I soldi del clan dei casalesi in Bulgaria. Un giro di Pos comprati per carte di credito e bancomat
1 Marzo 2024 - 10:56
La traccia investigativa offerta da Massimiliano Schiavone, fratello di Nicola o’russ
CASAPESENNA – Emergono nuovi retroscena dai verbali depositati, dal pubblico ministero della Dda, nei fascicoli del processo che vede come primo imputato Dante Apicella e che riguardano sempre cose relative all’imprenditore Nicola Schiavone detto o’ russ di Casal di Principe .
Stavolta Massimiliano Schiavone, fratello di Nicola Schiavone, sarebbe stato intercettato, tramite un trojan, nel corso di una conversazione con la fidanzata, il fratello Nicola la moglie di quest’ultimo, Amalia Ucciero.
Durante la chiacchierata Massimiliano Schiavone avrebbe indicato due attività imprenditoriali riconducibili a Michele Zagaria di proprietà dei fratelli “liberi” dello stesso: Carmine, Pasquale e Antonio. Nello specifico si tratterebbe di una profumeria con sede a San Marcellino e di un negozio di biancheria intima nei pressi di una caffetteria. Sempre nel corso della stessa conversazione Massimiliano Schiavone avrebbe suggerito al fratello Nicola la possibilità di aprire conti in Bulgaria attraverso l’acquisto di alcuni dispositivi POS impiegati per i pagamenti elettronici con carte di credito.
Le fiamme gialle di Roma hanno legato anche un altro personaggio, ritenuto vicino al clan di casali, al flusso del denaro riciclato che partiva dall’Italia e per l’appunto arrivava fino in Bulgaria. Si tratta di Vincenzo Ferri, attualmente a processo per concorso esterno al clan.
Nell’indagare su di lui sono emersi alcuni personaggi legati alle cosche Sacco-Bocchetti, al clan Lo Russo al clan Di Lauro. Stando a quanto sostiene l’antimafia protagonista di questi ipotetici spostamenti finanziari tra l’Italia e la Bulgaria sarebbe anche Antonio Caliendo. Si ratterebbe di quei movimenti di denaro che sono stati tracciati nel corso dell’inchiesta coordinata sempre dalle fiamme gialle che vede coinvolto appunto Caliendo e Antonio Luca Iorio con l’aggravante di aver agevolato le fazioni mafiose di Zagaria e Schiavone