Gli avvocati di Nicola Schiavone Monaciello chiedono la ricusazione del Gup, ma sugli appalti RFI su quelli di CASAL DI PRINCIPE e dintorni in 68 vanno verso il processo
5 Dicembre 2022 - 17:31
Ora sarà la corte di Appello a pronunciarsi sull’istanza presentata da Giovanni Esposito Fariello ed Umberto Del Basso De Caro. Intanto, stamattina, il PM ha concluso la sua requisitoria
CASAL DI PRINCIPE – E’ arrivata alle battute finali la maxi udienza preliminare, collegata all’ordinanza con la quale, il 3 maggio scorso, il tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione distretturale antimafia ha proceduto all’arresto di decine e decine di persone, coinvolte in due diverse strutture – fondamentalmente distinte tra di loro – di questa indagine.
Il filone più accattivante da un punto di vista mediatico è stato quello costituito dal ruolo pesante ed influente svolto per anni dal 68enne Nicola Schiavone, detto Monaciello, a suo tempo pupillo di Francesco Schiavone Sandokan e padrino di cresima del figlio di quest’ultimo, l’altro Nicola Schiavone, che ha governato le sorti del clan dal 2004 al giugno del 2010, quando fu poi arrestato. Un ruolo, quello di Monaciello, esplicitato nella Capitale, dove, tra agii e lussi, ha messo in piedi un sistema di imprese che hanno capitalizzato la sua attività di corruttore, aggiudicandosi supergare bandite da Rete Ferroviaria Italiana, braccio operativo e infrastrutturale delle Ferrovie dello Stato e poi di Trenitalia, con ampio coinvolgimento di dirigenti apicali, arrestati o comunque indagati nell’inchiesta.
L’altro filone è stato costituito sull’organizzazione finalizzata al controllo degli appalti pubblici grazie alla quale l’appena citato Nicola Schiavone Junior, figlio di Sandokan, utilizzando da plenipotenziario presso gli uffici tecnici del comune di Casal di Principe e non solo di questo, i servigi di Dante Apicella, ha fatto il bello e il cattivo tempo, gestendo le gare e aggiudicandosele per decine e decine di milioni di euro, con ampia utilizzazione di prestanome o di aziende amiche, una delle quali riferibili al terzo Nicola Schiavone di questa storia, O’ Russ, un anno più vecchio rispetto all’erede di Sandokan, e arrestato recentemente ad epilogo di un altro indagine, insieme al suo personalissimo prestanome, l’imprenditore edile di Villa Literno, Alessandro Ucciero.
Dell’inizio dell’udienza preliminare, abbiamo già dato notizia in estate ed essendo quasi settanta le persone per le quali la Dda ha chiesto a suo tempo il rinvio a giudizio, questo passaggio intermedio, la cosiddetta udienza-filtro, si sta sviluppando con tempi piuttosto lenti.
Non dovrebbero, questi, essere ulteriormente rallentati dall’istanza di ricusazione del Gup Maria Rosaria Aufieri, presentata dai due legali difensori di Nicola Schiavone Monaciello, cioè dagli avvocati Giovanni Esposito Fariello ed Umberto Del Basso De Caro, quest’ultimo sottosegretario ai Trasporti in un periodo in cui Schiavone dominava la scena in Rfi.
La mossa dei difensori è stata legata a un’iniziativa, a loro dire assunta dal Gup, riguardante la disponibilità di un’aula per la celebrazione di un eventuale processo. Una richiesta che celerebbe – ad avviso dei difensori – già la decisione del giudice ancor prima che venissero ascoltate le parti.
Sarà la corte di Appello di Napoli a pronunciarsi su questa istanza già nei prossimi giorni. A meno di una decisione clamorosa, cioè di un sì alla ricusazione, l’udienza tornerà a celebrarsi nella metà di dicembre, quando i difensori inizieranno le loro discussioni, in riscontro alla scontata reiterazione della richiesta di rinvio a giudizio, espressa dal pubblico ministero della Dda presente stamattina in aula.
Per il momento, sono 59 gli imputati che, in caso di rinvio a giudizio, sosterranno il processo ordinario, incardinato nel tribunale di Aversa-Napoli Nord o in quello di Santa Maria Capua Vetere, mentre in nove hanno chiesto al Gup di essere giudicati con il rito abbreviato, dunque in poche battute, in un paio di udienze e con sentenza prevista già nei primi mesi del prossimo anno.
Si tratta di Dante Apicella, Antonio e Pasquale D’Abrosca, Augusto Gagliardo e Antonio Magliulo per quanto riguarda il filone degli appalti a Casale e in provincia di Caserta; il commercialista e consulente Guido Giardino, Giulio Del Vasto, il direttore dei lavori di RFI nei cantieri monopolizzati da Monaciello, Luigi Russo e Pietro Andreozzi