IL POLIPO. I tentacoli di Giovanni Zannini anche sul business dei rifiuti. Magliocca, tenuto per the balls, vuol cacciare Alessandro Cioffi per mettere Salvatore Martiello che gli ha dato il posto

2 Dicembre 2021 - 12:14

Ormai quello che succede in provincia di Caserta è peggio di un film pornografico. Ma è chiaro: se nessuno controlla, questi qua non si fermeranno mai davanti a nulla. E intanto, sullo sfondo, le grandi ditte di trasporti dei rifiuti di Casapesenna, Villa Literno e Castel Volturno già si sfregano le mani

 

CASERTA  (Gianluigi Guarino) –   Nei giorni scorsi vi abbiamo solo fatto cenno. Oggi il discorso va sviluppato declinando bene il concetto e usando forme esplicite.

Partiamo con  una domanda retorica, ma fino a un  certo punto: conoscendo le due persone di cui ci andremo ad occupare , prim’ ancora che i due politici; conoscendo il loro carattere, i loro trascorsi, insomma, partendo da una concreta cognizione sulle biografie genetiche e politiche di entrambi, come può essere definito, qualificato il rapporto tra Giovanni Zannini e Giorgio Magliocca?

Senza considerare i fattori caratteriali, si potrebbe essere tentati di affermare che questo sia fraterno.

Domanda accessoria: ma il sentimento della fraternità, valore cristiano ma anche valore laico è questione della vita che interessa a Giovanni Zannini e a Giorgio Magliocca?

Avendo capito dove vogliamo andare a parare, qualche perspicace potrebbe obiettare: Vabbe’, cosa c’ entra la fraternità con la politica e soprattutto con la “ragion politica”, che tra tutte le ragioni è quella di gran lunga meno trasparente, meno evidente, dato che si tratta, il più delle volte, di una sottomarca delle vere ragioni. Una  sottomarca che si chiama ambizione malata,   opportunismo e tante altre cose non precisamente positive.

É vero, la politica è stata politicante da quando esiste l’uomo, la politica è stata politicante anche prima della nascita della politica, sembra un paradosso, ma in realtà non lo è.

Insomma, la politica è stata politicante in ogni tempo. Ad esempio, per citare uno dei casi più noti, è stata tale sotto il re di Francia Luigi XIII, eterodiretto dal cardinale Richelieu,  prelato cattolico, che alleava però la Francia con i protestanti.

Dunque, perché scandalizzarsi se questo sodalizio tra Magliocca e Zannini è fondato soprattutto sugli interessi personali di entrambi? Ve lo diciamo subito: il rapporto tra i due è una sorta master, di struttura di riferimento per uno studio antropologico, prim’ancora che socio politico dato che presenta degli elementi di originalità che la spediscono al di là, molto al di là del confine della politica politicante.

Non trattandosi, fino a prova contraria, di cose appartenenti al Diritto penale, chi scrive ha dovuto ricorrere spesso, trattando queste manifestazioni di gestione della res publica, ad una definizione diversa: dopo la politica politicante, c’è, infatti, secondo me, la pornografia politica. Piaccia o no la dimensione del rapporto tra Giovani Zannini e Giorgio Magliocca sta dentro a questa categoria.

E qui ci verrebbe da citare una frase  che l’attore Ben Gazzara pronuncia “in nome  e per conto” di Raffaele Cutolo nel film il “Camorrista” commentando, insieme a un colletto bianco della mafia, il rapporto sessuale, osservato da uno specchio segreto, il coito  tra una bella donna e  Gianni Melluso, detto “Gianni il Bello”, pretoriano di Raffaele Cutolo e  rimasto celebre per essere stato uno dei mentitori che accusarono, telecomandati, Enzo Tortora, provocandone l’arresto e la malattia che poi l’avrebbe ucciso a soli 59 anni.

La battuta di Cutolo non è riferibile ma possiamo dire che riguarda la perequazione dei ruoli, dei rapporti di forza quando un uomo e una donna, si accoppiano. Una perequazione che termina nel momento in cui ognuno dei partners ha trovato la sua soddisfazione.

Finisce e ognuno ritorna ad essere diffidente, addirittura estraneo rispetto alla persona con cui ha stipulato un contratto sessuale effimero che, come tale, diventa molte volte pornografico.

Zannini e Magliocca hanno fatto una cosa del genere. Dopo la copula, però, Zannini, che ha una mentalità un po’ grosseur, ha stabilito i ruoli: io sono il maschio dominante, tu Giorgio Magliocca sei la femmina che si “deve stare” e ci deve stare.

La fase che stiamo vivendo nei giorni della presente è proprio questa.

Il vero amore si fonda sulla fiducia. Il sesso direttamente o indirettamente mercenario si basa sull’affare. Per cui, oggi 2 dicembre, a 16 giorni di distanza dalle elezioni provinciali , Giovanni Zannini ha costruito  almeno dueci ragioni per dire a Magliocca che questo ménage è dispendioso per lui.

