IL NODO DELL’AERONAUTICA. Il sovrintendente col chiodo fisso dell’ospedale militare. Se la convenzione del Governo gli assegna poteri di proposta sulla nuova sede, ha ragione lui. Se non è così, deve risponderne in termini disciplinari
23 Luglio 2018 - 09:30
CASERTA (gianluigi guarino) – Noi non siamo abituati a fomentare battaglie tra guelfi e ghibellini, perché ciò è esattamente quello che desiderano coloro i quali vogliono arrivare a soluzioni non eque, non legate al rispetto integrale delle norme. Dopo aver lanciato, dunque, qualche moccolo verso la sovrintendenza ai beni culturali ambientali ecc. ecc. di Caserta e verso l’uomo che la dirige in questo momento, cioè Salvatore Buonomo, è arrivato il momento di lavorare esclusivamente sulle carte, sui documenti fornendo al lettore un interessante incremento della cifra di oggettività ed obiettività visto che come si dice, carta canta…
Da qualche tempo noi siamo attentissimi alla valutazione delle fonti del diritto. Nel momento in cui due Ministeri, presumibilmente attivando i loro uffici legislativi, hanno prodotto una convenzione di 400 pagine, lo hanno fatto per introdurre nella procedura della delocalizzazione dell’aeronautica militare un fattore di certezza. Perché una convenzione, per giunta costruita da due soggetti pubblici tanto autorevoli, supportata da fior di giuristi non può che essere una fonte del diritto, determinante per i procedimenti amministrativi che vi sono sottesi.
Noi in questi giorni abbiamo avuto la possibilità di leggere solo alcuni stralci dei verbali del tavolo locale interistituzionali, consegnatici in copia dal Comune di Caserta, precisamente dal sindaco Marino nel quale, oltre a esprimersi con chiarezza la posizione dell’amministrazione comunale di Caserta a favore dei due progetti di delocalizzazione della scuola sottufficiali, leggiamo anche della irriducibile, inscalfibile, determinata posizione, degna senz’altro di miglior causa, assunta dal citato Buonomo.
Andiamo con ordine, il sovrintendente ha qualcosa in testa sin dalla prima riunione. Ma non la declina in maniera chiara. Parla di una destinazione possibile, ma non nomina l’ospedale militare di Casagiove.
L’aeronautica presenta il primo progetto, quello delle quattro palazzine di via Passionisti e Buonanno lo boccia dicendo che si tratterebbe di un insediamento non rispettoso della bellezza dei luoghi e della necessità della loro conservazione.
Difronte a questo rifiuto, l’aeronautica non si irrigidisce, non va a cercare lo scontro, non polemizza, ma propone una soluzione alternativa: fare della palazzina borbonica il fulcro prestigioso della scuola sottufficiale e sostituire la volumetria di tre case diroccate che veramente quelle sono una schifezza vicino alla palazzina borbonica, con quelle di tre palazzine, una per la logistica, una per gli alloggi, l’ultima per l’amministrazione.
Buonomo non discute. Non ha voglia di discutere nel merito, confrontando la sua idea con quella che gli altri componenti di questo tavolo istituzionale dove peraltro, rispetto a questa seconda ipotesi si è assistito ad un compattamento di tutti i soggetti, Comune di Caserta, Demanio, Ente Museo Reggia di Caserta ecc. Il suo diventa un no sospetto. Ma non perché non appartenga al diritto di un sovrintendente il “no” ad un insediamento di nuove costruzioni, ma perché questo rifiuto, questo diniego è espresso con zero argomentazioni. Perché Buonomo non vuole confrontarsi? Buonomo ritiene che questi non debbano essere funzionali, strumentali al suo vero obiettivo: quello di portare la scuola sottufficiale all’interno dell’ospedale militare per motivi assolutamente misteriosi. E se nelle prime riunioni aveva fatto cenno alla cosa senza sbilanciarsi più di tanto, il 29 settembre scorso sbotta e qui occorre citare testualmente il passaggio verbalizzato: “Entrambe le soluzioni – dice Buonomo in sede di tavolo istituzionale – continuano a non prendere in considerazione l’utilizzo della struttura dell’ex ospedale militare”.
Questo il testuale registrato a verbale. Dunque si verifica una modifica fondamentale della posizione di Buonomo e anche nella struttura delle sue prerogative. Nei primi verbali un giornalista malizioso o anche di parte, uno che ha ammirazione per l’arma azzurra, per l’aeronautica tanto da indossare spesso capi griffati dal suo marchio, scova quella che a suo dire è la strumentalità di un rifiuto rispetto all’idea dell’ospedale militare. Ma quella del giornalista diventa pur sempre una deduzione, perché seppur in maniera raffazzonata e semplicistica, Buonomo quanto meno usa la formuletta rituale dell’impatto delle nuove costruioni. In poche parole lui salva, quand’anche in maniera poco efficace, il perimetro della sua podestà.
Quando il 29 settembre dice che il motivo per cui lui dice no alle due soluzioni in quanto, queste non tengono conto della destinazione da lui proposto, cioè quella dell’ospedale militare, il discorso muta radicalmente perché c’è un rapporto causa ed effetto differente ed inquietante. Mentre nel primo caso la causa è l’impatto che le palazzine determinerebbero a suo dire o almeno questo viene enunciato, nel secondo caso l’impatto non viene proprio citato, ma si parla di una causa diversa: le due soluzioni proposte dall’aeronautica vengono bocciate non in quanto impattanti, ma perché queste non prenderebbero in considerazione l’utilizzazione dell’ex ospedale militare.
Buonomo è un sovrintendente esperto delle cose che governa. Noi, fuor di modestia, ci riteniamo esperti della lingua italiana e l’analisi di quel testo è indiscutibile. Ma prima di arrivare a conclusioni, che sarebbero affrettate, dobbiamo leggere le 400 pagine della convenzione. Perché dobbiamo capire quali sono state le funzioni assegnate al sovrintendente. Dobbiamo capire se ci si è limitati a quelle che riguardano ordinariamente il lavoro che fa inerente al controllo oppure se al sovrintendente siano stati dati poteri speciali a quelli rispetto a quelli che le leggi prevedono per lui. Dunque, non solo tutela, controllo ma anche proposta. A questo punto dovremmo trovare, nella convenzione, una frase di questo tipo: “L’aeronautica decide insieme al sovrintendente, la nuova collocazione”. O forse meglio ancora “il sovrintendente decide, forse sentita l’aeronautica, la collocazione della scuola”.
Se troveremo questo passaggio, allora forse dobbiamo anche delle scuse a Buonomo che però non ha mai fatto cenno a questi suoi poteri nei vari verbali di riunione. Se non troveremo questo passaggio, il Mibac non potrà non avviare un procedimento disciplinare nei confronti di un suo dirigente largamente esuberante rispetto alle norme che ne regolano poteri e funzioni. E tra qualche giorno lo diremo ai nostri lettori e lo diremo anche a lui.