I 30 ARRESTI DI CAMORRA. Ecco perchè i Quaqquaroni sono tornati a contare. Achille Piccolo dal carcere: “Comando io”

8 Aprile 2019 - 11:48

MARCIANISE(g.g.) C’è un altro passo del comunicato della Questura di Caserta e della dda di Napoli sugli arresti, avvenuti all’alba di oggi, che va evidenziato come secondo contributo immediato offerto all’attenzione e alla riflessione di chi (e sono molti) è interessato a queste notizie.

Il clan Piccolo-Letizia è stato per anni una piccola sopravvivenza camorristica dopo la guerra sanguinosa che dall’inizio degli anni ’90 al 2009 ha contrapposto i Mazzacane-Belforte agli stessi Piccolo, soprannominati Quaqquaroni. Dal 2005 in poi invece è stato il clan Belforte ad indebolirsi a causa di molteplici ordinanze, frutto anche del contributo di moltissimi collaboratori di giustizia che hanno deciso di mollare il sodalizio a cui appartenevano.

Per cui, quel dominio sul territorio, frutto della vittoria incontestabile della guerra sanguinosa di cui dicevamo, ha finito, mano mano, per vanificarsi.

A quel punto, si è creato uno spazio per i Piccolo-Letizia e di fronte a questa realtà, le due famiglie in sodalizio hanno cominciato subito a litigare. Significativo l’ordine, impartito dal carcere da Achille Piccolo, al fratello Angelo Piccolo, attraverso cui il primo afferma senza se e senza ma, di voler rimanere a capo del clan anche con le restrizioni del carcere. Ciò evidentemente per sottolineare la primazia dei Quaqquaroni sul gruppo associato.

Quella tra i Piccolo e i letizia non è stata una guerra di parole, ma anche di fatti. Precisamente di fatti criminali. un esempio tra tanti: l’attentato all’auto di un esponente della famiglia Letizia ordinato da Pasquale Piccolo, detto Rockfeller, ed eseguito dal nipote Domenico Piccolo.