Perchè lui, Zannini, tutto sommato, fa parte di una maggioranza di centrosinistra alla Regione, perché Piero De Luca non potrà andare avanti a lungo a perculare il PD,  con le pagliacciate delle sue presenze fisiche agli eventi di  Antonio Mirra, pur essendo stato il protagonista principale, l’artefice del rafforzamento del potere di Zannini. Insomma di ragioni ce ne sarebbero a bizzeffe s per far pesare a Magliocca quello che è l’ appoggio decisivo del consigliere regionale di Mondragone.

Ed ecco la ragione per cui, nei giorni scorsi abbiamo utilizzato il divertente adagio “prima vedere moneta, poi dare cammello”.

Giovanni Zannini sa bene che un presidente della Provincia eletto è, in pratica, inattaccabile. L’unico pertugio per mandarlo a casa è rappresentato dalla bocciatura del bilancio, mentre non sono previste mozioni di sfiducia o firme dimissionarie dal notaio, così come accade nei comuni. Sa bene Zannini che un consigliere provinciale eletto col cavolo che se ne va a casa votando contro al bilancio soprattutto in tempi in cui i partiti, almeno qui da noi, non contano un cazzo e che i Consiglieri Comunali e Provinciali fanno quello che gli pare, motivo, questo, tra i principali delle campagne di conquista “cotto e mangiato”, operate da Zannini con la complicità morale e politica di Piero De Luca.

E allora, prima la moneta e poi il cammello. Concedeteci il francesismo dato che, fino ad ora, ci siamo contenuti: sono questi i giorni in cui Zannini tiene letteralmente per le palle Giorgio Magliocca. Gli dice: se abbiamo fatto un accordo, io devo comandare quanto e più di te, perchè io sono il generale, tu, al massimo, l’attendente di campo. Per cui, ora devi darmi la presidenza della Gisec, perchè io la devo consegnare al sindaco di Sparanise Salvatore Martiello che poi, caro Giorgio, passati una mano sulla coscienza (si fa per dire), l’amico Martiello ti ha assunto da un giorno all’altro, dandoti uno stipendio di dirigente al comune di Sparanise, per cui dato che ci teneva pure lui a essere candidato a presidente dalla Provincia, dobbiamo dargli una super-poltrona.

Di qui, il pressing affannoso, e concedetecelo, anche un po’ penoso, che Giorgio Magliocca sta facendo sul Presidente Alessandro Cioffi affinchè questi rassegni le sue dimissioni nel giro di due o tre giorni, in modo da consentirgli di nominare una nuova guida indicata naturalmente da Giovanni Zannini. Che l’attuale Presidente della Provincia sia sotto ricatto politico, sotto a questa sicumera spavalda, stile bullismo da strapaese, che si coglie nelle tante manifestazioni pubbliche del pensiero di Zannini, è del tutto evidente. Dunque, Alessandro Cioffi, nominato con l’obiettivo di affrontare e ripulire le tante incrostazioni para-criminali che hanno abitato la Gisec e che la continuano ad abitare, viene messo alla porta per ordine di Zannini.

Ora, siccome conosciamo l’identità di molti esponenti della fauna Zanniniana possiamo ben immaginare quali saranno le modalità di gestione porno-politiche, di cui, d’altronde, Zannini sta dando saggio formidabile al consorzio idrico, a cui sarà costretto Salvatore Martiello e possiamo pure immaginare quanta felicità attraversi le giornate che stanno vivendo quei funzionari, quei dirigenti della Gisec, che hanno dettato legge per anni, rimpinzando di appalti le varie imprese di trasporti rifiuti di Villa Literno, di Casapesenna, tutte indistintamente, reduci di espedienti, chiamiamoli contatti, non tali da aver determinato l’emissione di interdittiva antimafia, con Michele Zagaria e il clan dei casalesi.

Ora, è vero che il Faust ci racconta che l’ambizione, gli umani appetiti possano portare l’uomo anche a stipulare un patto con il diavolo, ma qui il contesto in cui Magliocca si sta muovendo come il protagonista di quel romanzo, non rende troppo severo, gratuito, persecutorio, questo paragone che nei parametri con cui noi sviluppiamo la visione della morale, è molto grave.

Zannini dopo aver trasformato il Consorzio Idrico in un luogo delle perdizioni, nel suo pedalino (domani vi racconteremo di un’altra sventagliata di assunzioni in vista, a fronte dell’autentico disastro economico di questo ente), vuole mettere le mani anche sulla Gisec, cioè sulla società in house che gestisce tutti gli impianti dei rifiuti della provincia di Caserta e che magari, alla stregua di quello che vuole fare con il consorzio idrico, unendosi in quel caso con l’Ato delle Acque, vuole collegare come braccio operativo all’Ato dei rifiuti dove però se Antonio Mirra perde, sarà quest’ultimo a rimanere sulla poltrona di presidente, a meno di acrobatiche sfiducie che poi, per carità, Zannini è un no limits.

E allora, chiudiamo l’articolo come lo abbiamo iniziato, cioè con una domanda: questa roba qui è semplicemente politica politicante o è pornografia politica?