GLI ARRESTI DI CASERTA. I pm: “I Rondinone schierati con Emiliano Casale, i Capone con Marzo”. Aggiungiamo noi: ma l’accoltellamento di Gennaro Rondinone da parte di Raffaele Capone, c’entra con quella campagna elettorale?

13 Giugno 2024 - 20:29

L’episodio, per il quale il figlio dell’esponente di spicco del clan Belforte è stato condannato definitivamente a 7 anni e 1 mese, avvenne proprio nei giorni in cui la tensione tra Emiliano Casale e Massimiliano Marzo era arrivata al culmine. Il “gimme five” di Capone jr a Carlo Marino, l’incredibile pareggio nelle preferenze e le molto più che inopportune condoglianze pubbliche del vicesindaco dopo la morte di Antonio Rondinone.

CASERTA (g.g.). Vi è un passaggio dell’ordinanza degli arresti di stamattina al Comune di Caserta, sul quale noi non potevamo non drizzare le antenne. Vi è scritto, in sostanza, che la famiglia Rondinone, formata, aggiungiamo noi, da diversi malavitosi che hanno appartenuto al clan Belforte, si era schierata nella campagna elettorale delle elezioni comunali del 2021, con Emiliano Casale, oggi vicesindaco e assessore alle Attività produttive, lesto, lestissimo a presentare pubbliche condoglianze, del tutto inopportune, a nostro avviso e ad avviso di tanti altri, nelle ore successive alla scomparsa di Antonio Rondinone, detto Barbablu, con un significativo carico di procedimenti penali che ne hanno segnato la vita. Allo stesso tempo i magistrati della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere affermano che un’altra nota famiglia di malavitosi, ossia i Capone di parco Santa Rosalia,

erano decisamente schierati dalla parte di Massimiliano Marzo. Noi dovemmo aspettare ben due giorni per i risultati ufficiali delle Comunali e alla fine, coincidenza tra le coincidenze, a Emiliano Casale e a Massimiliano Marzo fu attribuito esattamente lo stesso numero di preferenze personali: primi eletti della città capoluogo, dunque specchi precisi del livello raggiunto da Caserta, con 886 voti.

Una campagna elettorale molto dura, ricca di tensioni, attivate dalla feroce rivalità che contrappose Emiliano Casale e i suoi sostenitori e Massimiliano Marzo, ugualmente spalleggiato da altri sostenitori, la cui identità abbiamo letto a pagina 16 dell’ordinanza.

Quante volte avete letto su CasertaCE articoli di amara ironia, nei quali scrivevamo che, tra un comizio e l’altro, tra un evento elettorale e l’altro, Raffaele Capone, condannato definitivamente a 7 anni e 1 mese per quell’episodio e figlio del boss Giovanni Capone, aveva avuto il tempo per vibrare alcuni terribili fendenti nei confronti di Gennaro Rondinone che, dopo aver addirittura tentato di candidarsi in sostegno a Carlo Marino, aveva sposato totalmente la causa di Emiliano Casale.

Scrivemmo all’epoca, riproducendo i comunicati ufficiali, che Gennaro Rondinone stava recandosi presso l’abitazione di Giovanni Capone, padre di Raffaele, per un – così lo chiamano i camorristi come loro – “chiarimento”. In verità, non ci siamo mai impegnati più di tanto per comprendere di che tipo di chiarimento si trattasse. Anche perché, Raffaele Capone a casa sua non ce l’aveva fatto arrivare Gennaro Rondinone, accoltellando prima.

Stiamo parlando di un momento assolutamente interno alla campagna elettorale, ad un evento che aveva, ovviamente per pura coincidenza e fino a prova contraria, contrapposto all’arma bianca quelli che, secondo la Procura di Santa Maria C.V., erano i più importanti grandi elettori di Emiliano Casale e Massimiliano Marzo.

La campagna elettorale che si chiuse con una grande festa celebrata in un sito di via G.M. Bosco, dove un Raffaele capone entusiasta, nonostante il tentato omicidio compiuto, “dava il cinque” all’appena rieletto Carlo Marino, totalmente ricambiato da quest’ultimo.

Quel video ritorna oggi di attualità e meriterà di essere riproposto ai nostri lettori. Lo faremo nella giornata di domani.