CASERTA (Ruben Romitelli e Gianluigi Guarino) – Per carità, non vogliamo prendere per oro colato quello che scrive il dr. Vincenzo Piscitelli nell’esposto-denuncia spedito al Prefetto di Caserta, ma detto questo non possiamo non considerare che si tratta di un documento inquietante perché non è scritto da una persona qualsiasi, ma dal Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti.
Qui due sono le cose: o Piscitelli va denunciato per calunnia, oppure il Prefetto non può far altro che intervenire e tramettere questa denuncia alla Procura della Repubblica. Perché ciò che c’è scritto è veramente una cosa che probabilmente non ha eguali in Italia, un Paese pur denso e costellato di ruberie e di gestioni di Enti Pubblici a dir poco allegre.
Fatta la premessa, ed invitandovi a leggere con attenzione l’esposto il cui testo integrale alleghiamo in calce, vi riassumiamo con estrema sintesi i punti più gravi di quelli che Piscitelli chiama “mala gestio” del Consorzio Idrico di Terra di Lavoro.
Aggiungiamo anche che il Presidente chiede al rappresentante di Governo di provvedere alla sospensione dei poteri degli organi direttivi del Consorzio, al commissariamento dell’Ente e di conferire a lui, Presidente dei Revisori, poteri di ordinaria amministrazione.
Tra le tante segnalazioni fatte dal Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti che potrete riscontrare nel documento allegato in calce spiccano in particolare:
– la mancata approvazione dei bilanci 2016 e 2017;
– una rilevante disomogeneità tra fronti ed impieghi: in sostanza delle somme che dovevano essere utilizzate per la gestione operativa dell’azienda vengono distratte per altre operazioni;
– un palese conflitto di interessi dovuta alla presenza all’interno degli organismi interni di rappresentanti di Comuni consorziati fortemente inadempienti nei confronti dell’Ente;
– il bilancio consuntivo 2017, prima delle scritture di assestamento, presenta una perdita d’esercizio di 16.080.124,43 euro, oltre all’enorme debito nei confronti di Acqua Campania;
– il Consorzio ha incassato dal Comune di Frignano la somma di 1.200.000 euro per ripagare il debito che lo stesso comune aveva con Acqua Campania, salvo poi destinarla ad altri fini, costringendo così il Comune di Frignano ad essere soggetto ad una procedura esecutiva da parte di Acqua Campania, che ha ottenuto la somma più le spese accessorie;
– i Comuni consorziati morosi non dovrebbero avere diritto di voto all’interno dell’Assemblea per evidente contrasto di interesse.
– illegittimità delle convocazioni assembleari essendo in conflitto con l’art. 2400 c.c. che dispone “I
sindaci sono nominati per la prima volta nell’atto costitutivo e successivamente dall’assemblea, salvo il disposto degli articoli 2351, 2449 e 2450. Essi restano in carica per tre esercizi, e scadono alla data dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo al terzo esercizio della carica. La cessazione dei sindaci per scadenza del termine ha effetto dal momento in cui il collegio è stato ricostituito”.
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