Il danaro “metafisico” del CLAN dei CASALESI. Incredibile, ma vero: con due postepay evolution e un pò di bonifici, due nullatenenti risultavano milionari e hanno mosso 18 milioni di euro in un anno e mezzo, 17 in 3 anni

17 Ottobre 2021 - 18:36

Anche stavolta facciamo fatica ad “ambientarci” di fronte ad una vicenda che per la sua apparente assurdità, sembra quasi come uno scherzo, come una barzelletta. Ma in realtà non è così 

 

TRENTOLA DUCENTA/SAN MARCELLINO – (g.g.) Si rischia sempre di fare brutta figura quando, affrontando uno dei mille, duemila, tremila e più articoli, dedicati alla tematica della relazione tra il clan dei casalesi e le enormi quantità di danaro che nel corso degli anni questo ha incassato grazie alle proprie attiviità criminali, ci si convince e si afferma di aver visto proprio tutto quello che c’era da vedere.

Si tratta di un errore perchè, puntualmente, verrà fuori qualche altra cosa che tu andrai a leggere, avvertendo in un primo tempo, una sensazione lunare, di totale incredulità.

E se incredulo è colui che affronta per la prima volta o per le prime volte la grande saga criminale del clan dei casalesi, è perfettamente normale; ma se c’è ancora gente come noi che nonostante abbia scritto migliaia e migliaia di articoli sulle strutture militari ma soprattutto sulle grandi autostrade del riciclaggio, allora i casi sono due: o ci stiamo rincitrullendo e la cosa non è del tutto improbabile, oppure ogni volta salta fuori una cosa che per trascinare dal mondo della irrealtà a quello della realtà, necessita di una pausa di riflessione, di un bel respiro tirato a pieni polmoni per convincersi che quello che si sta leggendo appartiene al mondo dei vivi.

Perchè se un manipolo di persone, con un pò di postepay evolution in mano movimentano 150 milioni di euro in tre anni e mezzo, allora non puoi non porti delle domande. Le stesse che ti poni quando uno è chiamato a sviluppare un ragionamento dopo aver visto un pazzo all’opera mentre cerca ripetutamente di fare entrare due litri di acqua in una bottiglia che ne contiene uno.

Tra i 53 capi di imputazione provvisoria ne abbiamo pescati un paio da utilizzare come esempio dell’attività di questa associazione, capitanata da Peppe 0 massicc, al secolo Giuseppe Guarino, fratello della farmacista Luisa Guarino e dunque cognato di Giacomo Capoluongo.

Sebastiano Donnarumma e Antonio Aruta: chi sono costoro? Apparentemente, non sono nessuno, anzi sono dei “signor nessuno”. Fanno parte del plotone dei 63 indagati della  appena citata ordinanza con la quale la Dda di Napoli ha terminato la prima fase dell’indagine, realizzata insieme alla Guardia di Finanza su questa fiumana di danaro che con metodi apparentemente folli passava da una mano all’altra, da una impresa all’altra e da questa ad un conto corrente intestato ad una persona fisica fino alla concorrenza di quella cifra vertiginosa equivalente ai famosi 340 miliardi di vecchie lire di cui scrivevamo nei giorni scorsi.

Ebbene, Sebastiano Donnarumma ha soli 23 anni essendo nato a Sarno il 18 febbraio del 1998. Dunque, quando con questa famosa postepay evolution in mano muoveva in un anno e mezzo, leggete bene, 8 milioni 76 mila 33 euro e 77 centesimi aveva 20 anni che poi sarebbero divenuti 21 e qualcosa nell’agosto 2019 quando non risultano più operazioni a suo nome.

Questo ragazzotto ha prelevato, non con una carta oro di American Espress, non con una Mastercard e nemmeno con una normale Visa, ma con una postepay evolution, utilizzata soprattutto da ragazzi e da giovani per movimentare piccole cifre relative a piccoli risparmi depositati nei conti postali, la bellezza di 3 milioni 561mila 868 euro.

Gli altri 4 milioni e mezzo ed oltre riteniamo, dato che l’imputazione non lo chiarisce nel dettaglio poi magari lo andremo a vedere meglio nell’analisi più approfondita di questa ordinanza, sono stati movimentati con ulteriori operazioni bancarie su conti di aziende e su conti di altre persone fisiche a loro volta incaricate di trascorrere le giornate a zompettare da un postamat e l’altro e far prelievi.

Ora, noi non sappiamo come siano organizzate le poste italiane per controllare la relazione fra una carta postamat evolution e il suo uso all’interno di un dispositivo di prelevamento. Ma riteniamo che sia assurdo che i creatori di questa mega operazione di riciclaggio potessero sentirsi al sicuro nel momento in cui con una sola carta messa nelle mani di un nullatenente o quasi si facevano prelevamenti per 3 milioni e mezzo di euro e magari dai conti di quello che a quel punto diventava un ex nullatenente, venivano mossi quattrini in quantità spaventosa.

Insomma, qui se l’obiettivo, misteriosamente perseguito da Peppe o massicc e compagnia era quello di dare nell’occhio, il metodo utilizzato era proprio perfetto per l’abbisogna.

E qui ti proietti in qualche pensiero lunare: queste modalità, sorprendentemente ingenue potrebbero essere plausibili in un contesto di modesto riciclaggio, nell’ordine di poche centinaia di migliaia di euro. Ma se questo manipolo di soggetti, tutti riconducibili a Giuseppe Guarino, hanno mosso soldi con i quali si mette in piedi una banca di medie dimensioni, allora veramente qui non ci si capisce più nulla, in quanto ci si trova di fronte ad una leggerezza che dà l’idea che la camorra, il clan dei casalesi disponga di mezzi finanziari degni di una legge di Bilancio di un paese industrializzato dell’Europa occidentale.

Perchè il pericolo di essere acchiappati, scoperti, era nei fatti e non crediamo che questo Giuseppe Guarino, la sua sorella farmacista fossero persone sprovvedute, perchè agli sprovveduti tu non fai gestire in tre anni e mezzo un flusso di danaro degno del cartello dei narcos di Medellin ai tempi di Pablo Escobar.

Ecco la perplessità nostra che cercheremo poi di sciogliere attraverso la conoscenza di fatti e circostanze frutto della lettura del resto di questa ordinanza.

Per quanto riguarda le imprese che hanno passato i soldi a Donnarumma, trattasi di società che già in passato avevano avuto problemi per reati tributari: Energy Trade srl, Yota Petroli srl, TR Petroli srl, Fuel Trans srl, Essefuel Europa srl, Odierna Laura Brunella, 2F di Franco Fruggiero, Ecotrade srl Milano, D.C. Pallets srls, Genny Cars di Esposito Gennaro.

Il signor Antonio Aruta, nato a Napoli 43 anni fa, ha mosso anche più soldi rispetto al giovanissimo Donnarumma. Ma lo ha fatto in un lasso di tempo più ampio andato dal 25 gennaio 2016 al 3 giugno 2019, dunque quasi tre anni e mezzo, in cui tra le sue mani sono passati a vario titolo 8 milioni 786 mila 539 euro. Anche qui, con un banalissimo postepay evolution Antonio Aruta ha prelevato in nome e per conto di Giuseppe Guarino, 2 milioni 902mila 812 euro. In più, ha distribuito a raggiera tanti altri soldi con bonifici inviati su conti correnti di altri soggetti privati, di altre teste di legno.

Se fate un conto siamo già ad una cifra vicina ai 17 milioni di euro. Postamat e un pò di bonifici. E’ bastato solo questo. Veramente siamo curiosissimi di capire come si sviluppava il lavoro di pianificazione di questa organizzazione e soprattutto qual era l’origine primaria, la fonte da dove si dipanavano in mille rivoli, i flussi di questo autentico fiume di danaro.

A proposito vi siamo ancora debitori dei nomi dells coietà che hanno operato insieme ad Antonio Aruta: Ostiense Petroli srl, TR Petroli srl, Avion Petrol spa, Casaburi Gelsomina, La Ricambi di Odesco Angela, Autoricambi di Dommarumma Sebastiano, eccolo qua il giovanotto di prima ritorna, stavolta come ditta individuale, Genny Cars di Esposito Gennaro, Odierna Laura, 2F di Franco Fruggiero.

 

QUI SOTTO GLI STRALCI DELL’ORDINANZA