Giuseppina Nappa “la sottile”, la moglie di Walter Scarface diretta dopo una visita nella casa romana di Vincenzo o’ tric: “Noi qui a fare i morti di fame, loro circondati da lusso e maggiordomi in divisa”

9 Giugno 2022 - 18:31

Ancora spunti interessantissimi dalle dichiarazioni della moglie del super boss Francesco Schiavone Sandokan fondatore del clan dei casalesi. Capi di Burberry a pioggia ogni Natale, buste con grandi somme di denaro, e l’occhio clinico della donna che da un paio di particolari capisce che Nicola Schiavone senior, qui qui, voleva prendere un po’ le distanze

 

CASAL DI PRINCIPE(g.g.) Non c’è nulla da dire: il contributo che Giuseppina Nappa, in Schiavone, moglie del capo dei capi del clan dei casalesi, ha fornito, con le sue dichiarazioni alle ultime indagini che la Dda ha svolto, insieme ai carabinieri, alla DIA  e anche alla squadra mobile, sia sul fronte appalti nazionali, sia su quello del monopolio sui servizi sociali della provincia di Caserta,  hanno sicuramente vivacizzato e riattivato, almeno in noi,  molti interessi sopiti dalla ripetitività, il più delle volte un po’ stucchevole, delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia del passato remoto e del passato più prossimo. Tanta minestra riscaldata e tante parole che poi venivano facilmente attaccate dagli avvocati difensori in quanto esplicative di fatti di cui raramente venivano esposti dettagli, particolari, da offrire all’attività di riscontro  materiale e quindi di costruzione di prove più solide da offrire agli organi giudicanti, soprattutto a quelli della legittimità, cioè Corte d’Appello e Corte di Cassazione.

Fidatevi di noi, di chi ha letto migliaia e migliaia di pagine contenenti dichiarazioni di collaboratori di giustizia: a prescindere dalla definizione precisa, a prescindere dal fatto che Giuseppina Nappa lo sia diventata o non lo sia diventata, a sua volta, una collaboratrice di giustizia le sue dichiarazioni  ci raccontano di una persona dotata  con un’altra marcia, con un’altra personalità.

Il nostro non è certo  un giudizio elogiativo, perché Giuseppina Nappa resta, a nostro avviso, al di là dei processi che ha affrontato e che magari dovrà ancora affrontare, moralmente responsabile, in quota parte, dei terribili delitti compiuti da suo marito e anche da suo figlio Nicola. Detto ciò, però, basta leggere tre righe di verbale per comprendere che ci si trova di fronte una donna molto intelligente e, ripetiamo, densa una personalità, che le assegna e le assegnerà, storicamente,  un ruolo diverso dalla semplice moglie e accuditrice silenziosa di un boss.

Ieri abbiamo pubblicato uno stralcio delle sue dichiarazioni, allegate all’ordinanza sul re degli appalti delle ferrovie, il 68enne Nicola Schiavone, che noi definiamo senior per distinguerlo da Nicola Schiavone junior, figlio di Giuseppina Nappa e figlioccio di battesimo del suo zio indiretto ed omonimo.

Oggi continuiamo con altri spunti importanti. La sensibilità di una donna, che non si consegna automaticamente al rito dell’omertà e alla selezione di quello che è conveniente dire rispetto a ciò che conveniente non è si coglie nella capacità di sviluppare racconti fatti di particolari precisissimi e compresi, ripetiamo,  proprio in forza di una non comune sensibilità. Per cui, dopo il suo arresto, datato 2008, pur riconoscendo che il rapporto con Nicola Schiavone senior e sua moglie Teresa Maisto fosse rimasto comunque nei fatti importanti  della vita sua e della propria famiglia, Giuseppina Nappa coglie un atteggiamento più circospetto quasi come se Nicola Schiavone senior volesse prendere le distanze anche da lei. Se ne accorge ravvisando un comportamento modificato da parte dell’imprenditore il quale all’improvviso aveva spostato di qualche metro il luogo di parcheggio della sua auto, ma soprattutto aveva sviluppato la nuova abitudine di arrivare nella casa di via Bologna a Casal di Principe sempre durante le ore dell’oscurità e sempre con fare molto circospetto.

Ciò nonostante, la devozione del pupillo di suo marito ha continuato a concretizzarsi con gli apporti mensili, ben 15mila euro a botta (clicca e leggi

), ma anche con tantissimi regali di gran lusso:  dai capi di abbigliamento prestigiosi, giubbotti, pantaloni, vestiti molto spesso griffati Burberry . E non c’è stato  natale in cui Nicola Schiavone non accompagnasse questi regali con la proverbiale busta, che non ha  mai contenuto somme inferiori ai 4/5 mila euro. Giuseppina Nappa non si sottrae di certo dall’esprime il proprio punto di vista sulla grande fortuna economica che attraversava la vita di Nicola Schiavone senior e di suo fratello Vincenzo. Dice che tutto quello era frutto di ciò che suo marito aveva consentito. E non auto-censura il suo pensiero attraverso il quale espone l’idea che tutto sommato ciò che Nicola Schiavone da alla sua famiglia, non é che una parte infinitesimale di ciò che aveva guadagnato e guadagnava grazie al lancio garantitogli da Sandokan. Nonostante questo Giuseppina Nappa non ha mai calcato la mano, facendo prevalere i concetti della riconoscenza su quelli del rodimento.

Esattamente il contrario di ciò che fa, invece, sua cognata Nicoletta Coppola, cioè la moglie di un altro super fruitore del 41 bis, quel Walter Schiavone fratello di Francesco Schiavone Sandokan, divenuto celebre anche per l’ormai famosissima villa confiscata in cui nulla di chiassoso, di grossolano, di pacchianissimo, si fece mancare al punto che quella enorme abitazione fu paragonata  alla villa faraonica, rappresentata nel film Scarface.

Questa nostra osservazione introduce l’ultima sezione dell’articolo che parte dall’idea, partorita da Vincenzo Schiavone e da sua moglie Tiziana rivelatasi poi non felicissima, di invitare Nicoletta  Coppola, delle cui necessità, come già abbiamo scritto più volte Vincenzo o’tric si occupava così come suo fratello Nicola faceva con quelle di Giuseppina Nappa,  nella loro sontuosa dimora romana.

Quando tornò a Casal di Principe, la moglie di Walter Schiavone  si recò immediatamente a  casa di Giuseppina Nappa, avendo letteralmente  un diavolo per capello. Disse che Vincenzo Schiavone viveva non da ricco, ma da super ricco, da magnate,  in una residenza incredibilmente lussuosa e, addirittura,  con personale di servizio in divisa.  Per capirci, aggiungiamo noi,  con uno stuolo di maggiordomi. Giuseppina Nappa ricorda la frase che le disse la cognata: “Noi qui a fare i morti di fame, loro lì a fare gli straricchi” un’affermazione anche comprensibile se ci si mette nei panni di una donna, la quale, probabilmente meno sottile e meno preparata di Giuseppina Nappa, semplificava i concetti e partiva dal presupposto, tutt’altro che campato in aria, che se Nicola Schiavone senior, detto qui qui, in gioventù insegnante di scuola e  se il fratello Vincenzo Schiavone detto o’ tric, avevano fatto tutto quello che avevano fatto era dovuto esclusivamente alla volontà e agli investimenti che su di essi avevano fatto Francesco Schiavone Sandokan e di suo fratello Walter.

Il resto ugualmente molto interessante lo leggete nello stralcio dell’ordinanza che pubblichiamo in calce e che contiene le dichiarazioni di Giuseppina Nappa.