I COMUNI DI ZANNINI. Santarpia, Seguino: mezzo milione di euro di incarichi. Ma invece che per il dissesto idrogeologico, i soldi del governo usati per marciapiedi e asfalto

31 Gennaio 2024 - 13:24

FRIGNANO (G.G.) – Non possiamo affermare e scrivere di possedere cognizione matematica che in un Comune zanniniano, cioè collegato alla posizione e alle trame politiche, ma non solo, del consigliere regionale di Mondragone Giovanni Zannini, qual è indubbiamente quello di Frignano, si sia registrata una cointeressenza, un ruolo attivo dello Zannini, sulla questione del finanziamento di 2 milioni e 400mila euro circa erogati direttamente dallo Stato.

Non si tratta, infatti, di soldi arrivati dalla Regione Campania, rispetto ai quali Giovanni Zannini ha potuto, in altre circostanza e Comuni, rivendicare il suo ruolo attivo, passando poi all’incasso di una remunerazione politica e di tipo elettorale, affiliando alla sua causa sindaci, assessori e consiglieri comunali.

Però stiamo scoprendo, da studiosi di quella che è divenuta una sorta di fenomenologia dell’accattonaggio, non certo assimilabile a quella famosissima che Umberto Eco fece su Mike Bongiorno, che questa affiliazione dei sindaci, degli assessori, dei consiglieri nei comuni controllati da Zannini assume sempre più una caratteristica di intensità, addirittura emotiva. Insomma, non siamo al giuramento di sangue ma poco ci manca.

Non possiamo sancire la cointeressenza perché solo oggi cominceremo la verifica sul blocco di professionisti che hanno assorbito ben 500mila euro sui 2 milioni e 400mila dell’intero finanziamento.

In pratica più del 20%.

Tra questi c’è anche un mio compaesano che ben conosco e che, probabilmente, renderà più facile la tracciabilità del flusso di danaro che ha riempito di soddisfazione e felicità il blocco professionale di cui sopra, che non potrà però essere massa critica perché il sindaco Santarpia e il suo vice Seguino hanno deciso di spacchettare, potendolo anche non fare, questi due milioni e mezzo di euro o poco meno, in tre lotti, ognuno di circa 800mila euro.

E già questa addizione quasi esatta di numeri simmetrici, pressoché uguali, desta un sospetto sul fatto che, come capita quasi sempre da noi, non si parta nel ragionamento da quello che si deve fare per migliorare le infrastrutture, le strutture, i servizi di un comune, ma si parta e spesso si arriva anche, dalla ripartizione di cifre di danaro in funzione di quella che chiamano “la politica” ma che, in realtà, è una lottizzazione che poco o nulla lascia alla qualità degli interventi.

Dunque, non 1 milione e 200mila, poi 500mila, poi gli ultimi 700mila per tre interventi differente. Ma 800, 800 e 800, in modo che quello che c’è sotto in termini di incarichi rappresenti – e questo lo capiscono bene i Santarpia che storicamente sanno far di conto – non venga squilibrato e dunque, come si suol dire, “nessuno si prenda collera”.

I soldi sono arrivati con un vincolo ben preciso: il governo li ha dati al Comune di Frignano perché questo si possa mettere in ordine dal rischio idrogeologico, divenuto emergenza nazionale dopo le tante alluvioni, le frane che hanno seminato distruzione e morte.

Beh, lo dovrebbero sapere quelli che frequentano i salotti televisivi come vengono spesi questi soldi in certi Comuni. Lo dovrebbe sapere il governo che li ha prelevati dalle casse riempite dalle tasse degli italiani.

Primo lotto: pavimentazioni, marciapiedi e roba del genere.

Secondo lotto: pavimentazioni, marciapiedi e roba del genere.

Interventi riguardanti Corso Europa, Piazza Mazzini e via Tessitore.

Domanda: cosa c’azzeccano i marciapiedi e le pavimentazioni con gli interventi finalizzati, riportiamo testualmente l’oggetto del finanziamento, alla “Mitigazione e messa in sicurezza da rischio idrogeologico causato da fenomeni meteorologici mediante intervento di adeguamento del sistema di smaltimento delle acque meteoriche”?

