IL CASO. Scoperti tanti bimbi della provincia di Caserta che non vanno a scuola. I genitori sono sotto processo, ma le condanne…
11 Settembre 2023 - 18:53
Se in Italia l’obbligo scolastico è fino ai 18 anni, tramite istituto superiore quinquennale o triennale, il codice penale, però, prevede altro. Forse qualcosa potrebbe cambiare dopo il Decreto Caivano che il governo sta mettendo i piedi a seguito dei terribili fatti del Parco Verde
AVERSA (l.v.r.) – L’articolo 731 del codice penale prevede una multa di 30 euro per i genitori che omettono, senza giustificato motivo, di “impartire“ l’istruzione elementare al proprio figlio.
Verrebbe da chiedersi perché questa specifica dell’istruzione elementare se l’obbligo scolastico si lega al “conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno d’età“, come previsto dalla legge del 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 622. Il punto è che il codice penale prevede, però, che il reato di inosservanza di obbligo scolastico riguardi unicamente le scuole elementari.
Un’ammenda – i 30 euro – a dir poco lieve, senza dubbio. Si tratta di un reato spesso e volentieri viene sanzionato a seguito di un procedimento incardinato dinanzi al Giudice di Pace.
Tendenzialmente succede così: sono i presidi delle scuole a segnalare agli uffici Servizi Sociali dei comuni di residenza che alunni iscritti in uno degli anni delle scuole elementari non frequentano in maniera cronica le lezioni.
A quel punto parte la denuncia nei confronti dei genitori del bambino che, quindi, diventano indagati e successivamente imputati in un processo per il reato di inosservanza di obbligo scolastico e per quello di concorso nel comportamento punibile penalmente, previsto dall’articolo 110 del codice.
In questi giorni di casi del genere se ne stanno segnalando molti in provincia di Caserta, soprattutto in un’area con un contesto sociale economico difficile e altamente popolata come quella dell’agro Aversano.
Ad esempio, da Teverola e da Lusciano provengono tre famiglie i cui genitori rischiano la condanna e l’ammenda (discutibilissima per la sua esiguità) di 30 euro proprio per non aver mandato alle lezioni di scuola elementare i propri figli.
Di questi tre procedimenti, forse il più interessante riguarda quello di una famiglia proveniente dalla Repubblica Ceca, difesa dall’avvocato Costantino Puocci, che è riuscita a dimostrare come, nell’anno contestato dai Servizi Sociali (2021/2022), la propria figlia abbia frequentato le scuole, non in Italia, bensì nel proprio paese di origine, condizione che dovrebbe liberare i genitori dall’accusa dell’articolo 731 del codice penale, compiuto in concorso.
Ma quali sono le conseguenze, oltre ai 30 euro di ammenda? Sicuramente i Servizi Sociali inizierebbero uno stretto controllo su quella famiglia, ma solo la reiterazione della mancata frequentazione della scuola da parte dei figli potrebbe provocare la revoca della potestà genitoriale alle mamme e i papà che non mandano alle elementari i propri bimbi.
In questo periodo molte delle pratiche sui casi di dispersione scolastica sono seguiti dai Giudici di Pace del tribunale di Aversa Napoli Nord, Emilia Romano e Antimo Femiano, che stanno studiando i fascicoli dedicati a queste vicende.
Ricordiamo che il governo Meloni sta lavorando ad un inasprimento, portando la condanna dalla multa di 30 euro fino ai due anni di carcere, delle pene relative all’abbandono scolastico e alla responsabilità genitoriale da inserire in quello che diventerà il Decreto Caivano, così nominato dopo lo stupro di gruppo subìto da due cugine minorenne per mano di un gruppo di ragazzi coetanei e poco più grandi avvenuto nel Parco Verde della città al confine con la nostra provincia e ricadente territorialmente nella competenza proprio del tribunale di Aversa-Napoli Nord.