Giornalista minacciato dalla camorra, inizia il processo in Appello ai fratelli-boss

11 Ottobre 2024 - 16:08

PIGNATARO MAGGIORE – E’ stata fissata per il 19 novembre prossimo l’udienza di Appello per Giuseppe e Gaetano Lubrano, boss dell’omonimo clan di Pignataro Maggiore, già condannati in primo grado, a luglio del 2018, per aver minacciato con metodo mafioso il giornalista professionista Salvatore Minieri, impegnato in quel periodo in una delicatissima e pericolosa ricostruzione giornalistica degli interessi della potente famiglia mafiosa casertana anche nella zona industriale di Pignataro Maggiore.

I due fratelli, di 62 e 44 anni, sono stati condannati in primo grado anche a risarcire i danni alla parte civile e pagare le spese processuali.

Giuseppe e Gaetano Lubrano sono i figli del defunto ras Vincenzo, potentissimo boss alleato con i Corleonesi di Totò Riina e con la fazione di Bernardo Provenzano.

I due figli di Vincenzo Lubrano isolarono Salvatore Minieri da un corteo funebre al quale stava partecipando per intimargli di non scrivere più nulla della loro famiglia, pena la presa di provvedimenti seri ai danni del giornalista.

Minieri, pochi minuti dopo aver subito le pesanti minacce dei due boss, denunciò tutto all’Autorità Giudiziaria, trascinando i due boss in tribunale.

Dopo la condanna di primo grado nei confronti di Giuseppe e Gaetano Lubrano (il primo è stato condannato ad un anno e quattro mesi, il secondo ad un anno con pena sospesa) il giornalista ha dovuto attendere sei anni per vedere celebrata l’udienza di Appello, richiesta dall’avvocato dei due fratelli appartenenti alla consorteria criminale di Pignataro Maggiore.

Ad assistere il giornalista professionista, già nel processo di primo grado, c’erano l’avvocatessa Maria Grauso e gli avvocati Francesco e Antonio Iovino che saranno presenti anche all’udienza di Appello del prossimo 19 novembre.

Un tunnel di anni fatti di tensioni e paure – ha commentato Salvatore Minieri, appresa la notizia della data per l’Appello – da quando ho trascinato i boss Lubrano in tribunale, intorno a me si è creato un vuoto pneumatico e ho dovuto affrontare questi anni in solitudine, senza mai arretrare di un solo passo. Ringrazio per il sostegno l’Ordine dei Giornalisti della Campania e pochi, pochissimi colleghi che mi hanno sempre spronato ad andare avanti. Dalla professione alle relazioni personali, la mia vita è drammaticamente cambiata perché, come altri miei colleghi che fanno giornalismo d’inchiesta, sono diventato per i più una persona a rischio e da evitare. Le conseguenze sulla mia vita sono state drammatiche, ma rifarei tutto, senza alcun timore. Contro le mafie e i metodi mafiosi avremo sempre la testa alta e il coraggio di chi crede ancora nella propria terra”.

Nel 2019, Salvatore Minieri è stato insignito del Premio “Alma” per i Valori Professionali; il riconoscimento, voluto dall’Ordine dei Giornalisti della Campania, è stato consegnato al giornalista di Pignataro Maggiore dall’allora Procuratore Nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho.