I BAR DELLA CAMORRA. Salvatore Venosa conferma in aula: “Il Giglio era cosa nostra”
22 Ottobre 2018 - 11:22
SAN CIPRIANO DI AVERSA- (ti.pa) Colpo di scena nel processo al clan Venosa relativa all’ordinanza Jackpot, i cui componenti sono accusati di aver imposto il pizzo a varie attività commerciali dell’agro aversano. E’ stato ascoltato Salvatore Venosa che ha fatto un excursus sulla scissione all’interno del clan dei Casalesi. In particolare, di quando i Venosa decisero di uccidere tutti i loro avversari come Luigi Diana.
Si è soffermato pure su Raffaele Venosa che percepiva lo stipendio persino nel periodo della detenzione. “I soldi, il gruppo Venosa, – ha detto – li raccoglieva imponendo i videogiochi e le cialde del caffè e c’era persino un bar gestito da Raffaele Venosa, aperto grazie ai soldi del clan. Questo bar si chiama bar Giglio si trova a San Cipriano“.
Il processo è stato aggiornato a dicembre mentre quello per gli abbreviati a carico di Raffaele Venosa difeso dall’avvocato Tessitore, Juri La Manna e Giuseppe Verrone è slittato a gennaio.