GUARDA IL VIDEO. CONFISCA DEFINITIVA. Passano allo Stato le proprietà di Pasquale Piccirillo per 25 MILIONI DI EURO. 93 appartamenti, lo studio dentistico e…

18 Ottobre 2022 - 11:22

Per anni sulla breccia dell’imprenditoria editoriale e televisiva, Piccirillo, accusato di aver costruito illegalmente il suo patrimonio, ha subito stamattina gli atti esecutivi finali della guardia di finanza di Caserta dopo la sentenza inappellabile pronunciata dalla Cassazione che ha pienamente confermato sia quella dell’Appello, ma soprattutto quella emessa dalla sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. IN CALCE AL NOSTRO IL COMUNICATO DELLA GDF E IL VIDEO

CASERTA (g.g.) – Qui in basso il comunicato della Guardia di Finanza che sintetizza l’attività realizzata fino a stamattina con la quale larga parte del patrimonio dell’imprenditore casertano Pasquale Piccirillo è passato definitivamente nella dotazione dello Stato.

E’ la fine di un lungo capitolo giudiziario iniziato anni fa e che per un primo periodo ha viaggiato assieme alle procedure relative alle accuse di diritto penale e di natura personale mosse nei confronti di Piccirillo.

Successivamente, le misure patrimoniali hanno viaggiato dentro alle procedure attivate dal primo grado di giudizio, rappresentato dal verdetto della sezione Misure di prevenzione patrimoniale del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il quale ha trasformato l’atto di sequestro finalizzato alla confisca di beni mobili e immobili per 25 milioni di euro di proprietà o comunque ascrivibili a Piccirillo,

in confisca propriamente detta.

Ma come capita per una condanna penale inflitta ad una persona, così, anche per una condanna di fatto ad una confisca di beni proprietari, il primo grado non rappresenta una sentenza definitiva.

Per cui, i difensori di Piccirillo hanno impugnato la decisione del tribunale della sezione Misure di prevenzione della corte sammaritana davanti ai giudici della corte di Appello di Napoli.

Come capita spessissimo per le decisioni assunte dal collegio, presieduto dal giudice Massimo Urbano, anche in questo caso la sentenza ha retto perfettamente, dimostrando, ancora una volta, la qualità tecnico-giuridica di cui è dotato questo ramo.

Per cui, prima l’Appello e poi la corte di Cassazione hanno confermato la confisca che, con il pronunciamento della corte suprema, è divenuta definitiva e inappellabile.

di qui l’attività del finanzieri del Comando Provinciale di Caserta, che hanno acquisito formalmente al patrimonio dello Stato 93 appartamenti, di cui, i lettori di CasertaCE che seguirono le prime fasi dell’inchiesta, conoscono come localizzati nella loro magna pars in quel di Gaeta.

E ancora, le quote societarie di cui Piccirillo era proprietario del grande studio dentistico e odontotecnico di Recale, dove l’imprenditore ha esercitato per anni la sua professione di dentista e, infine, le quote del gruppo editoriale LunaSet, editore delle emittenti TvLuna, ancora attiva sulle piazze di Napoli, e TvLuna2, non attiva da un po’ e con la sede nella storica via Isonzo, che in passato aveva ospitato altri marchi celeberrimi dell’emittenza televisiva casertana.

Nel calderone della confisca definitiva sono finite anche otto autovetture e 22 conti correnti. Il resto lo potete leggere nel comunicato stampa della guardia di finanza, che vi proponiamo da qui in poi.

IL VIDEO E IL COMUNICATO DELLA GdF

Oggi, martedì, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta sta coordinando l’esecuzione di un decreto di confisca con il quale la Suprema Corte di Cassazione, confermando le decisioni a suo tempo assunte dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Misure di Prevenzione e, successivamente, avallate dalla Corte d’Appello di Napoli ha disposto l’apprensione definitiva a favore dello Stato di beni immobili, mobili registrati e di quote societarie per un valore complessivo di oltre 25.000.000 di euro nei confronti di un imprenditore casertano, operante nei settori sanitario, editoriale, delle telecomunicazioni e immobiliare.

Il provvedimento costituisce l’epilogo di mirati accertamenti economico-patrimoniali, posti in essere dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caserta, su delega del citato Ufficio Giudiziario, finalizzati alla ricostruzione del profilo di pericolosità sociale dell’imprenditore e all’individuazione dei proventi illeciti che gli hanno permesso un ingiustificato arricchimento personale e l’accumulazione – nel tempo – di un ingente patrimonio incongruente con i redditi dichiarati.

A seguito dei suddetti accertamenti, l’imprenditore aveva subito l’applicazione di una misura di prevenzione a carattere personale, essendo stato riconosciuto come un soggetto socialmente pericoloso sul piano “economico-finanziario” alla luce del suo coinvolgimento, nel periodo 2005-2017, in molteplici vicende giudiziarie concernenti, in particolare, numerosi e diversi delitti a sfondo patrimoniale, quali truffe aggravate per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio, appropriazione indebita e delitti tributari per evasione fiscale ed utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Al fine, quindi, di disvelare l’origine del rilevante patrimonio dell’imprenditore e del suo nucleo familiare è stata acquisita copiosa documentazione, tra cui i contratti di compravendita dei beni e delle quote societarie nonché numerosi altri atti pubblici che hanno interessato nel tempo l’intero nucleo familiare investigato, verificando poi, per ogni transazione, le connesse movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della necessaria provvista economica. Il materiale così raccolto è stato oggetto di circostanziati approfondimenti, anche bancari, che hanno consentito di accertare un’ingiustificata discordanza tra il reddito dichiarato e le disponibilità finanziarie invece utilizzate per le acquisizioni patrimoniali, oltre all’utilizzo strumentale delle società allo stesso riconducibili per mascherare la titolarità del suo ingente patrimonio immobiliare e per drenare liquidità attraverso fittizie operazioni di “restituzione finanziamenti”.

Sulla base di tali evidenze, nel mese di febbraio 2018 la Seconda Sezione Penale – Collegio D del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva già disposto il sequestro, in vista della successiva confisca, delle quote societarie e relativi complessi aziendali di n. 3 imprese (tra cui un noto studio odontotecnico convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, un gruppo editoriale attivo nelle telecomunicazioni e una immobiliare), n. 93 immobili (ubicati in Campania, Lazio, Abruzzo e Svizzera, tra cui rientrano anche ville private situate in note località turistiche), n. 8 autoveicoli nonché delle disponibilità finanziarie presenti su n. 22 rapporti bancari (conti correnti, conti di deposito e altri investimenti finanziari), per un valore stimato pari a oltre 25 milioni di euro.