Ex consigliere regionale e militare di alto grado a CASERTA “liberato” dalle accuse nell’inchiesta sugli appalti e il nipote del boss
6 Agosto 2024 - 12:25
CASERTA – “Avevo riposto fiducia nella magistratura, con serenità. Ero sicuro del mio operato, sempre ispirato alla correttezza, all’onestà, al rispetto di tutti ed alla profonda dedizione al lavoro per il bene dei cittadini e del territorio della Campania. Così come è stato nei passati quarantadue anni di onorato servizio nell’Esercito, in Italia e nelle missioni internazionali.”
A parlare è l’ex consigliere regionale della Campania, Carmine De Pascale, approdato in Regione nel 2015 dopo una carriera militare raggiungendo il grado di generale di corpo d’armata dell’Esercito Italiano.
De Pascale aveva ricevuto un avviso di garanzia per traffico di influenze, in relazione alla sua attività di consigliere regionale, nell’ambito di un’inchiesta focalizzata su Torre Annunziata per fatti risalenti al 2020. La sua posizione, fa sapere, dopo quattro anni di indagini è stata archiviata. “Non posso non ringraziare tutti coloro che con immutati sentimenti hanno continuato ad avere fiducia nella mia persona, convinti – come me – che la Giustizia avrebbe fatto il suo corso, e così è stato. Il tempo è galantuomo”, aggiunge De Pascale.
Originario di Mercato San Severino, nel Salernitano, nella sua lunga carriera nell’Esercito Italiano, De Pascale ha ricoperto importanti incarichi di comando sia all’estero che in Italia. E’ stato tra l’altro comandante della Brigata bersaglieri ‘Garibaldi’ di Caserta e impiegato a Nassirya, quale Comandante dell’Italian Joint Task Force Iraq durante l’operazione Antica Babilonia.
Successivamente consigliere Militare e Addetto per la Difesa presso la Rappresentanza Permanente d’Italia in seno all’Unione Europea, a Bruxelles. E poi nel 2014 Comandante del 2° Comando delle Forze di Difesa (Forze Operative del centro-sud Italia) di San Giorgio a Cremano.
L’inchiesta ruotava attorno a Salvatore Onda, nipote di Umberto Onda, detenuto in regime di 41 bis e considerato elemento di spicco del clan Gionta, ritenuto dai pubblici ministeri, che per conto della Dda seguono l’inchiesta, «in grado di esercitare un’influenza costante, con altrettanta costante opera di condizionamento dell’attività amministrativa del Comune di Torre Annunziata».
Le tre gare in questione sono la procedura per l’affidamento del sistema di videosorveglianza del territorio; quella per la concessione del servizio di gestione delle aree di sosta a pagamento senza custodia con utilizzo di parcometri ed accertamento delle violazioni; e quella per la realizzazione di un parcheggio interrato.
Sarebbero stati costanti e stretti i rapporti che intercorrevano tra Salvatore Onda e l’ex consigliere regionale Carmine De Pascale