Gara da 273 mila euro per l’accoglienza migranti agli imprenditori del Centro Sociale Ex Canapificio, che appoggiò Carlo Marino al ballottaggio 2021

19 Luglio 2024 - 17:30

Guida un rti sui cui partecipanti la stazione appaltante, ovvero la provincia di Caserta, ha deciso di non pubblicare nulla, così come manca un qualsivoglia verbale di gara

CASERTA/CASAGIOVE (l.v.r.) – Il Centro Sociale Ex Canapificio di Caserta è diventato una specie di impresa? Un centro di interesse economico?

La risposta dev’essere sì, altrimenti non si spiega perché un’associazione che dal 1995 nasce come centro sociale decida di partecipare, e poi vincere, ad una procedura di gara da 273 mila euro, bandita dal comune di Casagiove per il servizio SAI, Sistema di accoglienza e integrazione, relativamente a 20 migranti richiedenti una protezione dall’Italia, rischiando la vita nel loro Paese di provenienza.

Il progetto è stato portato avanti dal comune di Casagiove che segnala come partner in questa attività di supporto per l’accoglienza diverse associazioni di riferimento: La Margherita Arci, Auser Casagiove, la chiesa di San Michele Arcangelo di don Stefano Giaquinto, proprio il Comitato per il Centro Sociale di Caserta e quello gemello Città Viva.

Ad aggiudicarsi la gara è stato il raggruppamento temporaneo d’imprese guidato proprio dal Comitato per il Centro Sociale Ex Canapificio. Ma, sfortunatamente, la stazione appaltante, ovvero la provincia di Caserta, non segnala quali siano tutte le imprese partecipanti al citato raggruppamento. Plausibile che siano quelle prima descritte come “partners” dal comune di Casagiove, ma non possiamo saperlo.

L’elemento più importante è sicuramente la presenza come leader di questo raggruppamento economico del Comitato dell’ex Canapificio e a questo punto ex Centro Sociale.

Parliamo di “ex Centro Sociale” perché storicamente i centri sociali non nascono con l’obiettivo di vedersi consegnare denaro pubblico, in cambio chiaramente di un servizio, non perché hanno “gli occhi belli”.

Il centro sociale, ogni centro sociale, nasce da un impegno per l’appunto sociale e volontario. E se partecipi e vinci gare d’appalto pubbliche, la tua anima si trasforma totalmente, diventando, rispettabilmente, un’impresa sociale, del Terzo Settore. Ma a questo punto il riferimento a centro sociale non è che abbia più tanto valore.

Certo, non chiediamo ai volontari del centro sociale di essere dei martiri in termini economici. Ma potremmo capire se si parlasse di piccole attività finanziate da denaro pubblico, un rimborso per le attività sociali compiute. Se invece si tratta di appalti di gestione dell’accoglienza migranti da 273 mila euro, allora dobbiamo parlare necessariamente di un’attività imprenditoriale, legittima ma discutibile.

Il centro sociale Ex Canapificio di Caserta, però, non è nuovo ad attività, diciamo così, a nostro avviso poco comprensibili.

La più lampante fu sicuramente l’appoggio che l’intero centro sociale, con in primis Vincenzo Fiano e Virginia Anna Crovella, volti principali dell’associazione e candidati al consiglio comunale in sostegno della corsa di Raffaele Giovine, diede al candidato Carlo Marino durante il ballottaggio alle elezioni comunali 2021 di Caserta.

Lì la scusa fu abbastanza semplice: “bisognava fermare le destre”. Come se Carlo Marino non fosse stato per anni il braccio destro a Caserta di Nicola Cosentino (non proprio Che Guevara) e leader in città di Forza Italia; come se Mimmo Guida, papà del consigliere poi eletto in maggioranza, Francesco Guida, non fosse un uomo storicamente di destra (non centro destra); come se Gianpiero Zinzi fosse una specie di Orban al gusto di mozzarella e non un figlio della storia democristiana di questa provincia, che con la destra, diciamocelo, non c’entra granché.

Fiano, Crovella e il centro sociale (ma anche Giovine, anche se non lo ammetterà mai) votarono a favore di Carlo Marino.

E ora mette un po’ di tenerezza vedere Fiano e Crovella, subito dopo il caso degli arresti al comune, scendere in piazza, dichiararsi distinti e distanti dall’amministrazione di Carlo Marino, dopo aver dato voti decisi al ballottaggio.

Quando l’amministrazione provinciale di Caserta (sic!) o il comune di Casagiove del sindaco Peppe Vozza, uomo storicamente legato alla sinistra, daranno maggiori informazioni sull’aggiudicazione di questo appalto, ad esempio le altre imprese partecipanti al Rti guidato dall’Ex Canapificio oppure i verbali di gara, saremo lieti di tornare sull’argomento.

Ad ora possiamo solo confermare l’impressione che da anni abbiamo sul Centro Sociale di Caserta: se queste strutture nascono e vivono come centri di aggregazione politica, sociale extra istituzionale, l’Ex Canapificio è andato definitivamente da un’altra parte.

QUI SOTTO LA PROPOSTA DI AGGIUDICAZIONE AL COMITATO PER IL CENTRO SOCIALE DI CASERTA, OVVERO IL CENTRO SOCIALE EX CANAPIFICIO