IL FOCUS. Altro che Campania Bonifiche, questa è Campania…Bonifici: 42mila euro liquidati sull’unghia al super dirigente del Consorzio di Bonifica Camillo Mastracchio

11 Marzo 2021 - 08:06

SECONDA PUNTATA. Menomale che ormai, dopo tanti anni, riusciamo a non soffrire fisicamente per l’incredulità che ancora oggi ci percorre nello scrivere queste cose. Si tratta di una società in house che stipula contratti con se stesso, cioè con il proprietario del 100% delle quote e che esternalizza la riscossione dei tributi, unico motivo per cui è nata, dato che la sua struttura si sarebbe dovuta organizzare per questa specifica mansione

 

 

CASERTA – Il titolo della seconda puntata della nostra ennesima inchiesta sulla più che disinvolta gestione del Consorzio di Bonifica del Basso Volturno, quello che, per intenderci, ha sede a Caserta in via Roma, e che da un po’ di tempo ha incorporato l’omologo Aurunco, l’abbiamo già svelato a margine della prima puntata.
È cascato a fagiuolo il calembour.
Per cui, Campania Bonifiche o Campania Bonifici?
Ovvero vita ed opere di una società in house che opera attraverso un’attività che è esattamente il contrario di quello che la legge stabilisce come area perimetrata di competenza, per questi particolari soggetti giuridici nati per rendere più agili i processi amministrativi di diritto pubblico attraverso l’uso delle norme e delle dinamiche operative regolate dal Codice Civile e dal Codice di Procedura Civile.
Le società in house usano, però, il diritto privato come strumento posto al servizio di un fine che resta esclusivamente pubblico.
Se non fosse così sarebbero un’altra cosa.
Sarebbero società miste, che pure esistono in relazione ad altri contesti operativi.
Campania Bonifiche o Campania Bonifici, dunque?

Ad oggi di Bonifiche se ne sono viste poche o nulla, mentre i Bonifici fioccano a cascata come le stelle filanti nella sfilata dei carri e delle scuole di ballo del Carnevale di Copacabana.
I beneficiari?
Prima di tutto i clienti dei politici, anche se la parte del leone l’ha fatta e la continua a fare il mandarinato interno.
Ritorniamo un attimo alla mission: una società in house può esternalizzare il servizio di riscossione ad una società privata? In assoluto più no che sì. In assoluto. Perché nel caso di Campania Bonifici, l’oggetto sociale è solo questo: braccio operativo di tre Consorzi di Bonifica campani, tra cui quello di Caserta, operante esclusivamente nell’organizzazione e nella gestione dell’intera attività di riscossione dei tributi, che nel caso specifico sono quelli di bonifica e irrigazione. Quattrini salati tirati fuori dai contadini per utilizzare l’acqua del Consorzio.
Avete letto bene: Campania Bonifici si costituisce, riempie i suoi uffici di tanti generali, di molti colonnelli e di qualche soldato sparso, andando a costare un bel po’ di quattrini, e costano due volte nel momento in cui, con oscene partite di giro, paga consulenti, nani e ballerini e un privato arruolato per fare ciò che toccherebbe direttamente alla società in house, con i soldi che gli passa il Consorzio.
Molti dei quali, attenzione, finiscono nelle tasche di dirigenti e dipendenti dello stesso Consorzio.
Perché quando il signor Camillo Mastracchio, onnipotente dirigente dell’area dei Lavori Pubblici, in grande empatia (forse anche per effetto dello storico carisma di suo suocero, per anni dipendente a sua volta dell’imprenditoria di Casal di Principe e dintorni), non trova il modo per arrotondare dentro al Consorzio di Bonifica, lo fa contribuendo a trasferire dei soldi a Campania Bonifici, che poi li utilizza per pagare la sua attività di figura esterna dotata della competenza sufficiente per svolgere la funzione di Rup che sovraintende all’operazione, evidentemente fondamentale per il destino dell’umanità, di Ufficio di Direzione per l’esecuzione del contratto di riscossione volontaria e coattiva dei ruoli tra Campania Bonifici e la ben nota Gefil di Padova, società privata.

Ora, anche un cretino formulerebbe la seguente domanda: scusate, ma l’esternalizzazione, a questo punto, non la poteva fare direttamente il Consorzio?

Eh no, caro Casertace. Qui deve girare il quattrino e tutte le costruzioni poste in essere nei procedimenti amministrativi degli enti di diritto pubblico non sono finalizzate all’efficienza, bensì ad una inefficienza paracriminale e non fine a se stessa, quindi non sanzionabile solo attraverso l’utilizzo delle categorie dell’incapacità, dell’ignoranza, della dabbenaggine.

No, questa è una inefficienza costruita scientificamente a tavolino.

Una inefficienza dolosa che deve portare necessariamente alla costruzione di provviste economiche che devono poi finanziare la politica dei nostri politici, che i voti – e fossero solo i voti – li sanno fare solo in questo modo – e il benessere dei mandarini, i quali, molto spesso depositari di segreti indicibili e inconfessabili, diventano il primo anello, quello realmente privilegiato di una catena del malaffare.

Campania Bonifici ha erogato all’ottimo Mastracchio, non a caso in predicato di diventare direttore generale quando di qui a qualche mese andrà in pensione Ciro Costagliola, una somma complessiva di 42mila euro suddivisa, per l’appunto, in tre bonifici da 11.200 euro, 16.800 euro e 14.100 euro.

Nella terza puntata, altrimenti si sente abbandonato, ritorneremo a scrivere della sedicente “mano lunga della Regione Campania” Carlo Maisto, il quale, a proposito di competenze…ma voi siete così sicuri che ciò che fa e che decide (o almeno firma su direttiva di altri) sia consentito dalla legge? Ne leggerete delle belle.