TUTTI I NOMI. RAPINA IN GIOIELLERIA: 5 ARRESTI. Pistole e fucile in faccia al titolare e maschere con un viso finto, colpito anche noleggio auto
2 Ottobre 2025 - 12:35

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MARCIANISE – Un colpo da 63mila euro messo a segno con armi in pugno e maschere integrali in silicone. Sembra la trama di un film, ma è successo davvero, in pieno giorno, nel cuore di Marcianise. Adesso, dopo mesi di indagini, i Carabinieri della Compagnia di Marcianise hanno fatto scattare le manette: cinque le persone coinvolte, accusate – a vario titolo – di rapina, tentata rapina, furto, ricettazione e detenzione illegale di armi.
Il blitz è scattato all’alba in diverse località: Caivano (Parco Verde), Napoli (Secondigliano), Arzano, Aversa, Orta di Atella e Fondi, in provincia di Latina. Tre degli indagati sono finiti in carcere, due ai domiciliari. In carcere sono finiti Nicola Pota, 46 anni, Giuseppe Vitale, 28enne, e Roberto Dell’Annunziata, 38 anni. Ai domiciliari invece Francesco Chiacchio, 34enne, e Vittorio Pio Contiello. Nelle prossime ore scopriremo i luoghi di origine e residenza.
L’ordinanza è stata emessa dal GIP di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura, che ha coordinato le indagini partite lo scorso aprile.
Tutto è iniziato da una rapina spettacolare, portata a termine da un gruppo di uomini che, secondo gli inquirenti, si spostavano a bordo di auto con targhe rubate e il volto coperto da maschere in silicone. Una volta arrivati a destinazione, facevano irruzione con pistole e fucili, minacciando le vittime per farsi consegnare contanti e gioielli. Nella gioielleria colpita a Marcianise, i rapinatori erano riusciti a portar via un bottino da 63mila euro tra preziosi e incasso.
Non solo. Il gruppo avrebbe tentato un secondo colpo, questa volta ai danni di un autonoleggio nella provincia di Napoli, utilizzando lo stesso copione.
Il lavoro investigativo, definito “articolato” dagli stessi Carabinieri e dalla procura, ha permesso di ricostruire movimenti, ruoli e modalità d’azione della presunta banda. Ma è bene ricordare che siamo ancora nella fase delle indagini preliminari: gli arrestati sono da considerarsi innocenti fino a prova contraria e sarà il processo a stabilire eventuali responsabilità.