ESCLUSIVA. Il voto al microscopio: abbiamo formato (e non era facile) numeri assoluti e percentuali del risultato relativo alla sola provincia di Caserta alla Camera dei deputati. Le differenze in Fdi, Fi, Lega e Moderati tra Montecitorio e il Senato

10 Ottobre 2022 - 20:57

Questo approfondimento, che durerà crediamo almeno un mesetto, lo facciamo partire da un aggregato territoriale che nessuno ha considerato e che, per quanto riguarda la Camera dei deputati, si può costruire solo manualmente, ma che rappresenta, a bocce ferme, il dato di gran lunga più importante da un punto di vista politico. E qualche sorpresina l’abbiamo registrata.

CASERTA (g.g.) Dopo aver terminato la lunga fase di analisi dei voti elettorali delle ultime elezioni politiche, relativa a tutti gli aggregati determinanti per l’assegnazione dei seggi e dopo esserci riposati qualche giorno, abbiamo di nuovo impugnato la calcolatrice. Perché se queste si chiamano elezioni politiche ci sarà anche un perché. Sono elezioni che hanno il massimo possibile del significato politico. E questo, nell’analisi dei dati abita, anche e soprattutto, in aggregati che poco contano in termini di calcolo e di assegnazione dei seggi, ma molto contano per capire lo stato di salute dei vari partiti, i gradi di incidenza che i vari candidati, sia quelli degli uninominali maggioritari che quelli delle liste plurinominali proporzionali, hanno avuto in termini di valore aggiunto o valore sottratto rispetto alla statura complessiva del consenso di un partito. Insomma, una storia, un racconto di “quote-parti”.

Per quello che abbiamo potuto esaminare, anche cominciando a guardare gli esiti di ogni singolo Comune, il voto di opinione, totalmente disancorato dall’identità dei candidati al maggioritario o al proporzionale, occupa un 90% della struttura aggregata complessiva dei consensi attribuiti, mentre per il restante 10% ha contato il candidato, oppure quel po’ di spinta che nei territori hanno potuto dare i sindaci, gli assessori andando a pizzicare qualche voto disponibile e, dunque, non determinato da una convinzione tutta politica e scevra da suggestioni e condizionamenti locali, formata attraverso quello che si vede in tv, nei social e si legge nei giornali.

Entriamo subito nel vivo di un lavoro che probabilmente potrà durare anche un mese, durante il quale scomporremo in maniera dettagliatissima i numeri del voto del 25 settembre, limitandoci, ovviamente, all’area territoriale di nostra competenza, cioè all’intera provincia di Caserta.

INIZIAMO CON IL CENTRODESTRA

Per aggregare il voto del Senato occorrono due minuti di orologio perché, fortunatamente, il collegio uninominale maggioritario comprende tutti i 104 Comuni della provincia di Caserta e quindi, quando si va a cercare nei dati del Viminale la tendina giusta, la trovi perché ce ne sarà una contenente il nome di ognuno dei 104 Comuni, sovrastati da un provvidenziale “tutti i Comuni”. Diverso il discorso per quanto riguarda la Camera. Fino a quando si ragiona sui Comuni del collegio uninominale di Caserta e di quello di Aversa, non c’è problema a estrapolare facilmente gli aggregati dei voti dei singoli partiti, perché anche lì si tratta di 76 Comuni, suddivisi nei due collegi, tutti appartenenti alla provincia di Caserta. In poche parole, si va a sommare l’aggregato di un collegio con l’aggregato di un altro collegio. Il problema sorge nel momento in cui ti ricordi che la provincia di Caserta non è formata da 76 Comuni, bensì da 104. E gli altri 28 stanno nel collegio uninominale di Benevento.

Siccome a noi interessa il dato provinciale, per poterlo magari confrontare con quello delle elezioni regionali o delle ultime Europee, o con quelle del 2018 o del 2013 e chi più ne ha più ne metta, i 78 Comuni della provincia di Benevento vanno eliminati e presi solamente i voti dei 28 casertani. E lì, il sito del ministero dell’Interno e la sua sezione Eligendo non perdonano, perché la tendina “tutti i Comuni” non serve a nulla, perché riguarda sempre il dato complessivo dell’intero collegio uninominale, quindi dei 78 Comuni sanniti e dei 28 casertani.