Niente, non c’azzeccano niente.

Poi c’è un terzo lotto, di una non meglio precisata vasca interrata, che dovrebbe riguardare una delle questioni legate all’oggetto del finanziamento, cioè quella relativa alla razionalizzazione degli scarichi fognari e meteorici. Quando riceveremo qualche notizia in più su questo terzo intervento, si potrà eventualmente capire se sia e realmente utile per le specifiche esigenze di Frignano se sviluppi un intervento standard non rigorosamente calibrato sulle caratteristiche di questa cittadina. Uno poi si chiede, di fronte all’uso, a nostro avviso non legittimo dei finanziamenti erogati dal governo, a cosa serva la ripartizione in tre lotti. Questa è un po’ come la storia delle rotonde.

Una ventina d’anni fa i Comuni italiani furono toccati dalla grazia di finanziamenti cospicui di origine europea finalizzati alla perequazione delle modalità di circolazione relative a certi incroci.

In Francia esistevano da sempre, in Italia ce c’erano al massimo 10.

All’improvviso rotonde dappertutto, anche dove non servivano, anche dove risultarono impianti pericolosi e in gradi di generare incidenti stradali.

Ma nessuno mandò un euro indietro, perché la costruzione delle rotonde servì a muovere i quattrini, a dare migliaia e migliaia di incarichi che poi si trasformavano in voti elettorali, ad aggiudicare migliaia di appalti che a loro volta servivano a generare consenso elettorale, finanziamenti sempre elettorali a sindaci e altri politici e una valanga di bustarelle smascherate nello 0,000000000000000001% dei casi.

Tre lotti per nominare tre geologi che hanno prodotto tre relazioni per un importo complessivo di 75mila euro, intascati da Pasquale Marenna, Crescenzo Senese e Gennaro D’Agostino, quest’ultimo socio del figlio dell’ex sindaco di Frignano Vincenzo Magliulo e fratello dell’attuale assessore alle Politiche Sociali, Katia Magliulo.

Tre lotti e tre direzioni dei lavori, di cui solo due da noi rintracciate per il momento: Onofrio Dennetta e Francesco Colarullo, socio di un vero eroe di Casertace, il mitico e inimitabile Carlo Maisto, autodefinitosi la “mano lunga” della Regione Campania, tra gli applausi a scena aperta del nostro giornale. L’uomo che vorremmo fosse il prossimo sindaco di Frignano, già oggi comunque con un piede nell’amministrazione attraverso la moglie Elisabetta Seguino, consigliera di maggioranza, che a questo punto potremmo definire “la mano lunga della mano lunga” della Regione Campania.

Veniamo al supporto ai Rup: l’ingegnere civile Fioravante Antonio Di Meo, l’architetto Melania Cervola e una persona definita semplicemente “dottoressa” che risponde al nome di Giuliana Angelini. Si sarà trattato di un errore di battitura perché gli assistenti al Rup dovrebbero essere tecnici.

Dulcis in fundo, i progettisti, cioè i titolari degli incarichi più remunerati: Antonio Scaranno di Cesa con 53mila euro, Una Srl di Latina con 100mila euro e Advanced Engineering di Telese con 82mila euro.

In verità, l’opposizione su questa vicenda si sta muovendo bene: venerdì scorso, 26 gennaio, ha formalizzato una interrogazione consiliare al sindaco Lucio Santarpia, e all’assessore ai Lavori Pubblici, manco a dirlo Giuseppe Seguino.

Prudenzialmente, dato che siamo in un posto in cui il sindaco “da lì gli è entrato e da lì gli è uscito” l’incredibile vicenda di una tesoreria comunale i cui soci sono suoi diretti consanguinei, fratelli, nipoti e addirittura suo figlio, quelli dell’opposizione hanno provveduto a segnalare la vicenda alla Corte dei Conti, al Ministero degli Interni, dipartimento autonomie locali, erogatore dei finanziamenti, e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Aversa-Napoli Nord.