IL NOME. Imprenditore casertano minacciato dal camorrista. Il pizzo sul cantiere del nuovo condominio a MARCIANISE
15 Ottobre 2025 - 10:35

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MARCIANISE – La metodologia classica del racket: una richiesta di denaro, l’ombra minacciosa di un clan a fare da garante, la pressione su un imprenditore per piegarlo alla logica del “pizzo”. È in questo scenario che si è mossa la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, con i carabinieri che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
L’arrestato è Mario Verde, 60enne di Sant’Antimo, finito in manette con l’accusa di tentata estorsione e violenza privata, aggravate dall’adozione del metodo mafioso. La ricostruzione degli investigatori colloca l’episodio nel novembre 2024. Secondo le indagini, l’uomo, insieme a un complice non ancora identificato, avrebbe preso di mira un costruttore edile impegnato in un lotto di abitazioni a Marcianise. A bordo di un’auto a noleggio, i due si sarebbero presentati nel cantiere e, rivendicando un legame con il clan Verde – formazione criminale radicata nel territorio di Sant’Antimo – avrebbero intimato all’imprenditore di sospendere ogni attività.
La richiesta era esplicita: la ripresa dei lavori sarebbe stata possibile solo dietro corresponsione di una tangente. Per rafforzare l’intimidazione, l’imprenditore sarebbe stato trattenuto contro la sua volontà per alcuni minuti, un escamotage usato dagli estorsori, spiegano i militari, per garantirsi il tempo di allontanarsi indisturbati dopo la minaccia.