I TENTACOLI di Michele Zagaria nella città di CASERTA. Orlando Fontana, il prestanome Vicigrado, l’ingegnere Piccirillo di Portico e i super lavori del centro polifunzionale
5 Dicembre 2019 - 11:38
CASERTA – Tutto ciò che aveva, secondo gli inquirenti della dda, importanza in un meccanismo camorristico e affaristico attivato dal clan dei casalesi, sia per quanto riguarda la fazione Schiavone, attraverso Antonio Schiavone, fratello di Francesco Schiavone Sandokan e Carmine Schiavone, cugino di Vincenzo Schiavone ‘o petillo, veniva definito nelle famose riunioni al ristorante per grandi cerimonie La Contessa di Giugliano. Era diventato una sorta di centro direzionale della camorra dove si parlava soprattutto di grandi lavori pubblici e dove venivano esaminate le relazioni tra gli interessi del clan e le necessità dei politici, ma soprattutto dei dirigenti delle burocrazie comunali.
Ci verrebbe da affermare: poi dice che siamo sempre noi! No, è sempre lui che sta in mezzo. L’ingegnere Carlo Antonio Piccirillo che per un ritorno a casa, dopo una scomoda residenza esterna ad essa fece sparare i fuochi artificiali, è ancora qui presente come indagato su una questione in cui negli anni CasertaCe ha pubblicato decine di articoli di denuncia: i lavori del centro polifunzionale di Portico.
Nell’ordinanza La Contessa sono indagati Carlo Antonio Piccirillo, in qualità di dirigente dell’area Lavori Pubblici, Salvatore Merola che Piccirillo nomina direttore dei lavori e la dinamica coppia Orlando Vicigrado e Orlando Fontana, il primo amministratore ma sostanzialmente, sempre secondo la dda, uomo di paglia del Consorzio Ago, cuore a Casapesenna ma com’è successo in tante altre circostanze, con sede nel centro di Caserta, il secondo Orlando Fontana, grande costruttore di Casapesenna, orbita Michele Zagaria e dominus di fatto del Consorzio.
A loro carico viene contestata l’intera filiera dei reati attinenti alla corruzione, soprattutto a quella dei funzionari pubblici. Il tutto ovviamente, “innaffiato” dall’articolo 7 della legge 203 del 91 che aggrava il quadro con l’ipotesi di aver svolto un’attività che ha finito per favorire gli interessi della mafia, più in generale di un’organizzazione criminale, nel caso specifico, della camorra rappresentata dal clan dei casalesi.
Il capo d’imputazione provvisoria due dell’ordinanza rappresenta in qualche modo l’elemento propedeutico di quello appena illustrato. Si tratta della contestazione di reato fatta nei confronti dei citati Orlando Vicigrado e Orlando Fontana a cui si aggiunge Francesco Natale, di intestazione fittizia di beni, sempre aggravata dall’articolo 7, in quanto per la dda Vicigrado è un mero prestanome, utile ad aggirare le disposizioni in materia di prevenzione patrimoniale. In poche parole, Vicigrado è lo schermo per evitare che il Consorzio Agp possa subire un sequestro dall’antimafia.
In realtà, il Consorzio era cogestito di fatto da Fontana e anche dall’appena citato Francesco Natale.
QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA