempo, né la posta informale, né la posta ufficiale e non sanno neppure la parola Pec cosa significhi, visto quello che è capitato nel caso della tragicomica vicenda dello sciopero-non sciopero, di domenica scorsa, degli operatori ecologici di Ecocar (CLICCA QUI PER LEGGERE IL NOSTRO ARTICOLO).

Ci dicono spesso che noi seminiamo catastrofismi e, ancor più pericolosamente, allarmismi. Ce lo dicono, naturalmente, quelli che si sentono toccati, messi in discussione dai nostri articoli e che quindi, essendo incapaci di proporre argomentazioni, di confutazione e di dissenso rispetto agli stessi, la buttano in caciara e confezionano, nei nostri confronti, giudizi sommari, poggiati sul nulla.

Beh, non c’è un giorno che un servizio fondamentale della città capoluogo non si mostri pesantemente disastrato. Non c’è un giorno in cui questo giornale, l’unico che tiene gli occhi aperti, non racconti una storia che esemplifica l’ennesimo atto di diserzione consumato da chi avrebbe il dovere, il sindaco come responsabile della pubblica incolumità, l’ufficio tecnico, responsabile della sicurezza degli immobili sotto l’egida dell’ente locale, di dedicare la propria giornata o anche parte di essa, ci si potrebbe accontentare, ai problemi del popolo. E invece, questi qua, diventano, con una sicurezza, pardon, sicumera degna di miglior causa, forse forti di una strana tranquillizzazione rispetto a certe indagini, soprattutto della Dda, un’espressione di una degenerazione sempre più deteriore.

Non aver letto la Pec degli operatori ecologici di Ecocar ed essere usciti con un’ordinanza del tutto surreale non rappresenta, infatti, un semplice infortunio, uno strafalcione, o, direbbero quelli che parlano bene e citano la lingua inglese, un misunderstanding.

No, è semplicemente arroganza. Significa che il sindaco di Caserta Carlo Marino, come ormai sosteniamo da tempo, fa solo finta, nei comunicati stampa e nelle interviste, di pensare alla città, ma in realtà consuma, ogni giorno, il rito orgiastico della sottomissione della cultura, ormai sciolta nell’acido del relativismo, al potere espresso attraverso l’arbitrio della gestione.

La controsoffittatura della De Amicis che crolla è, dunque, la normale, ovvia, inevitabile conseguenza di ciò.