Olio di gomito, calcolatrice e pedalare. Bisogna prendere a mano ognuno dei numeri per ognuno dei 28 Comuni e fare la stessa cosa per i voti validi, in modo da aggregare questi ai voti validi calcolati rapidamente ed estrapolati senza alcun problema dai collegi uninominali di Caserta e Aversa. Noi l’abbiamo fatto e i risultati sono i seguenti: si tratta di un’esclusiva, visto che neppure Zinzi e Graziano, cioè quelli più impegnati e più organizzati tra tutti nell’acquisizione dei voti Comune per Comune in funzione del calcolo proporzionale, hanno avuto alla fine la necessità di farlo.

Dicevamo il centrodestra: Fratelli d’Italia ,di cui già sapete tutti i numeri assoluti e percentuali, ha raccolto nell’intera provincia di Caserta al Senato 73567 voti, pari al 20.26%. Alla Camera, il partito della Meloni è rimasto sotto al 20%, raccogliendo precisamente 68321 consensi, cioè 5246 voti in meno, per una percentuale complessiva del 18.85%, cioè un 1.41% in meno rispetto al voto raccolto al Senato.

Passiamo a Forza Italia. Anche qui si registra una prevalenza, seppur di entità inferiore rispetto a quella di Fratelli d’Italia, del voto del Senato rispetto a quello della Camera. Gli azzurri con Silvio Berlusconi capolista, hanno infatti raccolto 39253 voti, pari al 10.81%. Alla Camera, invece, i voti sono stati 35197, pari al 9.71%. Dunque, 4056 elettori casertani hanno votato Forza Italia al Senato e non l’hanno votata alla Camera, con un differenziale, in percentuale, pari all’1.1%.

Lega Salvini. Per quanto riguarda questo partito il discorso è un po’ differente perché qui l’incidenza e il radicamento territoriale del capolista nell’intero collegio di Caserta e Benevento, cioè Giampiero Zinzi, ha creato una differenza più ampia tra il voto del Senato e quello della Camera, riuscendo, però, anche a trascinare in alto il primo e consentendo, quindi, a Gianluca Cantalamessa di ottenere l’elezione a scapito della candidata dell’altro collegio plurinominale, cioè quello di Napoli, Pina Castiello. Uno Zinzi rodatissimo, in quanto reduce da due elezioni in due anni, le Regionali del 2020 e la candidatura a sindaco di Caserta nel 2021, ha issato alla Camera, nel dato complessivo della provincia di Caserta, la Lega all’8.16% pari a 29.581 voti. In pratica, 6722 elettori di Caserta e provincia hanno votato la Lega alla Camera, dove Zinzi era capolista e non l’hanno votata al Senato. Ma i 22mila e passa voti raccolti sulla scheda gialla dal Carroccio, una percentuale comunque superiore rispetto a quella registrata in gran parte dell’Italia meridionale, è servita a Gianluca Cantalamessa per spuntare uno dei 200 seggi di Palazzo Madama.

Concludiamo con Noi Moderati: performance deludente e lavoro sul territorio pressoché inesistente. Abbiamo notato qualche guizzo in singoli Comuni, quelli piccoli, tipo Formicola, ma di questo torneremo a parlare quando analizzeremo il voto in funzione di quello che è successo nelle singole realtà municipali. Complessivamente, invece, i voti al Senato della lista Noi Moderati sono stati 1119, pari allo 0.31%. Alla Camera, questa lista ha riportato, nel dato aggregato dei 104 Comuni della provincia di Caserta 3321 voti, pari allo 0.91%. Qui la differenza è abbastanza netta. Sono ben 2220 i voti differenza, con un differenziale, appunto, dello 0.6%. Il che significa che alla Camera Noi Moderati ha preso il triplo dei voti rispetto al Senato. Questa differenza va studiata un attimo, analizzando i dati Comune per Comune, in modo da capire se qualcuno dei candidati nella lista plurinominale proporzionale di Noi Moderati alla Camera, abbia potuto incidere, mobilitando qualche amico, o meglio, più di qualche amico, nel territorio della provincia.

Alla prossima puntata.