Il boss Massimo Ucciero non uscirà in anticipo dal carcere. La Cassazione dice no

16 Dicembre 2019 - 18:15

VILLA LITERNO (red.cro.) – Insieme a Cesare Tavoletta, Massimo Ucciero, è stato considerato, nonostante la giovane età, uno dei vertici del gruppo camorristico Tavoletta-Ucciero, in guerra fino al 2004 con la fazione Bidognetti nella cosiddetta faida di Villa Literno. Ucciero fu arrestato nel 2003, quando aveva 23 anni. Capa spaccata ha ricevuto una condanna 23 anni, fu giudicato dal tribunale dei minori perché non ancora maggiorenne all’epoca, nel procedimento per l’omicidio Di Fraia e il tentato omicidio di Lucia Griggo, al tempo 12enne. Ucciero, che dal 2003 si trova in carcere, attualmente a Spoleto, aveva fatto domanda per la concessione della liberazione anticipata in relazione al semestre di detenzione, corrispondente al periodo dal 19 novembre 2016 al 19 maggio 2017. Il magistrato di Sorveglianza prima e il tribunale di Perugia poi hanno respinto tale richiesta, arrivata naturalmente in Cassazione. Gli avvocati di Ucciero hanno lamentato che la decisione si fosse basata solo su una “mera constatazione delle tre sanzioni disciplinari nel periodo di detenzione in considerazione”, senza tenere conto, del contesto dei positivi comportamenti, sotto il profilo dell’adesione trattamento rieducativo. Ma per i giudici della settima sezione penale il ricorso è inammissibile e il perché viene spiegato nella sentenza, resa nota in queste ore. Scrivono gli ermellini

che il tribunale perugino, ha chiarito che sono state reiterate le manifestazioni di insofferenza alle regole anche con modalità aggressiva, cosa che non può essere messa in disparte, nonostante la condotta dei sei mesi e la partecipazione al trattamento rieducativo di Ucciero.