I “NUOVI” QUAQQUARONI pensavano in grande: ecco come provarono a farsi dare un’auto da Arcangelo Tartaglione di Blucar di via Santella

8 Aprile 2022 - 11:04

E’ lo stesso imprenditore a confermare gli episodi che ermergono dalle intercettazioni. La visita di Francesco Piccolo, residente a San Cipriano, a casa di Agostino Piccolo con quest’ultimo assente e alla presenza invece della moglie e dei suoceri. Il ragionamento del gip per contestare, questa volta, il concorso morale nella tentata estorsione anche ad Agostino Piccolo

 

MARCIANISE – (g.g.) Vi eravamo debitori degli ultimi dettagli riguardanti il tentativo di estorsione, compiuto da Francesco Piccolo il quale, scopriamo dall’ordinanza, risiede a San Cipriano d’Aversa, e da Gaetano Monica, a danno della DR Service di Carmine Zarrillo.

I colpi di pistola vengono sparati a bordo di una Vespa Special, che, nel caso specifico non è quella che solca i colli bolognesi e il santuario di San Luca, inforcata da un Cesare Cremonini post adolescenziale, bensì quella condotta da Gaetano Viciglione con il Monica a far da passeggero e a occuparsi materialmente degli spari contro la saracinesca delal concessioanria di Zarrillo, sita in via San Giuliano.

A volte si rimane sempre un pò così di fronte alla differenza temporale tra le azioni di polizia giudiziaria e il momento in cui poi le ordinanze vengono eseguite. Pensate un pò che il 25 settembre 2019, cioè esattamente più di due anni e mezzo fa, i poliziotti della Squadra Mobile bussarono a casa del Viciglione, per controllare la sua Vespa, incrociando l’agitazione del giovane, oggi 21enne, al tempo dei fatti 18enne, il  quale si lasciò scappare una frase, che esprimeva tutto il suo disappunto per aver accettato di fare un favore a un suo amico.

Dalle intercettzoni telefoniche successive, si capisce che l’amico era proprio Gaetano Monica, con il quale Gaetano Viciglione si lamenta al telefono, addirittura temendo di essere arrestato. Comunque la messa a disposizione della Vespa Special anche del suo conducente, come detto Gaetano Viciglione, costò a Gaetano Monica 150 euro.

Sono occorsi 31 mesi da quel momento per eseguire il provvedimento cautelare del giudice. Probabilmente si è valutato che il Viciglione e gli altri indagati a piede libero non fossero in condizioni di scappare o di inquinare le prove o di reiterare il reato, altrimenti in 31 mesi si può fondare anche un nuovo clan camorristico.

Da un concessionario all’altro: vittima di un altro tentativo di estorsione è stato Arcangelo Tartaglione, titolare con ditta individuale della concessionaria Blucar auto nuove e usate. Anche stavolta sono Francesco Piccolo e Gaetano Monica a fargli visita, sempre in quel famoso settembre 2019, Piccolo gli chiede un’auto. Vuole spendere mille, massimo 2mila euro, dice lui, “pagando comodamente”. Tartglione gli risponde di non aver quell’auto già pronta. A quel punto, Francesco Piccolo e Gaetano Monica vanno via e si recano a casa di Agostino Piccolo in via Santella.

Non c’è un’intercettazione diretta del dialogo tra Francesco Piccolo e il concessionario in quanto Piccolo aveva dimenticato il telefonino in auto, rendendo inutile il tojan. Ma per quello che emerge nelle parti intercettate prima e dopo, si capisce chiramente che la richiesta era stata fatta, come d’altronde conferma lo stesso imprenditore che definisce Francesco Piccolo uno dei casalesi, facendoci scoprire, per l’appunto che il soggetto in questione risiede in quel di San Cipriano.

Agostino Piccolo non è presente a casa quando arrivano i due reduci dalle concessionaria Blucar. Però ci sono i suoceri Annamaria Amoriello e Antonio Munno. E c’è anche la moglie di Agostino Piccolo, cioè Raffaella Munno. In questo caso l’intercettazione del trojan è forte e chiara e permette agli inquirenti di stabilire che Francesco Piccolo abbia spiegato ai presenti quello che aveva chiesto al concessionario.

Successivamente, è lo stesso Arcangelo Tartaglione a chiamare direttamente Agostino Piccolo. I due si conoscono bene e la cosa è anche logica tenendo conto che sia la concessionaria che l’abitazione di residenza di Agostino Piccolo si trovano in via Santella. Tartaglione dice ad Agostino Piccolo di aver risolto la questione dell’auto, di aver trovato una Peugeot a cui serviva solamente il rifacimento della frizione.

Tutti questi elementi fanno dire al giudice per le indagini preliminari che la richiesta di Francesco Piccolo non era legato ad un uso personale dell’auto ma dalla necessità di mettere a disposizione questo veicolo delle attività cirminali del clan. Tartaglione non cerca Francesco Piccolo, ma parla ad Agostino Piccolo, riconoscendolo come punto di riferimento dei due che gli avevano formulato la richiesta.

Ed Agostino Piccolo annuisce con un va bene. Alla fine l’estorsione non si consuma perchè, come racconta sempre l’imprenditore, Francesco Piccolo viene arrestato per detenzione di arma. L’impianto di questi capi di imputazione provvisori è tale da far dire al gip che, a differneza di ciò che era capitato nel caso della tentata estorsione ai danni di Raffaele Mezzacapo e nel caso della tentata estorsione del primo concessionario Carmine Zarrillo, stavolta il concorso morale di Agostino Piccolo, c’è e si vede pure.

 

 

QUI SOTTO ALCUNI STRALCI DELL’ORDINANZA