IL RETROSCENA. Il parroco don Lorenzo Langella non voleva celebrare i funerali di Luigi Magrino. Poi li ha fatti, ma a nostro avviso non aveva tutti i torti
4 Maggio 2025 - 18:58

C’è stata una trattiva non facilissima tra il sacerdote e l’avvocato del 41enne ucciso dal commerciante di Mondragone Giancarlo Pagliaro
CELLOLE (g.g) – Tre giorni fa abbiamo dato notizia e pubblicato una foto dei funerali di Luigi Magrino, 41enne nativo di Cellole, ucciso dal noto commerciante di Mondragone Giancarlo Pagliaro, 67 anni, in un’area di servizio Eni ex Agip, lungo la strada statale Domiziana.
Oggi emerge un retroscena riguardante quel funerale: don Lorenzo Langella, parroco della Chiesa di San Marco e San Vito in Cellole, avrebbe nutrito forti riserve per celebrare il rito cristiano delle esequie. Riserve legate ad una presunta vita di criminale di Magrino. Ci sarebbe stata una vera e propria trattativa tra il sacerdote e l’avvocato della famiglia del 41enne cellolese, il quale avrebbe dimostrato al parroco che i precedenti di Magrino riguardavano solamente il reato di truffa.
Se è vero questo è anche vero che Magrino è stato quanto meno un apologeta della grande criminalità, in considerazione del particolarissimo rapporto con il mondo social che lo aveva portato ad aprire cinque profili Facebook, ognuno rappresentato da una fotografia di storici criminali quali Michele Zagaria, Peppe Setola, l’italoamericano John Gotti e uno dei nomi più noti della Banda della Magliana, Massimo Carminati.
Foto ma non solo. Magrino amava i segni distintivi della criminalità organizzata. Proprio noi di CasertaCe abbiamo trovato nel suo profilo TikTok l’immagine – che abbiamo pubblicato – di un bacio tra Magrino e il suo grande amico Carlo Di Meo, detto Carlino, mondragonese e storicamente vicino al clan La Torre, con significativi precedenti.
Tutto ciò per amor di verità e per dire che le riserve di don Lorenzo Langella non erano certo campate in aria.