IL RE DELLE TRUFFE. Ecco chi è il medico ospedaliero che compare in 170 capi d’imputazione (record italiano) per i certificati falsi. Con lui operava un infermiere addetto all’archivio

12 Dicembre 2024 - 19:24

Embè pensare che un pubblico ministero del valore di Gerardina Cozzolino abbia potuto prendere per 170 volte una topica, significa scrivere un romanzo di fantascienza. Tutto avveniva nell’ospedale di Marcianise. Nell’articolo i nomi di chi scuciva i quattrini, dei due beneficiari dei certificati e della compagnia assicurativa truffata

SANTA MARIA CAPUA VETERE/MARCIANISE – (g.g.) Francamente, in questa circostanza, dobbiamo ammettere la sconfitta. Ma allo stesso tempo, il medico Salvatore Salvemini, nato a Manfredonia in provincia di Foggia 59 anni fa e residente a Santa Maria Capua Vetere, va collocato sicuramente nella cinquina che abbiamo in testa di fare in una sorta di premio Oscar dell’horror giudiziario quale personaggio dell’anno.

Abbiamo perso nel momento in cui, sfibrati e con gli occhi quasi distrutti abbiamo dovuto abbandonare senza poter dare un numero precisissimo dei capi d’imputazione provvisori, di cui Salvemini deve rispondere secondo ciò che è scritto nella richiesta di applicazione di misure cautelari ai suoi danni e ai danni di altre 53 persone presentata dal pubblico ministero di Santa  Maria Capua Vetere, Gerardina Cozzolino, a conclusione dell’indagine complessa, lunga, certosinamente svolta su l’impressionante numero di casi di falsi incidenti stradali che hanno prodotto una mega truffa nei confronti di diverse compagnie assicurative.

Però, un conto in linea di massima riteniamo con una utile approssimazione al numero preciso di questi casi, siamo riusciti a farla

Com’è noto ai nostri lettori che hanno seguito gli approfondimenti che il nostro giornale sta svolgendo sin dal giorno in cui abbiamo potuto avere a disposizione la richiesta formulata dal pm al gip Daniela Vecchiarelli che sta svolgendo proprio in questi giorni la lunga serie di interrogatori di garanzia ai 52 indagati, per i quali è stato chiesto l’arresto in carcere, compreso Salvemini naturalmente, e per gli altri due per i quali è stata chiesta una misura più blanda, sono ben 299 le contestazioni di reato formulate a carico dei 54 e di altro 473 indagati a piede libero che costituiscono, insieme ai destinatari di una richiesta d’arresto o di misura più blanda il numero record di 526 indagati complessivi.

Ebbene, anzi “emmale“, Salvatore Salvemini compare in circa 170 imputazioni provvisorie. Se in un futuro immediato o allungato dovesse essere rinviato a giudizio per tutti questi capi ci vorranno almeno tre avvocati. E’ vero che c’è la continuazione del reato, è vero che probabilmente si tratta di un incensurato però 170 imputazioni sono un record italiano, secondo noi. Salvemini operava all’interno del pronto soccorso dell’ospedale più coinvolti in questa vicenda, parimenti a quello di Maddaloni ossia il presidio ospedaliero asl di Marcianise.

Salvemini era in servizio nel pronto soccorso e lì dal 2018 in poi ha sfornato un numero impressionante di certificati medici che, secondo le ricostruzioni della procura della repubblica e dei carabinieri del reparto investigativo di Aversa che hanno operato l’indagine sul campo erano patentemente falsi.

In questo segmento di contestazioni di reato compaiono moltissimi nomi. Noi cercheremo di evidenziare, anche nei prossimi giorni, soprattutto quelli dei dipendenti pubblici, quindi non solo Salvatore Salvemini ma anche infermieri o altro personale dell’ospedale di Marcianise. Il primo nome balzatoci agli occhi è quello di Antonio Letizia il quale è indagato a piede libero e che ad esempio, nel capo numero 59, viene accusato di aver compiuto in concorso con Salvemini, con Olimpio Costantino, Tammaro Cirillo e Giulia Grieco, tutti e tre ugualmente indagati a piede libero – il primo scuciva i soldi mentre Cirillo e Grieco ricevevano il certificato falso di Salvemini- dei reati di corruzione, di falso ideologico attraverso il falso materiale consistente nel certificato farlocco e l’ormai arcinoto reato previsto dall’articolo 642  ossia  del reato di danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona, quando questa attività sfocia in una richiesta di risarcimento, presentata alle varie compagnie di assicurazioni. Naturalmente ognuno in concorso con altri ai sensi dell’articolo 110.

Attenzione, Antonio Letizia è un infermiere anomalo in quanto addetto all’archivio, ossia una funzione più amministrativa che sanitaria. 52 anni nato a Marcianise, residente a San Nicola La Strada. Cercheremo poi di capire nei prossimi giorni entrando nel merito della parte della richiesta del pm in che modo Antonio Letizia utilizzasse la sua funzione di archivista per rendere compiuta l’attività di falsificazione dei due certificati medici che, sempre nel caso del capo 59, produssero una truffa di fatto compiuta ai danni della compagnia assicurativa Unipol di Bologna