I MARIUOLI DELL’OSPEDALE DI CASERTA. Rita Greco, considerata dalla capobanda Angela Grillo, la migliore nel distruggere ai carabinieri le prove delle analisi illegali

24 Agosto 2019 - 13:49

CASERTA (g.g.) – Inutile far premesse e didascalie logiche su quello che abbiamo letto e continuiamo a leggere nella desolante ordinanza relativa all’ospedale civile di Caserta.

Nell’ultima puntata ci siamo occupati, veramente nostro malgrado, dei motivi per cui la signora Rita Greco, persona che riscuoteva la nostra stima per la famiglia per cui proviene e per aver rappresentato, anche negli ultimi tempi, una posizione all’interno del Pd legata alla resistenza rispetto alle forme di discriminazione, di apartheid, consumate da Franco Mirabelli, killer politico di Matteo Renzi, autore materiale di un delitto compiuto contro la buona politica, l’etica delle regole democratiche, la tolleranza e la capacità di ascolto verso le idee che non si condividono, dell’imposizione della candidatura di Antonello Velardi a sindaco di Marcianise.

Onestamente, ritrovarcela in azione a distruggere prove, a gettare furtivamente in un cestino del bar dell’ospedale le prove dell’illegalità gravissima del sistema fondato sul reato, che aveva nel primario della Patologia clinica Angelo Costanzo e nel tecnico di laboratorio Angela Grillo i perni fondamentali è veramente deludente.

Questa nostra valutazione va al di là, come scritto la settimana scorsa, dell’esito delle indagini e delle decisioni che l’autorità inquirente potrà assumere sulla richiesta di rinvio a giudizio di Rita Greco.

D’altronde le parole trascritte nell’intercettazione tra Grillo e Vincenzo

Telesco non lasciano adito a dubbio, la Grillo si rallegra e si complimenta, seppur non direttamente con la Greco, che è stata “l’unica pulita […]. perchè è andata al bar ha gettato le risposte.”.

Una non meglio precisata volontaria sarebbe stata brava, a sua volta, a eliminare corpi di reato, in modo da non farli acquisire dai carabinieri. “Altri piaceri” – chiosa sempre la Grillo – “me li sono messi in tasca“.

I vari componenti di quest’area ospedaliera cercano anche di trovare una sorta di giustificazione che somiglia ad una chiamata generale in correità, aggiungiamo noi, purtroppo, perché questo, come abbiamo scritto tantissime volte, rappresenta la premessa antropologica e sociale di una delinquenza diffusa a tutti i livelli.

“Perché qua i piaceri li portiamo tutti quanti ho detto, ci sta chi ne porta di più chi ne porta di meno però ora dobbiamo essere coalizzati io rispetto a qualcun altro ne porto di meno ma questo non significa che io mi tiro indietro”.

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