I RACCONTI DI NICOLA SCHIAVONE: “Per lo sgarbo della farmacia di TRENTOLA, Giacomino Capoluongo sbraitava e diceva di voler sparare a Zagaria e a Griffo”

8 Marzo 2019 - 17:53

TRENTOLA DUCENTA(g.g.) Sempre nell’ambito del processo-Jambo, ci sono ancora altri dichiarazioni di Nicola Schiavone da contrassegnare con un circoletto rosso, in considerazione della loro importanza, come elemento di riscontro rispetto a quello che, al tempo, fu messo nero su bianco nell’ordinanza del dicembre 2015.

Uno degli argomenti caldi che creò tensione, all’interno delle storiche stanze dei bottoni del clan dei casalesi, fu rappresentato dall’attribuzione della farmacia comunale di Trentola Ducenta.

Giacomo Capoluongo, Giacomino come lo chiama Nicola Schiavone, ci aveva puntato molto e riteneva che Michele Zagaria, uomo che avrebbe dovuto dire l’ultima parola indirizzando le amministrazioni comunali, a prescindere che queste fossero guidate da Pagano o dal candidato di Griffo, verso l’affidamento ad una società di cui era titolare Luisa Guarino, moglie del noto costruttore già citato, Giacomo Capoluongo.

Il racconto di Nicola Schiavone è interessante perchè, pur non dicendo cose nuove rispetto a quelle che abbiamo letto a suo tempo nell’ordinanza Jambo (CLICCA QUI PER LEGGERE L’ARTICOLO DA NOI PUBBLICATO ALL’EPOCA), fa respirare il clima di tensione che si era creato. Giacomino Capoluongo, arrabbiatissimo, diceva a Nicola Schiavone di voler sparare a Michele Zagaria e a Michele Griffo. Secondo Schiavone, però, si trattava di sfoghi puramente verbali, tipici del carattere di Giacomo Capoluongo, e che non avrebbero mai prodotto alcunché.

Era furioso l’imprenditore, perchè riteneva i rapporti tra la sua famiglia e Michele Zagaria a prova di bomba. E per questo, sbraitava affidando proprio a Nicola Schiavone quella sua rabbia.

Rispetto a quello che il figlio di Francesco Schiavone Sandokan ha dichiarato durante il contro esame nel processo Jambo, va aggiunto, attingendo questa informazione dall’ordinanza, che Michele Zagaria aveva accantonato Giacomo Capoluongo per la farmacia, perchè si sarebbe accordato con Fortunato Zagaria, il suo riferimento di sempre a Casapesenna, il cui fratello era proprio farmacista e aveva puntato alla gestione di quella pubblica trentolese.

Per la cronaca, furono probabilmente anche questi dissidi e questi conflitti a far sì che alla fine, dentro a quella disputa, la farmacia comunale di Trentola, non fu attribuita ad alcuno. Nè a Capoluongo, nè al fratello di Fortunato Zagaria, sponsorizzato direttamente da Pasquale Zagaria, ascoltatissimo fratello del super boss Michele.